Ci sono novità che arrivano da Wikileaks che attesta come gli Usa nel 2011 spiavano Silvio Berlusconi, all’epoca Presidente del Consiglio. Su questo ha parlato anche Renato Brunetta che sul suo profilo di Twitter ha lasciato alcune dichiarazioni importanti a riguardo. Brunetta prima scrive: “Perchè queste intercettazioni sono nelle mani di Repubblica e dell’Espresso? Hanno per caso pagato per averle?”, clicca qui per il tweet. Poi poco dopo aggiunge: “Perchè queste intercettazioni non le hanno anche gli altri giornali? Si fa per caso un uso selettivo di Wikileaks?”, ecco qui il tweet. In questo senso Brunetta si interroga sui perchè dell’arrivo di queste notizie solo ad alcuni media e non a tutti.
I documenti pubblicati da Wikileaks secondo cui nel 2011 gli Stati Uniti avrebbero spiato l’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi non hanno lasciato indifferente Forza Italia, che tramite il capogruppo alla Camera Renato Brunetta ha chiesto chiarimenti al premier Matteo Renzi. Queste le parole del forzista che questa mattina in Parlamneto, come riportato dall’Ansa, si è espresso in questi termini:”Il presidente del Consiglio chieda conto al presidente Usa sulle intercettazioni della NSA nei confronti del presidente del Consiglio e dei suoi collaboratori nel 2011. Il presidente Renzi venga in Aula a spiegare cosa sia successo e manifesti verso la Casa Bianca la stessa indignazione che il governo tedesco espresse quando emerse la notizia delle intercettazioni del telefono cellulare della Cancelliera Angela Merkel“. La risposta di Renzi non si è fatta attendere; il premier come sottolinea “La Repubblica” ha dichiarato:”Ci accingiamo a chiedere informazioni in tutte le sedi, anche con passi formali, sulla vicenda di Berlusconi“
I nuovi file pubblicati da Wikileaks attestano che nel 2011 gli Stati Uniti spiavano l’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. Come riportato dall’Ansa, a monitorare il premier e i suoi consiglieri più stretti era una reparto della National Security Agency (), e più precisamente la Scs (Special Collection Service). Dai documenti pubblicati dall’organizzazione fondata da Julian Assange sono almeno due le situazioni in cui lo spionaggio intervenne nei confronti di Berlusconi. La prima volta durante una telefonata con il presidente di Israele, Benjamin Netanyahu, all’epoca ai minimi storici nei rapporti con gli Usa, nella quale Berlusconi assicurò il suo impegno per far sì che le relazioni con Washington migliorassero. La seconda volta invece nelle fasi che precedettero le dimissioni da Presidente del Consiglio di Berlusconi, in occasione di un incontro tenutosi il 22 ottobre con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, durante il quale il presidente francese attaccò fortemente Berlusconi dicendo che le istituzioni italiane erano sul punto di saltare come “il tappo di una bottiglia di champagne“, che “le parole non bastano più” e che il premier doveva “prendere delle decisioni“. Nel frattempo la Farnesina ha fatto sapere di aver convocato l’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America John Phillips per ottenere dei chiarimenti su una vicenda che se confermata potrebbe avere delle conseguenze non da sottovalutare nelle relazioni Italia-Usa.