Il candidato sindaco per il PD, Felice Casson, commenta il suo primo obiettivo sfumato, ovvero vincere al primo turno alle elezioni comunali di Venezia dello scorso weekend, iniziando già a pensare al 14 giugno, giorno del ballottaggio contro lo sfidante Brugnaro (centrodestra e già presidente di Confindustria Venezia). «Mi dispiace per Venezia che debba aspettare altri 14 giorni, noi abbiamo un programma preciso, chi vuole lo voterà. Io sono pronto. Su queste elezioni ha pesato l’impressionante ciclone-Zaia, che ha influenzato il voto locale: qui in Veneto è stata una bella scoppola per il PD, ma tra due settimane sarà tutta un’altra cosa, si penserà finalmente solo a Venezia, senza ulteriori condizionamenti». E sul candidato presidente alla regione, Alessandra Moretti, aggiunge Casson: «Era la candidata che ha vinto le primarie, il suo era un compito molto difficile, il ciclone Zaia è forte, non ha funzionato fino in fondo a livello comunale ma ha comunque avuto un certo peso». Chiosando sul ballottaggio, si dichiara sicuro: «Non sono preoccupato, sono pronto a fare il ballottaggio e a vincere».
Il segretario nazionale de La Destra Francesco Storace ha commentato i risultati delle elezioni regionali e amministrative del 31 maggio 2015, sottolineando il risultato ottenuto da Fratelli d’Italia, innalzato “a quinta forza politica del paese” a discapito del partito di Alfano. Storace ha evidenziato i buoni risultati raccolti dal partito in tutte le regioni, ad eccezione della Puglia, regione in cui è avvenuto “l’inutile tradimento di Adriana Poli Bortone, giunta quarta tra i candidati, come aveva pronosticato Giorgia Meloni”. Storace ha messo in evidenza anche il pessimo risultato raccolto da Forza Italia che, a suo parere, “dovrebbe mollare definitivamente le operazioni in salsa neocentrista”.
La presidente della commissione Antimafia, Rosi Bindi, ha definito “strumentale e infondata” la querela di Vincenzo De Luca nei suoi confronti: “Quella di De Luca è una denuncia priva di ogni fondamento, che ha scopi diversi da quelli che persegue la giustizia e che pertanto non mi crea alcuna preoccupazione”. L’ex sindaco si salerno però non è l’unico ad aver annunciato di voler portare la Bindi in tribunale. Sandra Lonardo Mastella, moglie dell’ex ministro Clemente Mastella e candidata non eletta al Consiglio regionale della Campania con Forza Italia nella circoscrizione di Benevento ha dichiarato: “Ho dato mandato ai miei legali di querelare per diffamazione e per attentato alla Costituzione l’onorevole Rosy Bindi. La presidente della Commissione antimafia – aggiunge Lonardo – ha abusato del suo ruolo istituzionale. Dovrebbe avvertire il dovere di dimettersi”. Sul piede di guerra contro Rosy Bindi anche Passariello di Fratelli d’Italia: “Sono stato inserito, a 12 ore dal silenzio elettorale, in un elenco di cosiddetti ‘impresentabilì stilato in base ad un codice di autoregolamentazione che la stessa Bindi ha violato. Non mi è stato dato, infatti, il tempo e il modo di essere ascoltato e difendermi dalle accuse peraltro imprecise”.
La Lega va da sola, niente Forza Italia. Lo ha detto Matteo Salvini commentando i risultati elettorali che vedono dopo queste regionali la Lega primo partito del centrodestra. Se si andasse adesso alle elezioni nazionali, ha detto, la Lega si presenterebbe da sola. E Berlusconi? Parlando al programma radio La zanzara Salvini ha detto che su temi importanti ad esempio l’Europa Forza Italia è sulla stessa linea di Renzi: “A Bruxelles Renzi e Berlusconi sono alleati”. Salvini è convinto di battere Renzi: “Se la Lega è il secondo partito in Toscana, una cosa inimmaginabile fino a ieri, perché non dovrebbe esserlo a livello nazionale?” ha detto. Sempre a proposito di elezioni dice che preferisce candidarsi alle nazionali piuttosto che a sindaco di Milano, città che ama molto e per cui si candiderebbe sindaco solo se non si votasse per le nazionali il prossimo anno. A proposito del grande sconfitto in Veneto l’ex leghista Tosi, ha detto che per lui non c’è più posto nella Lega: “Tosi non rientrerà più nella Lega, ha detto peste e corna di Zaia, Salvini e della Lega, non ha vinto neppure nella sua città, si è alleato con Alfano, si è giocato male le sue carte. In democrazia contano i voti e lui ne ha presi pochi. Auguri”.
