«Non è in una situazione facile questo governo», dice Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, sempre preciso nel cogliere i collegamenti che in questo momento l’Italia sta vivendo tra crisi finanziara ed economica e quello che si può chiamare un “deficit” politico.
Polito, che giornate prevede per il Governo di Mario Monti? I tempi sono stretti e le scadenze sempre più ravvicinate. Al Consiglio d’Europa, dell’8 e del 9 dicembre, il nuovo premier deve presentarsi non più con una “lettera d’intenti”, ma con un programma, un “pacchetto” di misure che convincano i partner europei e soprattutto i mercati.
Io credo che Monti comincerà a fare bene i “compiti a casa” e questo dovrebbe già essere un passo avanti, considerando i mesi che abbiamo passato da agosto a oggi. I risultati li vedremo il 5 dicembre, la data che ha fissato il presidente del Consiglio.
Poi è evidente che sarà una partita importante che deve giorcarsi la stessa classe dirigente europea. E i “compiti a casa” potrebbero non bastare. Ci sono le misure che deve adottare l’Europa per stabilizzare la situazione e risolvere i problemi dei debiti sovrani.
In questi giorni, considerando anche che il cambiamento di Governo è stato concitato e improvviso, qualcuno ha sollevato alcune critiche al nuovo esecutivo. Una critica riguarda il tempo di intervento. Doveva fare tutto e subito, quasi una corsa contro il tempo. C’è stato invece il varo dell’esecutivo, poi la nomina di un nuovo ministro e dei sottosegretari che, data l’urgenza, a qualcuno è parsa come una perdita di tempo. Che ne pensa?
Non sono d’accordo con questo tipo di critiche. Che cosa doveva fare Monti in più di quello che ha fatto? Che cosa avrebbero dovuto fare il presidente del Consiglio più rapidamente? Io penso sempre alla fine di quest’estate, quando si annunciavano rapidamente manovre, correzioni di manovra, “lettere di intenti” talmente poco convincenti che poi inevitabilmente l’Europa ci ha bocciato e il governo Berlusconi ha dovuto dimettersi.
Mario Monti ha il tempo per presentare il 5 dicembre le sue misure. Intanto si porta avanti, arriva alla vigilia della riunione del Consiglio europeo senza aprire un dibattito nazionale su ogni singola misura da prendere. Qui, in Italia, tutte le volte che si annuncia qualche riforma o ritocco (pensioni, mercato del lavoro, patrimoniale) immediatamente comincia un dibattito o insorge qualcuno. È meglio che il premier faccia le sue scelte e le porti al Consiglio d’ Europa. Se prende tempo in questo modo, a mio avviso non sbaglia affatto.
C’è un altro aspetto di critica. È quello della formazione di un governo che non sembra avere una giusta “caratura” politica. Grandi tecnici che sembrano digiuni dal come ci si muove in Parlamento.
Ma questo governo, al momento, è un “grande ombrello” per tutti i partiti e gioca un peso notevole, ha una grande forza nell’opinione pubblica. Ho ascoltato Silvio Berlusconi dire, con grande sincerità, che lui non avrebbe più potuto fare altro nella situazione politica in cui si trovava l’Italia. Monti questo problema lo sta affrontando. Le misure che sceglierà non saranno certo ben viste da tutti, ma può permettersi di farle queste scelte. Un altro governo non sarebbe riuscito a farlo.
Se seguo bene il suo ragionamento, lei mi sta dicendo che Monti sta andando “addosso”, vicino al Consiglio europeo, per ottenere il “via libera” dei suoi “compiti a casa”, in modo che in Italia non ci siano possibilità di grandi contestazioni e l’apertura di nuovi “dibattiti-tormentoni”.
Credo che questa tempistica Monti l’abbia ben presente. E ovviamente sa bene che difficilmente i partiti possono negargli l’appoggio, dopo un convinto “via libera” dell’Europa. Io guardo in questo momento i partiti. Vedo il Pdl che è quasi sereno per essersi tolto dalla morsa di misure impopolari; vedo il Pd che ha ottenuto la caduta del Governo Berlusconi e ha evitato le elezioni; vedo l’Udc che è quasi felice per il risultato che ha ottenuto con la nomina di Monti. Quasi tutti i partiti hanno ottenuto le loro convenienze.
Ma questa situazione, che è oggettivamente di sospensione della politica, fino a quando potrà durare? E tra un anno e mezzo saranno questi stessi partiti a far ritornare la politica in Italia?
Qui il discorso diventa più complicato e difficile. Al momento la politica italiana si è autosospesa per sua convenienza e questi partiti stanno andando avanti. Ho poi dei dubbi sul futuro di questi partiti, sul loro ruolo tra un anno e mezzo. È possibile che si assista a un grande cambiamento. Ma in questo momento non lo so.
Che cosa prevede per il Consiglio europeo?
Penso che si arriverà a un accordo intergovernativo, anche tra Paesi più “virtuosi” e paesi meno “virtuosi”. Bisognerà ripristinare una governance europea. È evidente che al centro della questione ci sarà il consolidamento dei bilanci degli stati. Nuove regole che, magari un’”Authority”, dovrà far rispettare. Non vedo possibili cambiamenti sul ruolo della Bce. Il problema che si dovrà affrontare è comunque quello di varare provvedimenti che siano incisivi, che riescano finalmente a convincere i mercati.
(Gianluigi Da Rold)