La Procura di Civitavecchia ha deciso di aprire un’inchiesta per bancarotta fraudolenta con riguardo alla gestione Etihad di Alitalia. La Guardia di Finanza ieri è stata nella sede della compagnia aerea a Fiumicino acquisendo alcuni documenti e, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, già in passati sarebbero stati acquisiti altri documenti, tra cui la relazione sulle cause d’insolvenza fatta dai commissari Gubitosi, Laghi e Paleari. L’inchiesta è partita dopo la sentenza del Tribunale di Civitavecchia che ha dichiarato lo stato di insolvenza di Alitalia su ricorso della stessa compagnia, insieme alla richiesta di commissariamento presentata al Governo. Nell’esame della documentazione i finanzieri avrebbero trovato criticità e anomalie che potrebbero far emergere ipotesi di reati fallimentari.
ALITALIA, I DUBBI SULLA GESTIONE ETIHAD
Il Corriere della Sera ricorda che già un anno fa l’ex Presidente di Alitalia Luca Cordero di Montezemolo aveva evidenziato che Etihad aveva inviato in Italia “alcuni dirigenti inadeguati”. Resta da capire se dietro gli errori commessi ci sia o meno dolo. La compagnia emiratina deteneva il 49% di Alitalia, dato che un soggetto extracomunitario che risultasse proprietario al 51% di un vettore europeo gli farebbe perdere lo status di compagnia aerea comunitaria, con tutti i problemi del caso. Intanto la commissione speciale del Senato ha approvato ieri il decreto legge che proroga di sei mesi i termini per completare la procedura di vendita di Alitalia. Grazie a un emendamento del Movimento 5 Stelle i commissari dovranno però fornire ogni 60 giorni una relazione sulla situazione economica e finanziaria della compagnia.
ALITALIA, IL FUTURO INCERTO DELLA COMPAGNIA
Dunque la procedura per la vendita di Alitalia è stata prolungata fino al 31 ottobre. Lega e Movimento 5 Stelle, nel loro contratto di Governo, hanno però scritto: “Con riferimento ad Alitalia siamo convinti che questa non vada semplicemente salvata in un’ottica di mera sopravvivenza economica bensì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo”. Parole che potrebbero far pensare che i due partiti ritengano non siano necessario vendere Alitalia, ma anzi investire risorse pubbliche per rilanciare la compagnia che dovrebbe avere un’importante funzione strategica nell’ambito del turismo. Nel caso si volesse portare avanti la cessione, sembra improbabile la disponibilità di un compratore ad acquistare la compagnia così com’è.