Nel comparto della produzione dell’energia elettrica, la produzione con un impianto elettronucleare, se comparata con le altra fonti fossili, è sempre stata contraddistinta da alti costi di realizzazione della centrale e ridotti costi di produzione. Queste assunzioni sono confermate anche dai programmi oggi avviati da varie Utility in tutto il mondo. La competitività di questa scelta tecnologica sarà legata alla possibilità di contenere i costi di costruzione ed i costi finanziari (del denaro) ma anche nella ulteriore riduzione dei costi legati ai processi (assai delicati e importanti) di gestione dei rifiuti e del cosiddetto “decommissioning” degli impianti al termine della loro vita utile.
Per quanto attiene agli investimenti per la realizzazione delle centrali, con le attuali soluzioni già disponibili sul mercato (generazione 3) e quelle di prossima introduzione (generazione 3+), i costi per kW installato sono diminuiti rispetto al passato grazie alla maggiore standardizzazione delle scelte tecniche e a tempi di realizzazione ristretti (4 anni?). I principali studi disponibili evidenziano oggi un valore di costo pari a circa 2000 dollari per kW. Le principali soluzioni di impianti mondiali già parlano di un obiettivo di investimento verso i 1500 dollari per kW. Tutto ciò è sicuramente influenzato sia dalle dimensioni dell’impianto (la taglia sembra indirizzarsi tra i 1000 ed il 1400 MW) che dal numero di centrali che verranno ordinate e realizzate nel mondo nel prossimo decennio (si parla di un centinaio).
Una componente assolutamente critica che influenzerà il successo economico dell’investimento è collegata al costo finanziario. Questo costo è legato al costo del denaro ottenuto in prestito (banche) e dal ritorno interno atteso dall’investitore (Irr). Entrambi questi fattori sono a loro volta collegati ai rischi tecnologici, di mercato ed ai regolamenti giuridici e legislativi. Occorre qui una particolare attenzione da parte della comunità finanziaria ed assicurativa: non può essere un settore speculativo poiché uno spostamento di solo qualche punto può rendere non praticabile la decisione di investire.
I costi operativi delle centrali sono un fattore ulteriormente migliorato negli ultimi 20 anni: una significativa efficienza è stata raggiunta (negli Usa una riduzione del 40% negli ultimi 10 anni). Ciò è dovuto alla crescita delle dimensioni degli impianti ed alle tecnologie di controllo implementate. Il prezzo del combustibile, dal 1990 al 2005, si è dimezzato ed oggi rappresenta circa un terzo dei costi in oggetto, fattore al quale va aggiunto il non secondario aspetto della stabilità e prevedibilità (a differenza di quanto recentemente accade per il “barile” dell’olio).
Infine la valutazione sui costi di smaltimento, da non dimenticare e da programmare, delle scorie e dell’impianto al termine della vita utile: questo elemento del processo produttivo è calcolato e previsto dalle Utility e riportato contabilmente nei costi operativi. Sono valori economici ad oggi assai ridotti, grazie anche alla presenza di operatori qualificati ed efficienti che gestiscono con professionalità ed economicità questa parte della catena produttiva.
Sulla base di queste considerazioni, le più recenti comparazioni tra le tecnologie di produzione elettrica evidenziano oggi un campo di costi di generazione variabili tra i 30 ed i 45 euro al MWh prodotto con fonte elettronucleare. Questo fattore economico è quindi certamente competitivo con le centrali a gas (da 40 a 65 euro al MWh) e con quelle a carbone (da 35 a 55 euro al MWh).
Da un punto di vista economico, i recenti rapporti internazionali (Iea, Ceri, Oecd, Mit) parlano di una competitività dell’energia elettronucleare rispetto ad altre scelte tecnologiche. Nei prossimi anni con la crescita mondiale delle installazioni (si pensi solo a quanto avviene in Asia) e con l’implementazione di nuovi reattori, ulteriormente sicuri e standardizzati, gli investimenti si intensificheranno e la produzione elettronucleare potrebbe divenire maggiormente vantaggiosa.
Nel concludere, non si può però non accennare al fatto che, per le valutazioni economiche, un aspetto essenziale ed ineludibile è la stabilità del quadro legislativo ed il percorso autorizzativo all’installazione di cui ogni singola nazione decide di dotarsi. Il fattore economico è infatti subordinato alla chiara scelta politica di rendere percorribile il percorso tecnico, attraverso livelli di controllo e valutazione seri e competenti ma non penalizzanti ed estenuanti.