Entro il mese, il tribunale di Milano dovrebbe pronunciarsi sul caso Ruby, dove Berlusconi è imputato di prostituzione minorile e concussione. Entro l’anno, inoltre, potrebbe essere confermata definitivamente la condanna a 4 anni per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti Tv (nel processo gemello di Roma è stato assolto). C’è, poi, la condanna per rivelazione di segreto ufficio, nell’ambito della vicenda sull’intercettazione Fassino-Consorte (in cui il primo chiese al secondo: abbiamo una banca?»). Ma questa vicenda, preoccupa l’ex premier meno di tutte. Prima di giungere in appello, secondo i suoi legali, è praticamente certa le prescrizione. Fabrizio D’Esposito, firma politica de Il Fatto quotidiano, ci spiega quali implicazioni politiche comporteranno le questioni giudiziarie di Berlusconi.
Partiamo dal caso Ruby. Lei che idea si è fatto?
Credo, anzitutto, che Berlusconi dovrebbe sottoporsi al giudizio come qualunque cittadino. I magistrati, stanno facendo il loro lavoro, mentre lui continua ad utilizzare la solita tattica dilazionatoria. Non mi riferisco, ovviamente, al recente disturbo agli occhi, ma a tutte quelle operazioni sin qui adottate per allungare i tempi del processo.
Cosa ne pensa dell’impianto accusatorio?
Mi pare che confermi quanto è stato scritto in questi anni. Non dimentichiamo che non c’era solo il bunga bunga, ma un giro di escort portate da Tarantini a Palazzo Grazioli. E che siamo arrivati al paradosso dei parlamentari che, pur di difendere Berlusconi, hanno sottoscritto un documento per sancire che l’allora presidente del Consiglio aveva telefonato in questura per evitare un caso diplomatico che avrebbe coinvolto la nipote di Mubarak.
C’è poi la questione dei diritti Tv
Si tratta, probabilmente, della questione giudiziaria più preoccupante per Berlusconi. E’ già stato condannato, infatti, in primo grado. E, sa la giustizia concludesse il suo iter entro l’anno solare, e confermasse la condanna, l’ex premier potrebbe rischiare una condanna in giudicato E, a quel punto, potrebbe finire dentro o quantomeno ai servizi sociali.
Cosa implicano queste vicende sul piano politico?
Tutti i guai giudiziari di Berlusconi non fanno altro che aumentare il suo isolamento. In questo momento, infatti, non tocca palla. Spera che siano gli altri a passare da lui, prima o poi, per chiedere l’apertura di un tavolo. E’ in una fase di attesa. Sa di essere circondato. E che il Pd non vuole aver niente a che fare con lui. L’esito delle elezioni ha resto il re nudo.
Cosa intende?
Fino a prima delle elezioni, ciclicamente, spuntava il dibattito sulla necessità o meno di dialogare con Berlusconi.
E oggi?
Persino D’Alema, pur avendo detto che siamo vittime del complesso dell’inciucio, ha fatto sapere che si rivolge esclusivamente a quella parte del Pdl senza Berlusconi, ritenuto ormai dal centrosinistra un intoccabile.
Come valuta la sua mossa di andare in piazza contro i giudici?
Non credo che, questa volta, possa mettere a frutto, in termini di propaganda, il fatto di sentirsi un perseguitato politico. La gente, in questa drammatica situazione, ha ben altre cose a cui pensare che non i problemi personali di Berlusconi.
In molti affermano che sia già in campagna elettorale per le prossime elezioni
Ed effettivamente, si sta preparando, sapendo benissimo che avremo un governo instabile e tutt’altro che duraturo. Forse, non si voterà in estate. Ma in autunno sì. Resta il fatto che le sue mosse dipendono da quelle degli altri. E che, probabilmente, deve sperare che elezioni vengano anticipate il prima possibile.
Perché?
Andare in campagna elettorale con una condanna sulle spalle, avrebbe un effetto devastante. Anche se, essendo stato eletto, continuerà a disporre dell’immunità parlamentare.
(Paolo Nessi)