“Un accordo Pd-M5s sul ddl Cirinnà in questo momento è la strada più vantaggiosa per entrambi. Cercare un’intesa con Alfano per il premier avrebbe un costo politico altissimo, cercherà di evitarlo in tutti i modi ma se non potesse farne a meno potrebbe decidere di percorrere questa strada”. Lo evidenzia Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Garantista, ex direttore di Liberazione ed ex condirettore de l’Unità. Domenica Matteo Renzi, intervenendo all’Assemblea del Pd, ha sottolineato riferendosi ai Cinque Stelle: “Capisco la sindrome Lucy e Charlie Brown, quella di staccarsi dal padrone all’ultimo minuto. Ma loro hanno l’obiettivo fare il male del Pd, noi abbiamo l’obiettivo di fare il bene dell’Italia”. Il premier ha quindi ipotizzato “un accordo di governo immaginando un emendamento sul quale dobbiamo essere pronti anche a mettere la fiducia”.
Renzi come pensa di risolvere il rebus unioni civili?
Evidentemente lui punta su un doppio binario. In prima battuta tenterà l’accordo con l’M5s, che dopo il no detto da Grillo la settimana scorsa sembra intenzionato a ritornare sui suoi passi. E’ questa la speranza di Renzi, perché se ha il voto dell’M5s porta a casa tutto. L’alternativa è l’accordo con Alfano, ma per stringerlo dovrebbe rinunciare alla stepchild adoption.
Di Maio ha detto di essere d’accordo con il ddl Cirinnà, ma non con il canguro. Come andrà a finire?
Se l’M5s garantisce la sua posizione a favore del ddl Cirinnà purché si voti emendamento per emendamento, ci vorranno 15 o 20 giorni ma per Renzi è la soluzione migliore. In questo modo c’è una maggioranza sicura, qualcuno potrebbe contestare al segretario del Pd di stare perdendo tempo, ma lui può anche rispondere che la colpa non è sua dal momento che non gli lasciano mettere il canguro. Bisogna però vedere se alla prova dei fatti l’M5s sarà coerente. E’ vero che i 5 Stelle non sono del tutto affidabili, e specialmente che non fanno accordi formali.
Appunto. Visti i precedenti con Bersani, Renzi può fidarsi dell’M5s o gli conviene di più cercare un accordo con Alfano?
Se Renzi cerca un accordo con Alfano si spacca il Pd e l’impressione dell’opinione pubblica sarà che il premier ha perso. Se non passa la stepchild adoption Renzi ne esce sconfitto, anche se il governo resta in piedi. Anche dal punto di vista simbolico quindi il segretario del Pd deve cercare di portare a casa la stepchild adoption, sia che gli interessi sia che non gli interessi. Certo la via è molto rischiosa perché i 5 Stelle non sono affidabili. Renzi però fa sempre in tempo a tornare indietro, perché Alfano a sua volta non può rischiare molto e un accordo con lui è sempre possibile.
Renzi ha detto anche di non escludere il voto di fiducia. Ha senso giocare questa carta?
Se fa l’accordo con Alfano, Renzi sarà costretto a chiedere la fiducia altrimenti si ritroverà senza maggioranza. Se invece il ddl Cirinnà passa con il sostegno di M5s il voto di fiducia non è più necessario. Proprio per questo il prezzo da pagare per un accordo con Alfano sarebbe molto pesante, perché Renzi perderebbe la stepchild adoption, sarebbe costretto al voto di fiducia e ne uscirebbe davvero in difficoltà. Tenterà quindi di evitare tutto ciò, poi se non c’è un’altra via percorrerà quella.
Resta il fatto che in questo momento Pd e M5s sono i diretti concorrenti alle elezioni. Un accordo non è contrario alla logica delle cose?
No, non è contrario anche se Grillo a un certo punto lo ha pensato. Se la stepchild adoption o le unioni civili non vanno in porto, pur essendoci potenzialmente una solida maggioranza Pd-M5s, ne escono molto male tutti e due. Entrambi darebbero l’impressione di essere una forza puramente tattica, senza principi né idee. Non credo quindi che sia contro natura stringere un’alleanza Pd-M5s che giocoforza permetta l’approvazione di questa legge. Anzi in questo momento questa è un’alleanza obbligata.
Se il ddl Cirinnà non passa, dal punto di vista politico chi se ne avvantaggerebbe?
A trarne vantaggio sarebbero la destra, Alfano e tutti coloro che sia pure con una piccola minoranza riuscissero a fare saltare la legge, come Lega nord e in fondo lo stesso Berlusconi.
Quella sul ddl Cirinnà oggi è più una partita politica o di principio?
In questa partita non c’è più nulla che riguardi i principi o gli ideali. Neanche al Family Day sono state espresse grandi idealità. Monica Cirinnà è l’unica che si sta battendo per dei principi, ma per il resto è tutta una partita politica, condotta tra l’altro in modo abbastanza strumentale.
Nel momento in cui Renzi è in difficoltà sul fronte parlamentare ed europeo, la sinistra interna o Sinistra Italiana possono cogliere l’occasione per dare una spallata?
La sinistra interna è a sua volta molto in difficoltà, in quanto non ha né grandi idee né grandi forze, e del resto adesso ci sono le elezioni comunali e anche la sinistra dovrà farci i conti. Non sottovaluterei invece la portata di Sinistra Italiana, che alle prossime elezioni comunali può ottenere un risultato significativo. In questo momento però è prematuro parlare di una spallata a Renzi da parte di Sinistra Italiana. Sicuramente questo non avverrà prima delle elezioni comunali.
(Pietro Vernizzi)