L’Italia con debito enorme e crescita insufficiente per ripagarlo ha bisogno, più di altre euronazioni, che la Bce faccia bene e con buona reattività alle situazioni il lavoro tipico di una Banca centrale, nelle contingenze: garante di ultima istanza del debito pubblico e produttore di reflazione (crescita) in caso di deflazione. Ma la Bce non ha nel suo statuto gli strumenti per eseguire pienamente tali funzioni.
Le è vietato comprare direttamente titoli di debito degli Stati membri dell’Eurozona e può farlo solo indirettamente nel mercato secondario. Ha solo la missione di difesa della moneta contro l’inflazione e non quella, come per esempio l’autorità monetaria statunitense, di stimolazione della crescita in modi illimitati. Questo è un grave problema per l’Italia e altre euronazioni nei guai in quanto non possono avvalersi né di un ombrello in caso di pioggia, né di un argano che le tiri fuori dalle sabbie mobili.
E all’orizzonte si stanno addensando brutte nubi: l’instabilità politica in Grecia sta facendo riemergere il rischio di insolvenza del suo debito pubblico e, per contagio, sta riportando l’attenzione del mercato sui debiti più a rischio prospettico, tra cui quello italiano spicca anche perché da poco declassato dalle agenzie di rating, solo un gradino sopra alla definizione di titolo “spazzatura”.
Poi c’è un secondo fronte temporalesco che segue e amplifica il primo: molte nazioni nel globo si sono indebitate pesantemente in dollari quando era “basso” e ora che è previsto in rialzo si teme una catena di insolvenze che renderà il mercato finanziario meno incline a prendere rischi su titoli di debito incerti. Infatti, per inciso, si comincia a vedere nel mondo uno spostamento degli investimenti dai titoli di debito pubblico alle obbligazioni private.
In questa situazione la Bce dovrebbe mostrarsi pronta a comprare debito italiano per evitare che il mercato pretenda un premio di rischio altissimo per rifinanziarlo, come successo nel 2011-12, rendendone insostenibili i costi. Draghi da tempo annuncia che la Bce farà una mega-reflazione, azione che implica lo stampare moneta comprando debito pubblico delle euronazioni per stimolare l’economia con una bomba di liquidità.
Il punto: tale mossa, concepita per scopi di reflazione, servirà anche a garantire il debito italiano e calmierarne i costi. Il mercato sta mantenendo la fiducia sul debito italiano solo perché prevede questa mossa della Bce. Ma va anticipata entro il gennaio 2015, nonché velocizzato il metodo di intervento indiretto, perché anche un piccolo ritardo nell’aprire l’ombrello potrebbe farci affogare.