Ancora una fumata nera – la diciassettesima – in Parlamento per l’elezione dei due giudici della Corte costituzionale. Nessuno dei due candidati ha raggiunto infatti la soglia dei 570 voti necessari (Luciano Violante ha ottenuto 506 voti, 422 sono andati a Francesco Caramazza), quindi si tornerà al voto tra una settimana, il 14 ottobre, lo stesso giorno in cui il Parlamento dovrà eleggere un membro laico del Csm dopo l’esclusione di Teresa Bene. Intanto Renato Brunetta è tornato a chiedere la verifica dei titoli di Luciano Violante per essere eletto alla Consulta: “Io non è che ce l’avessi proprio in particolare con Violante – ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera – volevo dire che c’è un problema di carattere generale sul fatto che non esiste un momento di verifica preventiva delle candidature prima del voto. I padri costituenti non so perché ma non lo avevano previsto”. Dopo l’ennesima fumata nera, è tornato a farsi sentire anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “La frammentazione e la conflittualità che segnano gli schieramenti parlamentari – si legge in una nota del Quirinale – hanno ancor una volta impedito il raggiungimento delle convergenze necessarie per la elezione dei due giudici costituzionali cui le Camere avrebbero dovuto provvedere fin dal 12 giugno scorso”. Secondo il Capo dello Stato “rattrista e preoccupa il constatare che il Parlamento si auto-priva così, in misura sostanziale, della facoltà attribuitagli dalla Costituzione di concorrere alla formazione della più alta istituzione di garanzia. Ed è per me motivo di amara riflessione il fatto che a poco sono valse le mie ripetute, obbiettive e disinteressate sollecitazioni perché da nessuna parte si venisse meno a questa prova essenziale di senso delle istituzioni. Altri due membri della Corte, di nomina presidenziale, stanno per concludere il mandato, ma i loro successori saranno con la massima tempestività nominati”.