Le elezioni regionali appena concluse hanno decretato un calo nei consensi del Partito Democratico di Matteo Renzi. Prendendo spunto dalla foto diventata virale nel web, in cui il premier viene ritratto mentre attende i risultati dello spoglio elettorale giocando alla Playstation, il capogruppo dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta ha dichiarato:”La Repubblica non è una play-station. Renzi, game over! Questa tornata elettorale segna la fine irreversibile del renzismo come corsa irresistibile a prendersi tutto”. Brunetta ha poi aggiunto:”I crudeli dati reali dell’Istituto Cattaneo dicono che il Pd ha perso due milioni di voti. Ma ha perso di più, adesso il Re è nudo, ed è inutile che cerchi di coprirsi con la tuta mimetica degli alpini in Afghanistan. E il Senato sarà un Vietnam”.
In seguito alle elezioni regionali in Liguria, che hanno consegnato la guida della regione al centrodestra dopo 10 anni di amministrazione di centrosinistra, il governatore uscente Claudio Burlando ha voluto dire la sua su quanto avvenuto nell’ultima tornata elettorale. Secondo Burlando il colpevole principale della disfatta del centrosinistra è Sergio Cofferati:”Quello che è successo è chiaro: Cofferati sta nel Pd, diventa parlamentare europeo, si candida alle primarie, perde, non gli va bene, se ne va e candida Pastorino.” Secondo Burlando “Cofferati ha interpretato queste regionali come una battaglia contro Renzi”, e a chi gli chiede se il problema non sia stato in realtà quello di aver optato per una candidatura debole come quella della Paita, l’ex governatore risponde:”Aveva vinto le primarie, cosa dovevamo fare? E soprattutto: chi avremmo potuto metterci?”.
Tra i trionfatori di queste elezioni regionali vi è certamente Giovanni Toti. Il consigliere politico di Silvio Berlusconi è stato eletto governatore della Regione Liguria, un territorio storicamente poco amico del centrodestra. In un’intervista al “Corriere della Sera“, Toti esprime tutta la sua soddisfazione per il risultato raggiunto, riservando qualche frecciatina a “quelli che premevano perchè Berlusconi mi lasciasse dov’ero: Verdini, verdiniani, fittiani…” e si attribuisce il merito “di aver consigliato più volte a Berlusconi di rompere il Patto del Nazareno con Renzi.”, rinsaldando i legami con la Lega. A chi gli chiede se l’accoppiata Toti-Salvini, potrebbe diventare nel 2018 quello che in gergo politico viene chiamato “ticket”, Toti risponde:”Mi sta chiedendo se io e Matteo possiamo essere la nuova versione di quello che l’asse tra Berlusconi e Bossi rappresentò per il centrodestra vincente? Allora la mia risposta è sì. In una versione rivisitata e corretta, ma certo.”
Successo pieno quello di Luca Zaia che si conferma governatore del Veneto. Sono adesso stati attribuiti i nuovi seggi del consiglio regionale, la lista Zaia si prende ben tredici posti, dieci vanno ai leghisti e tre a Forza Italia. Ecco tutti i nomi degli eletti. (13): – Treviso – Silvia Rizzotto, Sonia Brescacin, Nazzareno Gerolimetto, Alberto Villanova. – Vicenza – Nicola Ignazio Finco, Manuela Lanzarin; – Padova – Fabrizio Boron, Tiberio Businaro, Luciano Sandona’; – Verona – Stefano Valdegamberi; – Venezia – Francesco Calzavara, Fabiano Barbisan; – Belluno – Giampaolo Bottacin. (10): – Treviso – Giampiero Possamai, Riccardo Barbisan; – Vicenza – Roberto Ciambetti, Marino Finozzi; – Padova – Roberto Marcato, Giuseppe Pan; – Verona – Luca Coletto, Alessandro Montagnoli; – Venezia – Gianluca Forcolin; – Rovigo – Stefano Falconi. (3): – Padova – Massimiliano Barison; – Verona – Massimo Giorgetti; – Vicenza – Elena Donazzan. – (2): – Venezia – Ilaria Padoan; Treviso – Rolando Bortoluzzi. – (1): – Vicenza – Sergio Berlato. (8): – Vicenza – Stefano Fracasso; – Verona – Orietta Salemi; – Padova – Pietro Ruzzante, Claudio Sinigaglia; – Venezia – Bruno Pigozzo, Francesca Zottis; – Rovigo – Graziano Azzalin; – Treviso – Andrea Zanoni. (2): – Vicenza – Cristina Guarda; – Venezia – Franco Ferrari. – VENETO CIVICO (1): – Belluno – Alessandra Buzzo. (3): – Verona – Andrea Bassi, Stefano Casali; – Belluno – Matteo Toscani. (1): – Padova – Marino Zorzato. –
(1): – Verona – Giovanna Negro. – (4): – Padova – Jacopo Berti; – Vicenza – Marco Dalla Gassa; – Verona – Manuel Brusco; – Venezia – Erika Baldin.
