Non è una indicazione impeccabile quella che i sondaggi politici ed elettorali di Demos mostrano in una delle tante domande rivolte agli italiani intervistati: eppure basta per dare una sorta di consiglio sulla situazione attuale e sulla percezione degli elettori della disastrata politica italiana. I sondaggi di Demos riportano all’attenzione la fiducia nei leader politico, ponendo questa domanda: «Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10, a…», con i risultati dal 6 in su che vedono trionfare proprio il premier Paolo Gentiloni, sorpresa in un novero di politici che si candiderà alle prossime elezioni politiche. Battuti tutti gli altri, Renzi compreso: per il premier il 47% di chi esprime valutazione uguale o superiore al 6 ovvero la sufficienza. Dietro il vuoto: Giorgia Meloni staccata al secondo posto al 38%, Matteo Renzi al 36%, mentre a sorpresa Luigi de Magistris conquista il quarto posto con il 34%, pari merito con Luigi Di Mano e Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano. Indietro Salvini (33%) e Pier Luigi Bersani, leader della minoranza Pd al 32%: Silvio Berlusconi non sfonda più, 28%, davanti a Michele Emiliano al 27% e a Beppe Grillo che proprio non convince gli elettori italiani (26%). In fondo? Angelino Alfano al 25% e un bocciassimo Massimo D’Alema al 20%…
Non solo intenzioni di voto negli ultimi sondaggi elettorali e politici. Gli Istituti di ricerca indagano infatti anche sulla situazione interna al Partito Democratico. Il Pd sta vivendo un momento di spaccatura con una parte che vorrebbe andare subito al voto e un’altra che al contrario voterebbe arrivare alla scadenza della Legislatura, nella primavera 2018. Inoltre nel Partito Democratico si ipotizza la scissione, anche se Massimo D’Alema ha smentito questa ipotesi puntando a un Congresso che segni comunque una discontinuità con il periodo a guida Matteo Renzi. Gli ultimi sondaggi elettorali e politici di Ixè, come riportato da Termometropolitico.it, hanno chiesto agli elettori del Pd una valutazione di una possibile scissione. Stando ai risultati di questa rilevazione, il 76% degli elettori dem non vorrebbe una scissione del Pd e per di più la maggioranza, l’86%, ha ancora fiducia in Matteo Renzi: il 42% invece ritiene che l’ex premier abbia concluso la sua esperienza
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I sondaggi provano a verificare quale compagine politica possa realmente compiere il passo decisivo per le prossime Elezioni Nazionali. Di certo però, elemento tanto noioso quanto essenziale, per arrivare al voto bisogna chiarire e sistemare al meglio il doppio Consultellum, il sistema elettorale col quale al momento la Corte Costituzionale ha stabilito gli argini per la legge elettorale.Dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum gli ultimi sondaggi elettorali e politici hanno chiesto agli italiani la loro opinione sulla legge elettorale. La Corte Costituzionale ha confermato il premio di maggioranza per il partito che supera la soglia del 40% dei voti mentre ha bocciato i ballottaggi mantenendo. Ma che cosa ne pensano gli elettori dell’Italicum? Lo ha chiesto a un campione di italiani l’Istituto Piepoli che ha effettuato questi sondaggi per Sky TG24 lo scorso 30 gennaio. Com’è noto la legge elettorale Italicum prevede un sistema proporzionale con forte premio di maggioranza per chi raggiunge il 40% delle preferenze, soglie di sbarramento per i partiti più piccoli e liste di candidati in parte bloccate in parte eleggibili con le preferenze. Agli elettori è stato quindi chiesto se approvano o meno questa legge elettorale. E la maggioranza degli italiani ha risposto di no: ha infatti espresso un parere contrario il 49% degli intervistati. Il 39% degli elettori approva invece l’Italicum così corretto. Infine, questi sondaggi elettorali e politici segnalano che il restate 12% non ha espresso alcuna opinione riguardo la legge elettorale.
Nel caso in cui la legislatura dovesse terminare prima della sua naturale scadenza uno dei temi dibattuti sui sondaggi politici ed elettorali che saranno inevitabilmente nei programmi specifici dei vari partiti, è certamente quello riguardante l’Euro. La decisione di preservare la moneta unica è stata messa in dubbio fortemente in Francia dal Front National di Marine Le Pen, ma anche in Italia la Lega Nord di Matteo Salvini vede nell’uscita dall’Euro la ricetta per far ripartire la crescita. Ma in caso di referendum sull’unione monetaria, cosa deciderebbero gli italiani? Il quotidiano Il Giornale ha commissionato un sondaggio su questo argomento all’istituto Eumetra Monterosa e la risposta è stata sorprendente: solo il 38% degli intervistati, infatti, ha asserito che voterebbe per il ritorno delle vecchie lire; il 47% ha detto che voterebbe per restare nell’Euro, mentre il 10% si asterrebbe e il 5% non sa. Insomma, moneta unica vituperata: ma ad oggi gli italiani non tornerebbero indietro…
Non è ovviamente ancora deciso nulla per le nuove liste in vista delle Politiche Nazionali, ma i sondaggi politici giustamente iniziano a fare i conti con le possibili novità tra i patiti alle prossime Elezioni tra 2017 e 2018, ancora la data è da scegliere. Sono Massimo D’Alema, con la minaccia di scissione dal Pd e Giuliano Pisapia, con la sua corrente di Riformisti di sinistra i possibili “nuovi” volti della politica italiana in vista del ritorno alle urne. Le intenzioni di voto registrate dai sondaggi di Winpll – Scenari Politici vedono subito qualche novità interessante, con il Pd che resta davanti ma con calo vistoso, così come i Cinque Stelle. Ecco i risultati nel dettaglio: se ci fossero oggi le elezioni, il Partito Democratico senza parte della minoranza “fuggita” con D’Alema prenderebbe il 25,7%, davanti al M5s al 24,1%; centro destra pressoché pari alla norma, con Lega Nord al 12,9%, Forza Italia al 13,1% e Fratelli d’Italia al 4,5%. Ed ecco la novità: Sinistra Italiana si vede spolpata, al 1,8%, visto che la possibile lista D’Alema prenderebbe il 5,8% e quella di Giuliano Pisapia otterrebbe invece un 4,3%. Una fetta interessante che potrebbe segnare e non poco le alleanze e i possibili futuri accordi elettorali.
Non solo elezioni, ma negli ultimi sondaggi elettorali e politici pubblicati da Euromedia Research in questi ultimi giorni si scopre come un tema importante ancora troppo al di fuori delle diatribe dei partiti italiani, ancora molto (troppo?) legati alle leadership interne. In questi sondaggi è stato chiesto agli elettori cosa intenderebbero votare qualora ci fosse anche in Italia un referendum per l’uscita o la permanenza del nostro Paese nella moneta unica dell’Euro. «Se fosse indetto un Referendum Euro, lei…» e a sorpresa, nonostante i vari problemi attivi da anni nel rapporto Roma-Bruxelles, la risposta è ancora filo-europeista. «Voterei a favore del ritorno alle vecchie lire», vede il 38% delle preferenze come risposta, mentre “voterei a favore del mantenimento dell’Euro” viene scelto dal 47%, ovvero dalla maggioranza degli italiani intervistati. Il 10% non andrebbe a votare, mentre il 5% ancora non si esprime: ora la domanda resta una e una sola, ci sarà davvero un referendum sull’Euro nei prossimi mesi qui in Italia?