“Questa è una finanziaria che va nella direzione giusta, ma che ha preso in prestito i soldi per comprarsi la benzina”. E’ la sintesi di Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, a proposito della legge di stabilità varata ieri dal governo. Dopo le proteste delle Regioni, sul piede di guerra per i tagli alla sanità, Renzi ha replicato su Twitter: “Una manovra da 36 miliardi e le regioni si lamentano di uno in più? Comincino dai loro sprechi anziché minacciare di alzare le tasse”.
Polito, che cosa ne pensa dello scontro tra governo e Regioni sulla manovra?
L’aspetto peggiore è che questi tagli non sembrano essere fatti secondo il criterio della spending review, cioè in modo selettivo sulle spese improduttive, bensì sono stati realizzati in modo lineare. Ciò è pericoloso perché si tagliano sia le spese improduttive sia quelle vitali. Soprattutto, c’è il rischio che le Regioni si rivalgano dei tagli attraverso nuove tasse.
Chiamparino ha dichiarato: “Io non aumenterò mai l’Irap”…
Sarebbe davvero un’ironia della sorte se per tagliare l’Irap da parte del governo si aumentasse quella regionale. E’ d’altra parte evidente che ci sono sprechi anche nella spesa regionale. Quindi se governo e regioni riescono a identificarli insieme, poi è possibile intervenire.
Di solito una finanziaria ha un preciso tenore: penalizza una categoria e ne sgrava un’altra… Questa come la definirebbe?
E’ una legge di stabilità con dei pro e dei contro. Sono favorevole al taglio delle tasse, soprattutto su quelle sul lavoro. Il problema è che siccome non ci sono i soldi per finanziarli si finisce per chiederli in prestito. L’aspetto più discutibile di questa finanziaria è che aumenta il debito pubblico. Fa cioè crescere il deficit e quindi prende 11 miliardi in prestito dai mercati. Questi ultimi nei prossimi mesi saranno certamente più turbolenti di quanto siano stati finora, il costo del finanziamento sarà certamente maggiore, e quindi questa mossa è pericolosa.
La minoranza Pd dice che la legge di stabilità non è di sinistra. Si allineerà come sul Jobs Act o salirà sulle barricate?
La sinistra del Pd si allineerà anche questa volta. E’ vero che Confindustria è contenta e i sindacati sono scontenti, e si capisce quindi questa attenzione della sinistra Pd. Ma non è questo il punto, il problema più serio si è aperto con Chiamparino e le Regioni. Chiamparino non è Fassina, ma un renziano, e se anche lui si ribella vuol dire che c’è qualcosa che non va.
Renzi ha detto che la manovra non si discute. Ha già in tasca i voti di Forza Italia?
Su questa manovra non credo che avrà i voti di Forza Italia. Se appoggia la legge di stabilità di Renzi, Berlusconi è finito. La manovra è la legge più importante approvata da un governo durante l’anno. Se Forza Italia la vota, allora è meglio che entri nella maggioranza perché non è più opposizione.
Che cosa ne pensa del Tfr in busta paga su base volontaria?
Penso che alle condizioni stabilite dalla manovra non lo prenderà nessuno, perché chi se lo fa anticipare in busta paga, mese per mese versa una tassazione maggiore di quella che si pagherebbe prendendolo alla fine del rapporto di lavoro. E’ stato infatti calcolato come reddito e quindi sarà tassato secondo le aliquote marginali e non con la tassazione separata come avviene oggi. Mentre oggi il Tfr al termine del rapporto di lavoro è tassato al 23%, sulla busta paga rischia di essere tassato al 40%, e quindi non è molto conveniente.
(Pietro Vernizzi)