A Giugliano in Campania si va al ballottaggio tra il candidato Antonio Poziello, indipendente, che ha ottenuto il 30,63% e Luigi Guarino (centrodestra) al 23,53%. Nel dettaglio Poziello ha ottenuto 16980 voti (30,63%). Nella sua coalizione la Lista civica Poziello sindaco ha ottenuto 7887 voti (14,55%); la Lista civica Giugliano Libera ha ottenuto 3658 voti (6,75%); Ncd ha ottenuto 232 voti (4,28%); Verdi ecologisti 1776 voti (3,27%); Lista civica socialisti per Gugliano 1446 (2,66%); il Partito socialista 130 voti (0,23%). Totale 17220 voti pari al 31,78%. Luigi Guarino ha ottenuto 13047 voti (23,53%). Nella sua coalizione Forza Italia ha ottenuto 5829 voti (10,75%); Lista civica Guarino 3373 voti (6,22%); Lista civica 100 volti pe rla svolta 2262 voti (4,17%); Lista civica camminiamo insieme 1326 voti (2,44%); totale 12790 voti (23,60%). Il candidato del Pd Francesco Guardascione ha ottenuto 10794 voti (19,47%) e il Pd 10744 voti pari al 19,83%. Il candidato Nicola Palam ha ottenuto 8003 voti pari al 14,43% e il M5S che lo candidava 7303 voti pari al 13,48%.
Ad Andria in Puglia eletto al primo turno il candidato sindaco del centrodestra Nicola Giorgino. Ha infatti ottenuto 30073 voti pari al 52,54%. Nel dettaglio la sua coalizione. Forza Italia ha preso 7619 voti (13,62%) e sei seggi; Lista civica Andria in movimento 5677 voti (10,15%) e quattro seggi; Oltre con Fitto 3522 (6,29%) e due seggi; Lista civica Andria possibile 3144 voti (5,62%) e due seggi; Lista civica Catuma 2712 voti (4,84%) e due seggi; Lista civica Andria nuova 2352 voti (4,20%) e un seggio; Lista civica alleanza per Andria 1903 voti (3,40%) e un seggio; Movimento politico Schittulli 1590 voti (2,84%) e un seggio; Noi con Salvini 1464 voti (2,61%) e un seggio; Fiamma tricolore 206 voti (0,36%) e nessun seggio. Il totale è 30189 voti pari al 53,98%. Il candidato del centrosinistra Sabino Fortunato ha preso 13889 voti (24,12%). Le sue liste: Pd 5396 voti (9,64%) e tre seggi; Lista civica 3 progettoAndria 3286 voti (5,87%) e un seggio; E Emiliano 2834 voti (5,06%) e un seggio; Lista civica Sabino Fortunato per Andria 1768 voti (3,16%) e un seggio; Lista civica Andria cambia verso 307 voti (0,54%) e nessun seggio); Italia dei valori 263 voti (0,47%) e nessun seggio. Totale 13854 voti (24,77%). Il candidato del Movimento cinque stelle Michele Coratella ha ottenuto 12.010 voti (20,86%), il M5s ha preso 10.496 voti pari al 18,76% e quattro seggi.
A Venezia si va al ballottaggio. Felice Casson candidato sindaco del centrosinistra e Luigi Brugnaro del centrodestra si sfideranno infatti al prossimo turno, anche se Casson parte favorito forte del 38% raggiunto, ma è da vedere se Brugnaro otterrà l’appoggio della Lega che nel primo turno ha corso da sola. Vediamo nel dettaglio i voti definitivi. Casson ha ottenuto 46298 voti pari al 38,01%. La lista civica che lo sosteneva ha preso 1991 voti pari al 17,10%; il Pd ha ottenuto 19667 voti (16,83%); i Verid europei-Sel-Civica 1845 voti (1,57%); Lista civica Venezia bene comune 1562 voti (1,33%); Socialisti e democratici 616 voti (0,52%); Centro democratico – Dem.Sol.-Adc 365 voti (0,31%). Il totale complessivo è stato di 44056 voti pari al 37,69%. Luigi Brugnaro ha ottenuto 34.790 voti (28,56%); la Lista civica Brugnaro 24353 voti (20,83%); Forza Italia 4405 voti (3,76%); Ncd-Udc-Area popolare 1870 voti (1,59%); Lista civica Boraso 1866 voti (1,59%); Lista civica Malgara 2020 952 voti (0,81%); il totale è di 33.445 voti pari al 28,61%. Al terzo posot si è classificato il candidato del Movimento cinque stelle Davide Scano che ha ottenuto personalmente 15348 voti pari al 12,60%, mentre il M5S ha ottenuto 15009 voti pari al 12,84%. Il candidato della Lega nord Gian Angelo Bellati ha ottenuto 14482 voti pari all’11,89%, nel dettaglio la Lega ha preso 10760 voti (9,20%); Lista civica Coesione popolare 1770 (1,51%); Indipendneza veneta 1189 voti (1,01%); Lista civica Mestre per Venezia 278 voti (0,23%). Il totale è pari a 13997 voti (11,97%). Francesca Zaccariotto ha ottenuto 8292 voti pari al 6,80% e nel dettaglio Lista civica Venezia domani 3726 voti (3,18%); Fratelli d’Italia 2466 voti (2,10%); Lista civica Zaccariotto 1655 voti (1,41%) e nel totale 7846 voti pari al 6,71%. Giampietro Pizzo ha ottenuto 1056 voti pari allo 0,86%, la sua Lista civica Venezia cambia 1102 voti pari allo 0,94%. Camilla Seibezzi ha preso 876 voti pari allo 0,71% la sua Lista civica 818 voti pari allo 0,69%. Alessandro Busetto ha ottenuto 419 voti pari allo 0,34% la lista Partito comunista die lavoratori che lo sosteneva 410 voti pari allo 0,35%. Infine Mario D’Elia ha ottenuto 216 voti pari allo 0,17%, la sua lista civica ha preso 200 voti pari allo 0,17%.
