Nella lunga trattativa tra Movimento 5 Stelle e Lega, non è solo il nodo del Premier il problema da risolvere per raggiungere un accordo che possa dare vita ad un Governo. Come sottolineato anche dal leader della Lega, Matteo Salvini, ci sono ancora delle distanze sul programma che potrebbero far saltare tutto. E’ stato chiesto del tempo in più a Mattarella, che non ha potuto far altro che concederlo, almeno momentaneamente. Questo perché l’unica alternativa a questo Governo “gialloverde”, così come è stato definito, è il ritorno alle urne. Punto che trova d’accordo al 100% sia Di Maio sia Salvini: bisogna trovare un accordo, anche economico, per realizzare flat tax e reddito di cittadinanza, così come occorrono coperture per quello che è stato definito il “superamento” della Legge Fornero. Serviranno altre ore febbrili di trattative, ma il tempo si riduce sempre più. (agg. di Fabio Belli)
SILENZIO DA MATTARELLA
I toni di Matteo Salvini sono alquanto diversi da quelli di Luigi Di Maio: uscendo dalle consultazioni con Mattarella, il leader della Lega mette molti più “se” e molte meno certezze sull’accordo finale. «Stiamo facendo uno sforzo enorme perché se dovessimo ragionare per convenienza politica non saremmo qui, a pane, convenienza, seggi e sondaggi. Saremmo i primi a dire “chi ce lo fa fare di trovare la quadra” con l’ipotesi di andare al voto il prima possibile», spiega schiettamente il segretario del Carroccio. Il succo del messaggio è rinchiudibile in pochi punti: serve tempo, non ci sono ancora accordi finali raggiunti su tutti i punti, se mancano le certezze sui dettagli si va tutti al voto. Salvini ha infatti spiega che farà di tutto fino in fondo per provare a dare un governo serio e stabile a questo paese: «non stiamo questionando sui nomi. Toto premier e calciomercato interessa ai giornalisti, ma stiamo discutendo animatamente sull’idea di Italia e sul programma. Se vado al governo farò quello che prometto ora, quindi è decisivo raggiungere una quadra su questi temi del contratto».
Su immigrazione e Fornero Lega e M5s sono su notevole distanza, aggiunge il segretario: serve una legge sulla legittima difesa da fare e soprattuto deve cambiare la posizione dell’Italia in Ue, «deve tornare la nostra centralità su lavoro, made in Italy e scuole, devo sbloccare i fondi per queste cose. Abbiamo vincoli esterni che non ce lo permettono, dobbiamo toglierli andando al governo». Si parte solo se si possono effettuare quei punti: «se non fossimo in grado di farlo non cominciamo neanche. Abbiamo chiesto altro tempo a Mattarella proprio per elaborare questi dettagli: non vogliamo spaccare centrodestra, ringrazio Berlusconi e Meloni per la possibilità che ci hanno dato. Condivisione su tutto non l’abbiamo ancora: o abbiamo programma omogeneo oppure si va al voto».
DI MAIO, “SERVE TEMPO: NOMI PREMIER NON NE FACCIAMO ANCORA”
Luigi Di Maio, uscendo dalle Consultazioni con Mattarella nell’ormai consueto “teatrino” della mini-conferenza stampa post-colloquio non ha detto nulla di trascendentale se non un punto chiaro. «Abbiamo chiesto qualche altro giorno per ultimare il programma di governo», ha spiegato il leader del M5s davanti ai cronisti schierati, con a fianco i “fidi” Giulia Grillo e Danilo Toninelli. A chi si attendeva il nome del premier, la conclusione del contratto di governo e pochi altri punti, tutti delusi: «Nomi non ne facciamo ancora, se parte questo governo parte la Terza Repubblica». L’impressione è che anche Salvini dirà più o meno le stesse cose attorno alle 18.30 quando concluderà il suo colloquio da Mattarella: poco fa su Facebook il segretario del Carroccio ha scritto una sorta di “sfogo ironico” sulle ultime ore di trattative. «Ho dormito un’ora stanotte, vado avanti a caffè e forse ho scelto il momento sbagliato per smettere di fumare…. Ma sono orgoglioso di mettercela tutta per mantenere le promesse e dare un futuro migliore all’Italia e ai nostri figli». Sapelli, Conte, Giorgetti: nulla di fatto, tutto rinviato alla decisione del Quirinale che potrebbe accettare l’ulteriore proroga di tempo o invece stringere i tempi e “mettere alle strette” i due giovani leader “azionisti” del prossimo Governo. QUI IL VIDEO DELLE CONSULTAZIONI DI DI MAIO-M5S
SALVINI, “PREMIER NON SARÀ DI MAIO”
Sono ore decisive per la formazione del nuovo Governo. Oggi, lunedì 14 maggio 2018, Lega e Movimento 5 Stelle saranno al Colle per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, dopo aver raggiunto un’intesa di massima sul programma, resta da sciogliere il nodo premier. Dopo il no a Luigi Sapelli, economista, come nuovo primo ministro, le ultime voci riportano di un incarico a Luigi Di Maio. Sulla possibilità è intervenuto il leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha smentito con un secco no l’eventualità. Arrivato a Montecitorio per cercare di risolvere la situazione, “c’è ancora da lavorare”, il segretario della Lega si è rifiutato di commentare l’ipotesi di Giuseppe Conte come nuovo premier, con il giurista molto vicino all’ambiente pentastellato. Una battuta abbastanza enigmatica invece su Giancarlo Giorgetti, suo braccio destro da tempo accostato alla poltrona di Presidente del Consiglio dei Ministri: “In panchina, sempre in panchina”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“NO SAPELLI PREMIER”
