Non si placa l’assalto del Pd alla diligenza grillina dopo le parole sulle pensioni d’oro di Luigi Di Maio. A rincarare la dose, dopo le parole del segretario Matteo Renzi, è stata anche Titti Di Salvo, vicepresidente dei deputati del Partito democratico. Queste le sue parole, riportate da Repubblica:”Stupisce la superficialità con cui Di Maio e i 5 stelle affrontano il tema pensionistico giocando con la vita delle persone. Pensano di essere al luna park, tre palle un soldo: se va male il primo tiro ci riprovano, ma sbagliano ancora. Sciatti al punto da dover smentire il loro presunto candidato premier, però finiscono con l’aggiungere imprecisione a imprecisione e dopo aver sbagliato sparano numeri a caso. Lo stesso triste copione visto sui vaccini lo replicano sulle pensioni. Parlano a caso e appena scoperti si arrampicano sugli specchi”.
L’ATTACCO DI RENZI
A pochi mesi dal voto ogni dichiarazione, soprattutto se si parla di pensioni, dev’essere calibrata al…centesimo. Rischia di scoprirlo a proprie spese il M5s, finito nell’occhio del ciclone dopo alcune dichiarazioni sul tema da parte del candidato premier, Luigi Di Maio. Questi, intervistato da “Radio Anch’io”, ha promesso che se andrà al governo effettuerà dei tagli sulle pensioni d’oro per ottenere quei 12 miliardi necessari ad abolire la vituperata Fornero. Un messaggio che sulla carta non può che solleticare la fantasia di tanti elettori, soprattutto quelli in difficoltà. Andando ad analizzare i numeri (quelli forniti da Itinerari Previdenziali su dati Inps 2015) ci si accorge però che qualcosa non torna. Ad esempio: siamo sicuri che le pensioni oggetto del taglio possano essere considerate “pensioni d’oro”? Questo è il dubbio (nemmeno tanto dubbio) sollevato da Matteo Renzi, il segretario del Pd che verso i grillini ha negli ultimi tempi un atteggiamento da segugio, che non a caso su Facebook prende la palla al balzo e attacca Di Maio:”Ieri il Movimento Cinque Stelle ha proposto di recuperare 12 miliardi di euro tagliando ‘le pensioni d’oro’. Al giornalista Rai che restava stupito per la cifra, Di Maio ha detto in modo sprezzante: “Certo che sono 12 miliardi, veda bene’. Noi abbiamo visto bene. Se vogliamo prendere 12 miliardi di euro dalle pensioni dobbiamo tagliare a chi prende 2.300 euro di pensione. Ci rendiamo conto? Qualcuno può legittimamente dire che duemila euro di pensione sono una pensione d’oro? A noi sembra folle“.
DI MAIO RISPONDE
Non poteva restare senza replica l’attacco frontale portato da Renzi a Di Maio. A rispondere è stato l’ufficio comunicazione del Movimento 5 Stelle, preoccupatosi più che altro di precisare che quando parla di “pensioni d’oro” intende assegni superiori ai 5 mila euro netti e che il piano di risparmio di 12 miliardi di euro non sarebbe attuato nell’immediato ma spalmato su più anni. I grillini chiariscono che “la precisazione viene fatta in risposta al segretario del Pd Matteo Renzi. Renzi non faccia fake news per distrarre dallo scandalo di bancopoli che colpisce Boschi e il suo partito”. In realtà il primo a sollevare delle perplessità sulle parole di Di Maio era stato Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, dicendo:”Se Di Maio vuole recuperare 12 miliardi dalle pensioni d’oro per superare la legge Fornero, ci deve spiegare che cosa intende per “pensioni d’oro”. Dato che la matematica non è una opinione, per recuperare 12 miliardi bisognerebbe azzerare (non pagarle più) tutte le pensioni dai 5.500 euro lordi mensili in su, il cui ammontare lordo annuo corrisponde appunto a quella cifra, incluse le tasse già pagate allo Stato (Fonte: Itinerari Previdenziali su dati Inps 2015)”. Smentite e comunicati a parte: a livello politico la frittata per i grillini sembra fatta. L’idea di un assalto al ceto medio/benestante pare aver già colpito l’immaginario. Servirà più di una precisazione a non far scappare un’ampia fetta di elettorato.