Stamattina una amica, cattolica moderna, al bar , mi dice che quasi-quasi la sentenza che ripristina il diritto alla fecondazione eterologa è approvabile. Le chiedo perché. Mi risponde che il desiderio di avere un figlio è un egoismo compatibile.
Intanto mi metto al leggere Il Foglio, L’articolo di prima che commenta la sentenza riporta nel sottotitolo: la Chiesa latitante. In ultima, nelle lettere un tizio chiede alla Chiesa di avere pietà anche per coloro che sono cristiano fedeli alla tradizione, e Ferrara commenta: lettera magnifica, magica e dissonante.
Ieri sera ho sentito Carron sulle vicende dell’Europa, in sintesi ha detto che la tradizione è stata ridotta ad astratta difesa di principi in ghetti isolati. L’illuminismo ha tolto la Chiesa dal potere statale, e questo è stato un bene perché ora la Chiesa può pienamente chiedere la libertà religiosa e delle religioni. Dunque la Chiesa riscrive la storia a partire dal presente, perché non sarà la politica a difendere la vita, ma è certo la Chiesa che fonda la ragione del vivere. Per questo i cristiani nella lotta politica chiedono spazi di libertà per poter mostrare la vita nuova. E dunque anche rigenerare la tradizione.
Ritornando alla mia amica, le ho mostrato i fallimenti di tante genitorialità fondate sul “sei mio”, detto ai figli, anche se adottati o prodotti in vario modo.
Il primo vero atto della madre che partorisce è riconoscere che il figlio ha cominciato a staccarsi da lei. La creatura percepisce nella gratuità del generare l’evidenza del proprio essere figlio di un amore. Questo vive nella vita nuova dei cristiani in un modo che dovrebbe essere significativo per tutti, anche quando a molti sembra che i cattolici fanno troppi figli.
La battaglia del giudizio nella vita pubblica è questa, io con esperienza politica, dico che se pretendo di fare la lotta politica per reagire alla scristianizzazione, allora tutto mi dice che sono sconfitto a priori . L’esperienza dell’impotenza è la legge che ci sottomette alla vita nuova in Cristo, è l’esempio che possiamo dare agli uomini e donne del nostro tempo, la struttura umana va scomponendosi, e abbiamo bisogno di chi conosce veramente l’uomo.