Far slittare da gennaio a luglio 2013 l’entrata in vigore della Tares, la nuova tassa sui rifiuti (la ex Tarsu), per alleggerire l’allarmante pressione fiscale italiana. E’ questa la proposta recentemente presentata dal presidente della commissione Ambiente al Senato, Antonio D’Alì (Pdl), il quale ha annunciato la presentazione di un emendamento al decreto legge sull’emergenza rifiuti, all’esame della commissione e di cui è lui stesso relatore, per differire l’entrata in vigore della Tares. “Così come ribadito dal rapporto Confesercenti pubblicato oggi – ha spiegato D’Alì – la Tares è una tassa che se da subito in vigore comporterebbe una ulteriore maggiorazione della pressione fiscale in capo a cittadini, famiglie ed imprese, proseguendo la spirale recessiva resa galoppante dalle politiche economiche e fiscali del Governo Monti”. Il nuovo meccanismo entrato in vigore dal primo gennaio, ha poi aggiunto D’Alì, “ma ancora non completamente a regime, è molto controverso perché prevede un sistema di affidamento ai Comuni ancora oggi non ben rodato e su cui gli stessi enti locali hanno manifestato parecchie perplessità. Occorre rinviare a luglio 2013 l’entrata in vigore della Tares per dare la responsabilità al nuovo governo eletto di decidere su un tributo così gravoso e che allo stato dell’arte penalizza pesantemente cittadini e famiglie”.
“Dal mio punto di vista – conclude D’Alì – l’auspicio da parlamentare del Pdl è che un nuovo governo di centrodestra possa riconsiderare il sistema Tares al fine di affievolire considerevolmente il carico fiscale in capo agli italiani che in questi ultimi mesi ha raggiunto picchi davvero allarmanti. D’altra parte sarei pronto a scommettere che in caso di vittoria elettorale Pd e Monti continuerebbero senza esitazioni sulla strada del prelievo fiscale”. Inoltre, una recente previsione dell’ufficio Economico di Confesercenti mette in evidenza che nel 2013 la contrazione dei consumi potrebbe non solo non arrestarsi, ma registrare un’imprevista “accelerazione” a causa “dell’incognita redditometro” e delle nuove tariffe per i servizi pubblici locali come la Tares.
Al di là del raffronto statistico con il 2012, infatti, “il protrarsi della crisi e l’accentuarsi della tendenza al risparmio potrebbe comprimere ulteriormente la dinamica dei consumi. Un fenomeno che potrebbe accentuarsi anche per via dell’arrivo di alcune importanti novità sul fronte fiscale. Innanzitutto la Tares, che prevede aumenti importanti del costo dei servizi pubblici locali soprattutto per gli esercizi, e il probabile aumento delle addizionali”.