Beppe Grillo, dalla pagine del suo blog, denuncia la volontà colpevole della politica che, nonostante i proclami, ha fatto sì che la legge elettorale non sia ancora stata riformata. Una legge che fin da subito venne definita porcellum dal suo stesso ideatore ma che, nonostante il susseguirsi di vari governi, ancora è rimasta uguale. Questo perché essa consente ai partiti di riempiere il Parlamento di nominati da loro. Grillo, poi, ricorda come la legge popolare “Parlamento Pulito”, presentata da 350mila cittadini all’allora presidente del Senato Franco Marini, e che avrebbe reintrodotto le preferenze, non è mai stata neppure presa in considerazione. Insomma, secondo grillo, il piano dei partiti era quello di lasciare la legge così com’è, introducendo, tuttavia, surrettiziamente, il presidenzialismo, attraverso anzitutto la modifica dell’articolo 138 della Costituzione. Il disegno, tuttavia, è stato stravolto dalla condanna di Berlusconi, e dal montare nei partiti della voglia di andare a elezioni. Così, «d’improvviso il Nipote dello Zio si è ricordato della legge elettorale nel timore di perdere le prossime elezioni e su suggerimento di Violante sta valutando un premio di maggioranza da assegnare con un ballottaggio tra i due candidati premier più votati». Il che, a detta del comico genovese, rappresenterebbe «un presidenzialismo con il trucco, un super porcellum».