“C’è un’area di malcontento nel Pd di Renzi che porterà voti al movimento di Grillo. Le previsioni per l’M5S sono dunque molto buone”. Ad anticiparlo è il sondaggista Renato Mannheimer, presidente dell’Ispo, in vista del voto di domenica 31 maggio. Si voterà in sette Regioni, cioè Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto, oltre che in 1.060 Comuni, di cui 512 appartenenti a Regioni ordinarie e 548 a statuto speciale. In nessuna delle sette Regioni è previsto il ballottaggio, mentre nei Comuni l’eventuale secondo turno è fissato per il 14 giugno.
Mannheimer, chi vincerà le Regionali?
Chi uscirà vincitore sarà il centrosinistra, anche se bisogna vedere in quale misura, e questo in alcune Regioni come la Liguria o la Campania è molto difficile da prevedere.
Il consenso del centrosinistra sarà eroso dall’astensionismo?
Solo in parte. L’astensionismo toccherà sia gli elettori di centrosinistra sia in misura significativa quelli di centrodestra. Quanti nel 2008 votarono Pdl in questo momento non trovano una forza che li entusiasmi e che li porti a votare. Dai nostri studi molti elettori, anche di centrodestra, finiranno per astenersi. Anzi forse il centrodestra sarà lo schieramento più colpito dall’astensionismo.
Come andrà l’M5S?
Lei mi chiede di sapere il futuro, ma se lo conoscessi giocherei al Superenalotto. L’ipotesi attuale comunque è che l’M5S vada piuttosto bene, perché c’è un’area di scontento nel centrosinistra che porterà voti al movimento di Grillo. Le previsioni per l’M5S sono dunque molto buone.
Le elezioni in Liguria sono molto incerte. Quali incognite possono giocare in questo voto?
Nel centrosinistra gioca la divisione tra due candidati. Pastorino può raccogliere il consenso degli scontenti del Pd, e questo fatto può pesare a tutto vantaggio di Toti anche se il centrodestra in Liguria è sempre stato minoritario. La divisione del centrosinistra può dunque fare succedere di tutto. La candidata ufficiale, Raffaella Paita, non è poi amatissima dal centrosinistra, e quindi questo fatto può pesare.
La vera sfida in Liguria è tra Pd e centrodestra o tra Pd e M5S?
La vera sfida è tra Pd e Pd, tra i due candidati Paita e Pastorino.
Pastorino potrebbe arrivare tra i primi due?
Non credo, anche se di fatto è Pastorino che può togliere consensi alla Paita. Mentre tra M5S e il centrodestra di Toti è difficile dire chi prenderà più voti.
Qual è il polso della situazione in Campania?
La verità è che in questo momento il polso della situazione non ce l’ha nessuno. Purtroppo i sondaggi in questi casi servono sempre meno, perché la gente decide all’ultimo minuto. Manca ancora una settimana e quindi il risultato dipenderà dalla campagna elettorale di questi giorni.
Come è messa complessivamente la Lega nord?
La Lega nord è messa complessivamente bene, soprattutto in Veneto dove vincerà. Uno può essere più o meno d’accordo con il segretario del Carroccio, ma per la Lega Salvini è un vero e proprio toccasana, la sta portando molto avanti.
Quali sono le previsioni in Marche, Umbra e Toscana?
Soprattutto in Umbria e in Toscana il centrosinistra è avanti, non c’è storia. Renzi si è detto convinto di poter vincere in sette Regioni.
Questo ottimismo non rischia di trasformarsi in un boomerang?
Renzi deve essere ottimista perché è il suo mestiere. Bisogna sempre dire che si vince, perfino in Veneto si dice convinto di vincere. Questo fa parte dei doveri di un leader politico.
Non rischia di ripetere l’errore di Grillo alle Europee, quando disse che sarebbe arrivato al 50%?
Questa è una cosa che si fa per mobilitare i propri sostenitori, Renzi dal suo punto di vista deve essere sempre ottimista. Vedrà che alla fine tutti diranno di avere vinto.
Fino a che punto Renzi si gioca il suo prestigio personale in queste Regionali?
Il ruolo di Renzi in queste Regionali è molto importante e vedremo che cosa dirà l’ultima settimana per accrescere i consensi del Pd. Diversamente da altri commentatori, non credo però che a meno di un disastro totale i risultati delle elezioni regionali condizioneranno la forza del governo.
Berlusconi prima ha annunciato che intende ritirarsi dalla politica, e poi ha detto no alle Primarie. Secondo lei che cosa ha in mente?
Questo lo scopriremo domenica sera quando andrà dà Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. Quanto cambierà la politica italiana dal primo giugno? Secondo me dopo 15 giorni le elezioni regionali saranno già digerite e a meno di risultati sorprendenti non cambierà granché.
(Pietro Vernizzi)