In attesa dei risultati definitivi sulle elezioni regionali e amministrative del 31 maggio 2015 è già tempo di fare i primi bilanci sulla tornata elettorale e sulle possibili ripercussioni a livello nazionale. Il Pd ha vinto le elezioni, confermandosi il primo partito italiano, ma in maniera meno netta rispetto alle ultime consultazioni, con la perdita di quasi 2 milioni di voti (fonte Istituto Cattaneo) e la continua frammentazione del partito, in cui restano i malumori dell’ala bersaniana e negli ultimi mesi si sono registrate fuoriuscite importante (come quella di Pippo Civati). Elezioni caratterizzate da un elevato astensionismo e dai buoni risultati di MoVimento 5 Stelle e Lega Nord che, tuttavia, in un sistema fortemente bipolare come quello attuale difficilmente potranno governare senza alleanze.
Solo 3 eletti, tutti in Campania, tra i 16 impresentabili inseriti nella lista della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi. Il nome più altisonante, tra quelli eletti nelle elezioni regionali del 31 maggio 2015, è senza alcun dubbio quello di Vincenzo De Luca (Partito Democratico), eletto governatore della Campania. Eletti consiglieri comunali anche l’ex sindaco di Pagani Alberico Gambino e Luciano Passariello (Fratelli d’Italia). Non ce la fanno gli altri 9 impresentabili campani, tra cui la moglie di Mastella, e i 4 impresentabili candidati in Puglia, Enzo Palmisano, Giovanni Copertino, Massimiliano Oggiano e Fabio Ladisa.
Tensione alta e conseguente ritardo negli scrutini nelle elezioni amministrative del 31 maggio a Mantova: in due sezioni scrutini a rilento a causa dei continui screzi sull’assegnazione delle schede tra rappresentanti di lista e presidenti dei seggi, e del malore di un presidente, a causa dello stress accumulato. Vanno al ballottaggio il candidato del Partito Democratico Mattia Palazzi (46,5%) e Paola Bulbarelli di Forza Italia (26,45%).
Domenica 31 maggio 2015 si sono svolte le operazioni di voto per le elezioni dei presidenti e dei consigli regionali in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Nella stessa giornata erano previste le elezioni dei sindaci e dei consigli di 512 comuni delle regioni a statuto ordinario (di cui 12 capoluoghi di provincia) e in numerosi comuni di regioni a statuto speciale
Come riportato dal Ministero dell’Interno, le elezioni nelle Regioni a statuto ordinario hanno interessato 18.976.354 elettori, di cui 9.156.839 di sesso maschile e 9.819.515 di sesso femminile (le sezioni saranno 22.943). Le elezioni in 679 comuni di regioni a statuto ordinario e della Sardegna (curate dal Viminale) hanno interessato 4.487.862 elettori, di cui 2.176.660 di sesso maschile e 2.311.202 di sesso femminile (le sezioni saranno 5.347). Il numero complessivo di elettori potenziali è stato quindi di , di cui 10.562.137 maschi e 11.297.188 femmine (il numero complessivo di sezioni è stato di 26.398). Sono 754 i comuni in cui si è votato il 31 maggio per eleggere il sindaco e rinnovare il consiglio comunale: 100 di questi sono sopra i 15 mila abitanti, mentre altri 3 sopra i 100mila abitanti (Andria, Giugliano in Campania e Venezia). Il comune più piccolo in cui si è votato? Castelmagno, in provincia di Cuneo, appena 77 abitanti.