Perché l’Italia recuperi credibilità agli occhi dei mercati internazionali, occorre che, quantomeno, dimostri di essere in grado di saper fare rispettare le regole al’interno dei propri confini. Per questo la lotta all’evasione fiscale è uno dei tasselli fondamentali dell’uscita dalla crisi. Gilberto Muraro, professore di Scienza delle finanze all’Università di Padova, interpellato da ilSussidiario.net, illustra lo stato dell’arte: «Abbiamo fatto, in tal senso, dei passi avanti significativi, tornando alla situazione che si era determinata grazie alla misure introdotte da Vincenzo Visco. Tra le colpe più gravi del governo Berlusconi, vi fu l’aver abolito tali norme menandone gran vanto per poi tornare sui proprio passi di fronte al disastro evidente provocato dalla loro eliminazione, in maniera ritardata e attenuata». Un esempio su tutti: «Il limite dell’utilizzo dei contati – continua -, fu prima rimosso e, in seguito, reintrodotto, con un tetto di 12.500 euro; oggi, invece, si è capito che per essere efficace, serve abbassarlo drasticamente, a mille euro». La direzione intrapresa, in sostanza, secondo Muraro, è quella giusta. «Non escludo – aggiunge – che si possano fare ulteriori passi avanti. Ad esempio, quando si sarà diffusa la cultura dell’utilizzo della carta di credito o del bancomat per i pagamenti, il limite potrà essere ulteriormente abbassato. Ogni transazione eseguita dai professionisti, inoltre, dovrebbe essere tracciabile».
Si stima che l’evasione, in Italia, ammonti a una cifra compresa tra i 120 e i 150 miliardi di euro. «Possiamo, realisticamente, proporci di dimezzarla, per essere in linea con gli standard europei. Si tratterebbe di un contributo importante non solo per le casse dello Stato, ma per l’intero sistema economico e di relazioni tra Stato e cittadini». In molti sostengono che la destinazione d’uso delle risorse recuperate dovrebbe essere vincolata all’abbassamento delle tasse. «L’approccio, in effetti, è consigliato da svariate fonti autorevoli, per rendere più vasto l’adesione dei cittadini a un’attività repressiva dello Stato. Tuttavia, dato che oggi la priorità è l’abbattimento del debito pubblico, è lì che andrebbero usate». Lo strumento principe per fare tutto ciò, sarà Serpico, il supercomputer che dal 2 gennaio risulterà operativo, e sonderà i conti correnti di circa 40 milioni di contribuenti. «La tracciabilità è la via principale della lotta all’evasione – spiega Muraro -, e credo che il contributo di Serpico al raggiungimento dell’obiettivo sarà significativo».
Tuttavia, il rovescio delle medaglia consiste in una notevole riduzione della privacy individuale. «Significa che si dovranno introdurre norme severissime per il rispetto della riservatezza dei dati. Se un operatore pubblico in possesso di quelle informazioni ne farà un uso scorretto andrà punito con estrema severità. La trasgressione non potrà essere considerata semplicemente – conclude – una leggera mancanza disciplinare, ma un vero e proprio reato».