Prima di esporre il progetto di Forza Italia Berlusconi vuole fare una premessa: “lasciatemi esprimere le preoccupazioni dolorose che nutro sulla situazione del Paese dovute soprattutto allo stato della nostra economia, alla situazione della nostra politica e del sistema elettorale, e causate da una libertà che non è piena, bensì dimezzata per il comportamento della giustizia e della magistratura italiana”
All’Eur, al palazzo dei Congressi di Roma, si celebra il funerale del PdL. Il Consiglio Nazionale sancisce la (ri)nascita di Forza Italia all’indomani dell’implosione del Popolo delle Libertà, protagonista della scissione diventata realtà nella tarda serata di ieri. Come detto, torna Forza Italia (con falchi e lealisti), mentre le colombe, ovvero la corrente filo governativa capeggiata da Angelino Alfano, non ci stanno: nasce così il “Nuovo centrodestra”. Il congresso è iniziato attorno alle 11, quando Silvio Berlusconi, ha fatto il proprio ingresso nella sala accompagnato dall’Inno d’Itala. Accolto da un’ovazione, cori – “Silvio, Silvio!” – e striscioni, il Cavaliere è salito subito sul palco. “Oggi ratifichiamo la nostra dipartita dal Pdl. La libertà del nostro Paese dipende soltanto da noi”. E continua: “Siamo rimasti quelli del 1994, avevamo Forza Italia da tanto tempo nel nostro cuore, ma ora abbiamo bisogno di giovani, di rinforzi perché ora siamo meno giovani e altri hanno preso altre direzioni”, aggiungendo “il Popolo della libertà non comunicava più alcuna emozione”, anche se il logo potrebbe essere usato, parole sue, “per la coalizione di tutti i moderati”. Ripercorrendo gli eventi di ieri che hanno di fatto ufficializzato la rottura, dice: “La divisione è dovuta a distanze personali”. E la spaccatura pesa eccome: “va contro la visione di unire tutti i moderati che, se stessero insieme, sarebbero la maggioranza degli elettori”, sottolineando però come sia “molto difficile essere alleati
in Parlamento e sedere allo stesso tavolo in Cdm con chi vuole uccidere politicamente il leader di un partito”. Ma ormai il dado è tratto e la corrente governativa si è distaccata dallo zoccolo duro berlusconiano. “Nuovo Centrodestra? non sono a riuscito a dormire per il dolore che mi ha provocato”. E, al solo nome “Nuove Centrodestra” dalla sala partono urla, grida e fischi: “Buffoni!”. È comunque lo stesso Berlusconi a smorzare i toni: “Dobbiamo trattare con loro nello stesso modo con il quale abbiamo rapporti con la Lega e Fratelli d’Italia”.