Caro Direttore,
Berlusconi non sta insultando solo i suoi concorrenti politici, sta insultando l’intelligenza degli italiani. Ritiene di poter conquistare uno spazio politico grazie alle sue capacità di vendita (non importa quanto ingannevole) e alle sue risorse economico/finanziarie. Non ha più senso contestare le affermazioni di Berlusconi, destituite di ogni fondamento e credibilità, occorre capire i danni che arreca e quali sono le alternative che si aprono.
I danni di Berlusconi Dopo averci ingannato con false promesse, coperti di ridicolo, arrivando a negare e a far negare anche l’evidenza, dopo averci portato sull’orlo del baratro, dopo essere stato costretto a farsi da parte, non riesce mai ad ammettere i propri errori e prova a rilanciare, sparandole sempre più grosse. Tra gli interessi personali e quelli della collettività ha sempre privilegiato i primi facendo leva sui secondi.
Ha aspettato l’esito delle primarie del Pd e ha pensato che con Bersani potesse rientrare in gioco e impostare la sfida tra due usati. Con la vittoria di Renzi non se la sarebbe sentita di sfidare un giovane pieno di innovazioni, ma ha pensato che, impostando una campagna molto aggressiva che facesse leva sugli aspetti più populisti e attaccasse in modo sistematico Monti, avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio. Anche se lui è il principale responsabile della situazione che ha richiesto l’intervento di Monti, anche se per un intero anno lo ha sempre sostenuto, il grande venditore spera di riuscire a incantare il pubblico, a fargli scordare il passato e di sedurlo con nuove mirabolanti promesse e, soprattutto, attaccando tutto il lavoro svolto da Monti. Per recuperare i voti occorreva dire che nell’ultimo anno tutto è peggiorato e che si stava meglio prima.
Monti non ha accettato questo gioco al massacro e presentando le sue irrevocabili dimissioni ha spiazzato Berlusconi che si è sentito messo in accusa in Italia e all’estero. Come trasformare un clamoroso autogol in una mossa vincente? Dichiarando Monti l’uomo più in grado di guidare i moderati al punto che Berlusconi era disposto, in caso di sua discesa in campo, a ritirarsi e a lasciare a Monti la guida della coalizione di destra. Passare dalla sfiducia all’indicazione di Monti come la persona più indicata a guidare i moderati richiede indubbie capacità di contorsionismo, ma a Berlusconi queste non fanno certo difetto.
Quando poi la proposta andava sgretolandosi per l’opposizione della Lega, per la contrarietà di molti deputati legati ad Alleanza Nazionale, ma, soprattutto, man mano emergeva l’abissale differenza tra la professionalità di Monti e l’arrivismo di Berlusconi, ecco arrivare un’altra capriola: il tempo è scaduto e la proposta non è più valida. Così cerca di dimostrare che è lui a bocciare una proposta per non ammettere che sono lui e la sua proposta a essere bocciati.
Non importa se il Paese va a rotoli. Importa che lui sia al centro dell’attenzione, che sia presente sulle varie reti televisive. Per fare audience deve inventarsi qualcosa di sempre più eclatante, incredibile. Anche andare da Santoro è funzionale a questo progetto di rioccupare la scena senza curarsi di quelli che sono i danni che i suoi comportamenti provocano. È come quelli che perdono al gioco e che sperano di rifarsi raddoppiando la posta.
Berlusconi cerca di convincere gli italiani ad andare nel “paese dei balocchi”, dove non si paga né l’Imu, né l’ICI, dove si ignora lo spread e gli altri vincoli europei, dove non è necessario fare i compiti a casa e dove per aver successo basta legarsi al potente di turno. Con una simile politica antieuropeista e profondamente qualunquista sta spaccando il fronte dei moderati perché lui è tutto tranne che moderato. Cerca di trasformare le elezioni in un referendum pro o contro di lui, soffocando il dibattito. In compenso è il leader della smentita. Quando nessuno provvede a smentirlo (cosa rara) provvede da solo a dire il contrario di quanto affermato poco prima.
Il vero guaio è che Berlusconi rischia di far scordare anche quello di buono che lui ed i suoi governi avevano fatto e ridurre al ruolo di portaborse tutti quelli che lavorano con lui.
L’alternativa Berlusconi cerca di apparire come unica alternativa, di dimostrare che solo lui può rappresentare una risposta convincente. Non importa che disprezzi quanti stanno nel suo campo dichiarando che nessuno di loro è all’altezza; non importa che neghi anche l’evidenza perché in un confronto tra lui e Monti, lui scompare; non importa che sia proprio lui il principale responsabile di non aver fatto crescere una classe politica e portato il Paese nelle condizioni attuali. Ritiene di avere il potere di condizionare gli altri, di costringerli ad accettare le sue condizioni. Spera di catturare la Lega, che ormai ha capito quanto l’immagine di Berlusconi rappresenti un peso e non certo un vantaggio, ricattandola con la Lombardia. Spera di ricattare i candidati mantenendo il “porcellum” e gestendo le liste. Spera di far leva sulle paure degli italiani sfruttandone i punti deboli illudendoli con promesse sempre meno credibili.
Oggi esiste un’alternativa importante e praticabile. I veri moderati possono far campagna contro di lui, invitare i tanti che un tempo gli hanno creduto e lo hanno votato (io sono uno di questi) ad aprire gli occhi e a scegliere chi è davvero moderato e credibile. In un mio articolo del 26 dicembre scorso parlavo di possibili sorprese da qui al 25 febbraio. Questa potrebbe essere una prima importante novità: la società civile italiana non ci sta a essere presa in giro e vuole dimostrare che, tanto più Berlusconi va in televisione, tanto più perde consensi.
Diventa infatti evidente come insulti non solo gli avversari, ma la nostra stessa intelligenza. Non abbiamo bisogno di escluderlo dalle televisioni. Abbiamo bisogno di vederlo per quello che è: un vecchio e rancoroso politico, incapace di accettare i propri limiti, di apprezzare il positivo che emerge e che cerca di ricattarci con i suoi vecchi schemi. Il vero incubo sarebbe pensare a un Berlusconi che va a rappresentare gli italiani in una qualunque sede internazionale. Chi sta pensando di votarlo provi a immaginare quale figura farebbe l’Italia in una simile ipotesi.
Facciamo in modo che almeno il 50% di quelli che un tempo lo hanno votato gli tolgano la fiducia per darla a quelli che sono davvero moderati e liberali. Avremo una Italia migliore e un pensionato in più.