Duro attacco alla minoranza del Partito Democratico, a firma di Aldo Giannuli, sul blog di Beppe Grillo. Il lungo articolo – dal titolo “Le pecore belanti del Pd” – ripercorre la maretta in casa dem nei giorni che hanno preceduto la votazione in Senato del Jobs Act, approvato (con voto di fiducia) con 165 sì: nel mirino Bersani, Cuperlo e D’Alema, definiti troppo timidi nei fatti dopo i proclami battaglieri sull’articolo 18. Ecco cosa si legge: “Per la verità non avevamo mai riposto troppe speranze nel coraggio della ‘sinistra’ Pd. Lanciare un appello all’azione comune in difesa dei diritti dei lavoratori era doveroso, almeno per chi sta da questa parte della barricata, ma sapevamo quanto poco c’era da attendersi. Ci abbiamo provato e ci riproveremo ancora […], ma lo sappiamo quanto vale questo drappello di ‘virtuosi della ritirata’”. E ancora: “Questo atteggiamento pone le premesse per la definitiva sconfitta e dissoluzione di questa mitica ‘sinistra”: Renzi ha già iniziato ad assorbire i più pronti a salire sul carro del vincitore, poi quando si tratterà di fare le liste, userà il plotone di esecuzione per decimarli e loro, di fatto, spariranno dalla geografia parlamentare e del partito. D’altro canto, il crollo del tesseramento, l’americanizzazione del partito, la riforma dell’art 18 che servirà a far fuori la Cgil dal comparto privato, sono tutti segnali precisi che la speranza di riconquistare il partito è una pia illusione dei vari Cuperlo (il “Leopoldo”) Bersani ecc”. E l’attacco continua: “La sinistra Pd non ha alcuna strategia alternativa a quella renziana: ha fatto un po’ di capricci per rilanciarsi”.
Un tweet destinato a far discutere quello pubblicato oggi dal deputato del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia: “Perchè secondo voi impediscono agli scagnozzi Riina e Bagarella di vedere il boss?”, ha scritto commentando la decisione della Corte d’Assise di Palermo di non far assistere i boss Salvatore Riina e Leoluca Bagarella alla deposizione di Giorgio Napolitano nell’ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia. Il parlamentare grillino lascia quindi chiaramente intendere che il Capo dello Stato è “il boss” e che Totò Riina e Leoluca Bagarella sono invece i suoi “scagnozzi”. E pensare che qualcuno aveva accusato di vilipendio Fedez, il rapper autore dell’inno per Italia 5 Stelle, per parole decisamente meno forti.
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E’ tutto pronto per “Italia5Stelle”, l’evento del Movimento 5 Stelle in programma da domani al Circo Massimo di Roma. “Ci sarà anche spazio per la musica grazie agli artisti che ci faranno compagnia in queste giornate che si preannunciano soleggiate – ha scritto Beppe Grillo sul suo blog – Oggi si presentano con un video in cui spiegano perché hanno deciso di partecipare attivamente a Italia5Stelle regalandoci la loro presenza. Cogliamo ancora l’occasione per ringraziarli”. Nel frattempo “i preparativi per Italia5Stelle sono ormai agli sgoccioli. Gli attivisti romani lavorano da giorni senza sosta e i loro sforzi iniziano ad essere premiati”, si legge ancora.
“Quella subita dai docenti precari sul tema delle ferie non godute è l’ennesima violazione di diritti elementari sanciti, peraltro, anche dalla contrattazione collettiva. La nostra legge mira a sanare un vulnus che costa a ogni insegnante oltre mille euro l’anno”. Le parole sono del Gruppo M5S alla Camera dei Deputati in relazione alla proposta, la cui prima firmataria è Silvia Chimienti, che oggi approda in Commissione Lavoro di Montecitorio. L’esponente pentastellata dice: “I docenti a tempo determinato perdono in pratica la retribuzione che spetterebbe loro per le ferie non godute. L’esempio classico è quello di un precario con contratto dal 1 settembre al 30 giugno: in questo periodo matura 35 giorni di ferie che equivalgono a 1.100 euro. Con la legge di Stabilità di Monti si è imposto agli insegnanti a tempo di usufruire delle ferie nei giorni in cui le lezioni sono sospese. In questo modo il monte ferie viene azzerato del tutto o quasi e la perdita in termini economici è, appunto, di oltre mille euro l’anno per docente”. E infine: “Questo abuso colpisce 130mila insegnanti a tempo determinato, che tra l’altro già soffrono la cronica mancanza di prospettive e la perdita delle mensilità di luglio e agosto e degli scatti stipendiali. Il M5S punta al rispetto della contrattazione collettiva. I 200 milioni l’anno che servono a copertura si possono tranquillamente recuperare, come contempla la nostra legge, da un riordino selettivo delle detrazioni e agevolazioni fiscali”.
Articolo contro la candidatura di Luciano Violante alla Corte costituzionale sul blog di Beppe Grillo. Come si sa da settimane si vota in parlamento senza riuscire a ottenere alcun risultato per via delle divisioni tra i partiti per eleggere i nuovi giudici della Corte costituzionale. Per il Movimento cinque stelle la candidatura di Luciano Violante è inaccettabile in quanto non ne avrebbe i requisiti previsti dall’articolo 135 della costituzione: “Non è stato avvocato per un periodo di almeno 20 anni, non è stato Giudice di giurisdizioni superiori, non è attualmente professore ordinario universitario in materie giuridiche” si legge. Un buco, si dice ancora, di cinque anni da quando smise di insegnare all’università di Camerino nel 2009 quindi Violante è fuori dalla legge. I grillini lo definiscono una “cozza” perché nonostante tutto questo non vuole farsi da parte.