Era stata annunciata qualche settimana fa e adesso è arrivata la lettera del premier Matteo Renzi ai prof. Una lunga lettera articolata con uno schema che spiega i motivi della riforma. Renzi rimarca che le tensioni e gli scontri verbali prendono il sopravvento rispetto alle cose che il governo propone di cambiare. “L’Italia – scrive – non sarà mai una superpotenza demografica o militare. Ma è già una potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo lavorando sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della ricerca, sull’innovazione tecnologica.
Ma la scuola è il punto di partenza di tutto. Ecco perché crediamo nel disegno di legge che abbiamo presentato e vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi”. Il premier ammette di non pretendere di “avere la verità in tasca” e di essere pronto a confrantarsi: “La Buona scuola non la inventa il governo: la buona scuola c’è già”. E aggiunge: Il nostro compito non è fare l’ennesima riforma, ma metterci più soldi, spenderli meglio e garantire la qualità educativa”. Poi, il premier sintetizza i punti in uno schema che ha inserito nella mail: “con il progetto La Buona Scuola: I. Assumiamo oltre centomila precari.
Ovviamente chi non rientra nell’elenco si lamenta, quelli del TFA non condividono l’inclusione degli idonei del 2012, quelli della GAE chiedono di capire i tempi, quelli del PAS fanno sentire la propria voce. Tutto legittimo e comprensibile. Ma dopo anni di precariato, questa è la più grande assunzione mai fatta da un Governo della Repubblica. E non è vero che ce l’ha imposta la Corte di Giustizia: basta leggere quella sentenza per capire che la Corte non ci ha certo imposto questo…” E ribadisce quali sono state le voci false circolate in queste settimane, ovvero:
“-Le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di Istituto;
I giorni di vacanza non si toccano:
Nessuno può essere licenziato dopo tre anni;
Il preside non può chiamare la sua amica/amico, ma sceglie tra vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto”.
Poi conclude invitando gli insegnanti a rispondere alla sua lettera includendo le proprie considerazioni: “L’Italia è più forte anche delle nostre paure. Aspetto le Vostre considerazioni. Intanto – conclude -, buon lavoro in queste settimane conclusive dell’anno scolastico. Molto cordialmente, Matteo Renzi”. (Serena Marotta)