Con un mandato della durata di tre anni, il nuovo Consiglio di amministrazione dell’ex Alitalia ha nominato presidente Luca Cordero di Montezemolo. L’ex presidente della Ferrari assumerà la carica con effetto immediato per preparare l’implementazione della transazione della fase di fusione tra la compagnia italiana ed Ethiad. Il Cda della nuova Alitalia partirà ufficialmente il 1° gennaio 2015. La società, denominata Sai (Società aerea italiana), può ora contare anche sul sospirato via libera della Commissione europea. L’assetto societario sarà quello previsto con Ethiad al 49%.
Tra le parole raccolte durante l’assemblea degli azionisti, nominando il nuovo board con effetto “immediato”, sorprendono quelle dell’ex Presidente Roberto Colaninno, che si è dimenticato di ringraziare i contribuenti italiani che hanno sostenuto, finanziariamente, la nuova ristrutturazione di Alitalia. Gli italiani hanno inoltre consentito al neo presidente Luca Cordero di Montezemolo di partecipare a quella, da lui definita, ”entusiasmante fase della storia della nostra compagnia aerea”.
La composizione del nuovo Cda, cinque membri nominati da Alitalia e quattro da Ethiad, resta ben presidiato dalle banche creditrici. In pochi si sono accorti che, nella quota dei consiglieri arabi, c’è il nome di una vecchia conoscenza, di un ex Alitalia di Stato, quella di Giovanni Bisignani. Presentato come a lungo direttore della Iata, in realtà Bisignani ha un passato di manager di Stato con incarichi in Eni e Iri, ma anche in due grandi carrozzoni pubblici, come la Tirrenia e l’Alitalia degli anni d’oro del capitalismo di Stato, quando tutti hanno concorso alle fallimentari gestioni.
Con qualche centinaio di addetti rimasti completamente fuori dalla nuova Alitalia, alcune migliaia in cassa integrazione, solidarietà e in mobilità a carico dei contribuenti, riparte la corsa dell’ex compagnia di Stato per il suo rilancio. La strada sembra essere decisamente in discesa. Il Governo ha fatto tutto e più di tutto, assecondando le richieste degli “emiri”. L’esecutivo si è fatto carico dei costi previdenziali del personale, della mobilità, della Cig dorata, con una durata mai vista nella storia degli ammortizzatori sociali. Sul fronte normativo, con il “decreto Linate”, si è scritta la parola fine su Malpensa 2000, il più grande investimento pubblico aeronautico del secolo scorso. E ora il Ministro Maurizio Lupi sta scodellando un “faranoico” piano di collegamenti aeroportuali con l’Alta velocità ferroviaria, che non ha nessun eguale in Europa, dai costi enormi, con gli scali di Fiumicino, Venezia, Montichiari (BS) e Malpensa, come preteso dal Ceo di Ethiad. Con questa “spinta”, l’obiettivo è quello della profittabilità per il 2017.
Non c’è che da auspicarlo dopo gli ultimi venti anni di continue ricapitalizzazioni e salvataggi, che hanno abbassato la competitività del settore del trasporto aereo, dalle compagnie aeree nazionali ai gestori aeroportuali, e reso i servizi di trasporto scadenti, ma con tariffe salate per i consumatori. L’Alitalia, soddisfacendo solo la modesta quota del 17% dei passeggeri che usano l’aereo per muoversi in Italia, ha trascinato nel baratro un settore capace di generare ricchezza.
Chissà se si è scritta finalmente la parola fine ai sussidi pubblici e si è tolto il tappo alla crescita del settore!