Si fanno chiamare “licenziati da Silvio”, sono coloro che lavoravano con vari incarichi amministrativi e di altra natura nel partito di Silvio Berlusconi, ieri Pdl, oggi Forza Italia. Come si sa la crisi economica non risparmia neppure i partiti e molti di essi si sono visti costretti a licenziare molti di coloro che lavoravano per il partito stesso. Una di esse, licenziata come dice lei dall’oggi al domani senza alcun preavviso ma con una mail giunta improvvisa che intimava di lasciare il posto di lavoro il giorno dopo, ha scritto una lettera aperta a Silvio Berlusconi. Non contesta le ragioni, i problemi economici cioè, ma il metodo, dice. “Così come i miei colleghi a giugno ho appreso dalla stampa l’avvio della procedura di licenziamento collettivo e tutte le informazioni successive, ultima quella con cui ci è stato imposto di dover lasciare l’ufficio dall’oggi al domani, ci sono arrivata esclusivamente via mail come fulmini a ciel sereno. Personalmente trovo surreale che vengano inviate comunicazioni tanto gravi in questo modo asettico, senza che nessuno abbia ritenuto umanamente e moralmente corretto convocarci almeno per un colloquio” si legge nella lettera. Si dichiara poi una sostenitrice del partito sin dalla prima ora, per cui c’è anche l’amarezza di sentirsi scaricata dopo aver dedicato risorse e lavoro al partito stesso. Quindi accusa Berlusconi di aver sempre detto di non aver mai licenziato nessuno, di aver fatto della lotta alla disoccupazione uno dei cavalli di battaglia, di aver detto di avere a cuore i diritti dei lavori, adesso si comporta senza “un briciolo di umanità e di rispetto per i propri dipendenti buttati per strada senza spiegazioni”. Mi aspettavo, dice ancora, almeno una stretta di mano o una pacca sulla spalla dopo tanti anni di lavoro: nessuna parola di solidarietà invece, né in privato né in pubblico: “Siamo 43 persone che per lei hanno dato molto e avrebbero meritato di essere trattate con maggiore sensibilità.”. Si firma “una che ci aveva creduto”.