Jacqeus Diouf, direttore generale della Fao è intervenuto sul problema degli alti prezzi delle materie prime alimentari. Prezzi alimentari sostenuti, ha spiegato, richiedono una strategia su due fronti: «Occorre produrre più cibo laddove è più urgente contenere l`impatto del rialzo dei prezzi sui consumatori poveri, e allo stesso tempo potenziare la produttività e ampliare la produzione per creare reddito e maggiori opportunità d`impiego per le popolazioni rurali povere».
«Dobbiamo far sì – ha proseguito Diouf – che i piccoli agricoltori abbiano accesso alla terra, alle risorse idriche e a fattori produttivi come sementi e fertilizzanti; questo li metterà in grado di aumentare la produzione in risposta ai prezzi più alti, di incrementare i propri redditi e migliorare le proprie condizioni di vita, alla fine questo andrà a beneficio anche dei consumatori». La crisi attuale può diventare quindi, secondo il direttore generale della Fao, un’opportunità nel medio-lungo periodo per cercare di rilanciare l’agricoltura.
Della questione dei prezzi alimentari discuteranno dal 3 al 5 giugno i leader mondiali che parteciperanno alla conferenza ad alto livello della Fao sulla sicurezza alimentare mondiale, le sfide del cambiamento climatico e la bioenergia. Tra gli oltre trenta capi di stato e di governo che hanno già assicurato la propria partecipazione vi sono il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, oltre al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Quest’ultimo ha annunciato la creazione di un’unità di crisi, insieme ad altre organizzazioni internazionali, per affrontare i problemi causati dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e per raccogliere due miliardi e mezzo di dollari per dare una risposta immediata. Secondo Ban Ki-Moon, la situazione attuale costituisce una «sfida globale senza precedenti che colpisce i più vulnerabili. Sono necessarie misure a breve, medio e lungo termine. La priorità sarà nutrire gli affamati».
Il presidente della Banca mondiale Robert Zoellick ha avvertito che i prezzi del grano e del riso resteranno ancora alti. Il prezzo del riso ha superato per la prima volta nella storia i 1.000 dollari la tonnellata. L’ascesa va avanti da tempo, ma nell’ultima settimana l’incremento del prezzo è stato del 16%. Un andamento che riflette i timori di un restringimento dell’offerta, come conseguenza dei vincoli speculativi all’esportazione imposti dai Paesi come Cina e Vietnam. Per l’economista Conception Talpe, responsabile dei prezzi dei cereali della Fao «non è credibile che ci sia una situazione così critica da giustificare un tale aumento dall’inizio dell’anno». Tra l’altro a parere di Talpe, la domanda mondiale di riso non è in aumento, essendo ferma ai valori dello scorso anno. Semmai, sostiene la Fao, l’aumento vertiginoso dei prezzi contribuisce a diffondere il panico nei Paesi importatori che, anticipando le commesse, fanno crescere i prezzi.