Ci siamo, abbiamo gli ultimi dati aggiornati su come è andata l’economia nel 2016. E il governo gongola, perché il risultato finale è pari a +0,9% di crescita del Pil, cioè superiore allo 0,8% previsto dal governo. Una cosa che è pure difficile distinguere dall’errore. Il governo gongola, perché questo è il migliore risultato dal 2010. Ma com’è stato ottenuto questo record? Quante risorse economiche abbiamo impiegato per ottenere questa misera crescita? Di quanto è aumentato il debito? Ce lo dice Bankitalia. Nuovo record per il debito pubblico italiano 2016, al 132,6% sul Pil, cresciuto rispetto al 132,0% del 2015.
Nonostante i proclami di Padoan in questi anni (e le sue raccomandazioni a Bruxelles, dove forse non gli credono più), il debito non diminuisce e continua ad aumentare, com’è inevitabile quando non si possiede la propria moneta. Se infatti non si possiede la propria moneta, se non si è in grado di stamparla quando serve (quando le banche sono in crisi e quando c’è disoccupazione), se non si ha la stampante monetaria, allora inevitabilmente nel momento del bisogno si deve chiedere in prestito e il debito, nel tempo, aumenta.
Avere la propria moneta serve per recuperare la sovranità monetaria; ma non per fare una Bce tutta nostra, una Bce casalinga che emetta moneta a debito per tutti e continui a distruggere l’economia. Avere una moneta nazionale, di stato, serve soprattutto per poter avere moneta senza indebitarsi. E avere la proprietà della moneta e la sovranità della moneta e poi non usarla sarebbe uno stupido suicidio economico a danno del popolo a vantaggio dei pochi ricchi speculatori.
Un esempio (negativo) di questo sono gli Usa, dove l’economia continua a non partire, come mostrato dai dati più recenti, che parlano di un’economia reale che ancora non riesce a decollare. In questo contesto, il presidente Trump sembra voler foraggiare ulteriormente la costosissima macchina da guerra americana, mentre la Yellen pensa seriamente ad aumentare i tassi a marzo, rischiando però di far saltare la finanza speculativa che ha preso a prestito una marea di denaro e prima o poi dovrà restituirlo. Il cuore della questione è sempre lo stesso: di fronte a un debito insostenibile, l’unica soluzione per continuare a tenere temporaneamente in piedi il sistema (ma solo temporaneamente, prima dello scoppio inevitabile) è continuare a indebitarsi. E la costrizione a fare nuovo debito viene dal fatto di non riuscire a pagare quello vecchio, insieme a una politica di tassi accomodanti, in modo che il debito costi poco. Ma al primo rialzo dei tassi, rischia di saltare tutto. Se invece non si rialzano i tassi quando l’inflazione sale, a causa dell’eccesso di moneta ormai finito in circolazione, allora si rischia l’iperinflazione. Insomma, siamo tutti in un vicolo cieco, chi più avanti chi meno.
Ovviamente, al prossimo disastro c’è chi starà meno peggio, e saranno quei paesi che saranno riusciti a difendere e promuovere la propria capacità produttiva. E in questo senso, è molto preoccupante la decisione di Trump di aumentare ulteriormente il gigantesco budget del Pentagono. Insomma, bisogna avere la stampante dei soldi, però occorre pure sapere come spenderli e non sprecarli.
Nel frattempo, per ingannarci, cosa si inventeranno? L’ultima novità è “l’accordo pieno per un’Europa a più velocità”. Una frase fantastica, con la quale non dicono nulla per poter dire di tutto. E poi diranno sempre, qualsiasi cosa accada, che loro l’avevano detto e agiranno, per un caso particolare, con una soluzione particolare (inventata sul momento) proprio perché sono d’accordo per una “Europa a più velocità”. Ma è chiaro che se non si dicono “quante” velocità e soprattutto a quale velocità vogliono condurre l’Europa, questa è una frase priva di significato.
Ma in realtà io penso un’altra cosa. Io penso che gli ignoranti, di fronte all’imprevisto, per non mostrarsi paralizzati e quindi ignoranti, fanno qualcosa dettato dall’urgenza, ma senza alcuna strategia, senza alcuna progettata soluzione. Poi, con calma, elevano la soluzione di emergenza a piano accuratamente meditato e progettato. Quella su cui oggi concordano tutti, la conclamata “Europa a più velocità”, è già un dato di fatto. Non abbiamo una moneta unica e un mercato unico. L’evidenza è data dal fatto che se due aziende chiedono denaro in prestito (due aziende identiche sulla carta), ma una è tedesca e la seconda è greca (o italiana, o spagnola), allora avranno i soldi con tassi differenti. La moneta ha lo stesso nome, ma il comportamento monetario è differente. E non abbiamo un mercato unico, certificato proprio dal fatto che abbiamo degli sbilanciamenti secondo il Target2, cioè i bilanci interbancari tra banche centrali. Senza contare sistemi fiscali completamente differenti, strutture economiche differenti, capacità industriali differenti.
L’Europa a più velocità è già realtà, quella che finora non hanno voluto vedere, testardamente. Ma la realtà è più testarda e alla fine l’ha avuta vinta. Quindi ora che si sono accorti che l’Europa è a più velocità (in fondo, una per Paese), cosa faranno per la crisi? Quello che hanno fatto finora. Niente.