Le europee non cambieranno la politica italiana, nemmeno se Berlusconi venisse sconfitto da Grillo. A dirlo è Piero Sansonetti, voce di sinistra fuori dal coro, giornalista e direttore de Gli Altri. Secondo Sansonetti solo una sconfitta di Renzi potrebbe mutare lo scenario, ma l’altalena tra scelte di sinistra e scelte di destra garantisce al premier un consenso tale da renderla assai improbabile. Dal Pd alle nomine che Renzi deciderà lunedì, passando per Berlusconi e il Jobs Act, ecco il punto di Sansonetti.
Berlusconi ai servizi sociali e Dell’Utri che non si trova. Due vicende simboliche?
La coincidenza dei due avvenimenti rappresenta la vittoria nella guerra da parte della magistratura. Faccio mie le parole dell’avvocato Alfonso Stile: quello di Berlusconi è il primo caso di una vittima non incolpevole di una macchinazione giudiziaria. Mi pare la migliore fotografia di questa vicenda.
Quali saranno le ripercussioni della nuova agibilità politica di Berlusconi per Forza Italia e per le riforme?
Non saranno rilevanti. Non sappiamo ancora cosa deciderà il Tribunale di Sorveglianza, ma se va come sembra, se Berlusconi dovrà cioè limitarsi a fare mezza giornata coi disabili, io sono addirittura convinto che saprà volgere la pena a suo favore, facendola diventare un fatto politico.
Però in FI c’è grande ansia per il voto delle europee. Ieri l’ex ministro Mario Mauro (Popolari per l’Italia) ha detto che se Grillo diventa il secondo partito, l’accordo Renzi-Berlusconi è destinato a saltare.
Non credo che sarà così. È probabile che FI diventi il terzo partito, come è probabile un successo di Grillo alle europee, basta vedere il risultato del Front National in Francia. Una volta erano i partiti di sinistra a raccogliere il malcontento popolare, ma questi non ci sono più. Non so se rinasceranno; nel frattempo, la protesta si convoglia nel populismo che può essere o di estrema destra, come quello di Marine Le Pen, o più indefinito come quello di Grillo.
Quindi lei ritiene possibile una loro vittoria.
Sì, ma al tempo stesso ritengo che un loro successo non modificherà in maniera sostanziale il rapporto coi partiti più tradizionali di centrodestra e di centrosinistra. Un contraccolpo in Italia ci sarebbe solo se a perdere fosse Renzi, il che mi pare molto improbabile.
Renzi dunque non avrebbe nulla da temere. Infatti ottiene consensi perfino tra le fila di Berlusconi…
Questo è relativo. Non è nemmeno vero che se Renzi vince le Europee ha passato il Rubicone; dovrà invece faticare parecchio, perché la politica italiana oggi cambia in tempi rapidissimi. Adesso Renzi è al massimo dei consensi, ma non è affatto detto che tra 8-9 mesi sia ancora così.
Più tasse alle banche e più soldi in busta paga ai lavoratori. È il Def targato Renzi. Non è un provvedimento di sinistra?
Sì, lo è. Lui stesso ha detto che farà provvedimenti di ogni tipo. Il Jobs Act per esempio non è di sinistra.
Infatti ha diviso il Pd.
Perché è un classico provvedimento di destra. Quando Berlusconi fece una cosa appena più sfumata di questa, Cofferati portò in piazza tre milioni di persone. Renzi sta realizzando, a distanza di 15 anni, proprio l’operazione di Berlusconi. La mia è una considerazione solo politologica.
Il Pd non ha ancora finito di litigare sul Senato che Renzi ha messo 5 donne capolista alle europee. Una decisione che ha fatto arrabbiare molti, dentro e fuori i dem…
Grillo ha detto che sono veline e Renzi il gabibbo, ma a me Grillo pare più gabibbo di Renzi… Che Renzi abbia voluto mettere a capo delle liste persone che gli sono fedeli non c’è dubbio: non ama il dissenso. Detto questo, forse Emiliano è più indipendente da Renzi della Picierno? Non mi pare. Non capisco perché gli uomini siano considerati indipendenti, mentre le donne no. Non dico che non siano veline, dico solo che tutta la politica italiana in realtà è piena di “velini”. Anche M5S: infatti chi non è velino viene espulso. Casomai, quelli che dicevano che Berlusconi candidava solo veline dovrebbero ricredersi, no? Detto questo, Renzi ha fatto solo un’operazione di marketing, però simbolicamente è una bella mossa.
Il malcontento che c’è nel Pd è destinato a essere riassorbito dal successo del leader o avrà degli sviluppi?
Penso che ci saranno degli sviluppi. A breve termine ha vinto Renzi, ma a medio termine non è affatto detto che l’operazione riesca. Se gli riesce avrà fatto una cosa clamorosa.
Quale operazione?
Quella di cancellare due partiti forti come gli ex Dc e gli ex Pci in 15 giorni vincendo delle elezioncine di second’ordine come sono le primarie. Per questo dico che è difficile. Credo che i due partiti torneranno a galla.
Ma vede qualche leader capace di “rompere”?
Non adesso. Ma è probabile che in futuro siano destinate a emergere personalità nuove che rappresentano il senso profondo di quei due partiti.
Ieri, al Salone del mobile, Renzi ha detto che serve una “lotta violenta alla burocrazia”. Quella che rischia di far saltare tutte le sue riforme. Parole dure.
Bisogna vedere di che cosa parla e che cosa vuol fare, perché di burocrazie ce ne sono diverse. Renzi vuole abolire i controlli? In uno stato la burocrazia serve, parliamoci chiaro, se no come lo tieni insieme? La burocrazia è come il colesterolo: se elimini solo quello buono e lasci quello cattivo, hai fatto un bel disastro.
Anche lei fa sua l’accusa a Renzi di essere un improvvisatore sulle riforme?
Ma Renzi è un grande improvvisatore. Non è una accusa, è una constatazione. Si può improvvisare bene o male. Di buono per ora non ha mostrato nulla.
Cosa si aspetta dalle nomine di lunedì?
È molto semplice, Renzi metterà uomini vicini a lui. Ma far saltare Scaroni è una cretinata, perché è uno di quelli che ha saputo amministrare l’Eni. Verrà fatto fuori perché l’hanno chiesto due grandi potenze… la magistratura e la Gabanelli, e quando questi vogliono una cosa, la si fa. È un’idiozia, ripeto, perché rischiamo di perdere la forza sia politica che economica dell’Eni.
Solo Gabanelli e pm? Non anche qualcun altro dall’estero?
È possibile, ma preferisco non aggiungere altro.
(Federico Ferraù)