Nell’area euro “stiamo sottovalutando l’enorme tragedia della disoccupazione che ci sta schiacciando”. A dirlo è il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker in una audizione in commissione Problemi economici del Parlamento europeo. “Nell’area euro la disoccupazione supera l’11 per cento – aggiunge Juncker – e dobbiamo ricordarci che quando è stato fatto l’euro avevamo promesso agli europei che tra i vantaggi della moneta unica ci sarebbe stato un miglioramento degli squilibri sociali”. Per questo il presidente dell’Eurogruppo si è nuovamente detto favorevole all’istituzione di “un salario sociale minimo”. In caso contrario, ha detto, “continuiamo a parlare in astratto di Europa sociale e perderemo il sostegno dei lavoratori”. Secondo Juncker questa è una scelta necessaria e coerente con gli obiettivi dell’Eurozona. Nonostante le dure e pesanti parole riguardo la disoccupazione nell’area euro, Juncker ha definito l’anno da poco concluso piuttosto buono in termini di risultati: “Abbiamo preso decisioni lungimiranti e stabilizzato la zona euro”, ha fatto sapere il presidente dell’Eurogruppo. “Nel gennaio di un anno fa molti osservatori e anche alcuni di voi ritenevano che l’Eurozona sarebbe andata verso il fallimento e i futurologi, soprattutto quelli anglosassoni, prevedevano la sua fine. Invece l’Eurozona è tuttora esistente, la Grecia ne fa parte e abbiamo un meccanismo di stabilità”, ha spiegato ancora. Proprio la Grecia “ha portato avanti vigorose misure di adeguamento e sono stati compiuti progressi grazie al lavoro del governo e del Parlamento greco”, ha commentato nuovamente Juncker in audizione in commissione Problemi economici del Parlamento europeo. I progressi, ha aggiunto, sono anche merito del “lavoro del popolo greco che, non dobbiamo dimenticarlo, soffre per questo programma di adeguamento”. Il presidente Eurogruppo ritiene dunque che “il peggio è dietro di noi, ma i compiti da fare restano molto esigenti, i problemi restano seri e richiedono una buona dose di coraggio politico”.
Infine Juncker ha detto che a suo giudizio “non si può avere una sorveglianza bancaria unica senza un meccanismo unico di risoluzione e un sistema europeo di garanzia dei depositi”. I due sistemi sono al momento in corso di negoziato, ma è da escludere che nella prima fase ci potrà essere un meccanismo unico europeo di risoluzione.