Con la solita durezza, Beppe Grillo, dalle pagine del suo Blog, lancia i suo strali contro Monti e il suo governo. Oggetto, dell’invettiva, questa volta è l’agenda Monti. L’insieme di riforme che l’attuale premier ha deciso di indicare come il punto fondamentale attorno al quale raggruppare un’aggregazione elettorale che intenda competere sotto le sue insegne. A prescindere dal fatto che lui sia candidato o meno. Pur avendo dato una disponibilità di fondo, e nonostante il quadro si stia man mano delineando, non ha ancora sciolto definitivamente le riserve, affermando, cioè, in che termini prenderà parte alla competizione. Un fattore che Grillo non ha mancato di sottolineare, descrivendo Monti come un non eletto che, pur non partecipando alle elezioni, ha intenzione di farsi nuovamente eleggere a premier. E che «lascia, da assoluto impunito, la sua Agenda in eredità al prossimo governo, nel caso non sia ancora lui presidente del Consiglio». A proposito della decisione di prendere parte alla gara elettorale, il comico genovese ha paragonato sarcasticamente quella di Monti non tanto ad una discesa in campo quanto ad un’ascesa al cielo. Poi, ha ricordato: «Non è stato sfiduciato dal Parlamento, ma si è sfiduciato da solo. E’ un fenomeno della autoreferenzialità estrema, un energumeno anticostituzionale, un presuntuoso che non ammette lo sfascio economico di cui è diretto responsabile». Detto questo, Grillo ha fatto presente che se l’M5S dovesse vincere le elezioni, il programma del professore della Bocconi diventerebbe carta straccia. E sarebbe sostituito dall’agenda Grillo, ovvero un estratto del programma del suo partito e delle varie proposte presentate e discusse sul forum del suo sito. Che comprende, anzitutto, una legge anticorruzione, seguita dall’introduzione del reddito di cittadinanza. Sarebbero, inoltre, aboliti i contributi pubblici ai partiti, così come i finanziamenti diretti e indiretti ai giornali. Dall’istituto referendario sarebbe rimosso il quorum, mentre sarebbe introdotto anche quello propositivo. Sempre a proposito di referendum, ne verrà indetto uno sulla permanenza dell’Italia nell’euro. Ogni legge di iniziativa popolare dovrà essere obbligatoriamente discussa in Parlamento con voto palese, mentre la rete televisiva pubblica diventerà una sola, «senza pubblicità, indipendente dai partiti». I candidati alla Camera o al Senato saranno eletti direttamente, mentre sarà realizzato un sistema per verificare se i politici si siano arricchiti illecitamente negli ultimi vent’anni.
Non si potranno svolgere più di due mandati elettivi e sarà varata una legge sul conflitto d’interesse, così come una serie di provvedimenti per rilanciare le piccole e medie imprese. Saranno sottratte risorse alle grandi opere inutili con le quali finanziare la sanità e la spesa pubblica, e reso l’accesso ad internet gratis per tutti.