OGM – SCONTRO STATO – REGIONI: Si riapre la contesa tra governo e Regioni. Questa volta non si parla però di federalismo, di tagli alla spesa pubblica o di nucleare, ma di Ogm.
L’Alto Adige si è dichiarato Ogm free: “Il parere negativo della gran parte dei consumatori e di un numero sempre maggiore di Regioni ha convinto la Commissione europea a cambiare la propria strategia, delegando ai singoli Stati la competenza sulle decisioni in materia di Ogm”.
Il ministro Giancarlo Galan è voluto intervenire sul tema: “la legislazione attuale consente di vietare la coltivazione solo se si ha motivo fondato di ritenere che un Ogm rappresenti un rischio per la salute umana e per l’ambiente” e l’Italia non è “in grado di dimostrarlo in maniera inequivocabile”.
Galan si è spinto oltre, in una lettera inviata al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, scrive: “Ove non si riuscisse ad adottare le linee guida sulla coesistenza, per interrompere uno stallo che dura ormai da anni, si porrebbe l’obbligo di valutare tutte le possibili ipotesi alternative per adempiere alla sentenza del Consiglio di Stato n. 183/2010”. Quella che, all’interno di un quadro giuridico molto articolato, spinge in favore degli Ogm.
Dura la reazione della Coldiretti: "Guardiamo come sono fatti la nostra agricoltura e il nostro territorio – spiega Stefano Masini, responsabile ambiente della Coldiretti -: ci sono più di 500 prodotti doc e igp; una rete molto estesa di siti protetti a vario titolo; proprietà estremamente frammentate, con una grandezza media di 5-6 ettari contro i 240 degli Stati Uniti. Imporre gli Ogm vorrebbe dire creare un sistema costosissimo e inutile: una doppia filiera che vada dai campi ai sistemi di trasporto nel tentativo, destinato a fallire, di evitare l’inquinamento dei prodotti tradizionali".
In caso di colture Ogm imposte dal governo, gli agricoltori potrebbero addirittura essere pronti a scendere in piazza.