Dopo l’avanzamento del nome nuovo di Giulio Sapelli, arriva l’immediata controsmentita del Movimento 5 Stelle che prova a spegnere le voci sull’economista libero ed eclettico consigliato dalla Lega come possibile prossimo premier del Governo Lega-M5s (qui un profilo dettagliato del professore, anche collaboratore del Sussidiario.net). «Non è Giulio Sapelli il nome del premier che sarà portato al Colle», spiega Rocco Casalino, portavoce del Movimento 5 Stelle. Secondo alcune fonti della Lega, Sapelli non sarebbe l’unico nome da presentare, mentre alcuni dicono anche che non sarebbe proprio l’indicato di Salvini per Palazzo Chigi: insomma, tutto è di nuovo nel “caos” e nel “tatticismo” tra le sedi di Lega e M5s e il Quirinale, in attesa delle consultazioni a questo punto davvero decisive. All’Ansa poco fa il candidato (con “giallo”) Sapelli aveva però illustrato come il programma congiunto di Lega e M5s è non fattibile ma auspicabile: «si può operare in modo modulabile e nell’ambito di una revisione dei trattati europei, ma anche se ciò non avvenisse il programma è assolutamente fattibile». Pensatore libero, spesso critico delle logiche europeiste-tecnocratiche di questi ultimi anni, non è certo un personaggio “tranquillo” che possa essere facilmente governato dai suoi eventuali azionisti di maggioranza (Di Maio e Salvini) e forse anche per questo non sarebbe alla fine il nome che i due potranno fare al Colle. Ma restano, fino a dati certi, per ora solo chiacchiere e rumors senza conferme ufficiali: quello che è certo è che Sapelli è stato contatto, da qui a dire che sarà il prossimo premier lo saprà e lo dirà, eventualmente, Sergio Mattarella.
SAPELLI PREMIER, CRESCONO LE QUOTAZIONI
Governo Lega-M5s, l’economista Giulio Sapelli sarà il nuovo premier? Trovano importanti riscontri le indiscrezioni delle ultime ore, con Sapelli che ha confermato ai microfoni dell’Ansa di essere stato contattato dai due partiti circa la disponibilità di diventare il nuovo primo ministro: “E’ tutto vero. Sono stato contattato da entrambi le parti politiche e ho dato la mia piena disponibilità. Mi hanno spiegato che stanno valutando anche un altro profilo, quello di Conte e non mi hanno ancora detto chi hanno scelto”. L’accordo sul primo ministro ancora non c’è, con Matteo Salvini e Luigi Di Maio al lavoro per trovare l’intesa, ma l’economica ha confermato il sondaggio di Lega e Movimento 5 Stelle, fornendo informazioni anche sull’eventuale rosa di ministri “Ho detto loro che vorrò dire la mia sui ministri ho parlato con il collega Domenico Siniscalco, che spero di avere al mio fianco come ministro del Tesoro”. Attesi aggiornamenti nelle prossime ore. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI RENATO BRUNETTA
La mossa di Matteo Salvini e della Lega di provare a formare un Governo con il Movimento 5 Stelle non è piaciuta a Forza Italia. Renato Brunetta, tra i principali esponenti del partito guidato da Silvio Berlusconi, ha espresso la sua scontentezza ai microfoni di L’Aria che tira: “Salvini conta il 17 per cento, Di Maio il 32 per cento: è azionista di minoranza della coalizione Lega-Movimento 5 Stelle. Quindi comanda Di Maio”. Continua l’ex capogruppo alla Camera dei forzisti, sottolineando il suo disappunto: “Me lo aspettavo, vedendo come si è comportato negli ultimi due mesi: ha pensato di pensare il leader della coalizione, di prendere decisioni come quella di mettere il veto sul Pd, e si è messo nelle braccia di Di Maio. Il m5s ha fatto il contrario: i due forni li ha provati. Tradito da Salvini? Il tradimento è un sentimento molto importante, penso che Salvini non interpreta correttamente lo stare in coalizione. Non è stato scorretto, ha interpretato in maniera egemonica il ruolo della Lega. Per essere leader di una coalizione devi avere stile e rispetto, come ha avuto Berlusconi quando il Pdl era al 30 per cento. In un certo momento, quando la Lega era al 4 per cento, aveva governatori di Veneto, Lombardia e Piemonte. Così rende la coalizione più debole, solo quando ci si rispetta una coalizione funziona“. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SAPELLI O CONTE PREMIER?
Secondo il Corriere della Sera e altri retroscenisti del Quirinale, i nuovi nomi emersi che potrebbero essere portati da Lega e M5s al Colle durante le Consultazioni sono quelli del professore Giulio Sapelli (71 anni, economista e grande esperto di politica internazionale e non) e Giuseppe Conte (Ordinario di Diritto Privato a Firenze, vicepresidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa, individuato da Di Maio come ministro della Pubblica Amministrazione), rispettivamente su consiglio leghista e grillino. Sono premier “tecnici”, forse una via di uscita qualora il nome “politico” che Di Maio e Salvini faranno non convincerà appieno Mattarella (ammesso e non concesso che i due leader riescano a far emergere una sola candidatura condivisa, ndr). Il deputato della Lega Nicola Molteni ha confermato invece poco fa ad Agorà che Di Maio e Salvini «presenteranno a Mattarella un solo nome»; in attesa di capire se ciò effettivamente accadrà, resta il nodo parallelo del contratto Lega-M5s, a buon punto ma non ancora finito con pesanti divergenze emerse nelle ultime ore su migranti, sicurezza e opere pubbliche (secondo il retroscena di Repubblica). Situazione tutt’altro che definita insomma, con il Capo dello Stato che potrebbero prendersi un giorno in più di riflessione dopo questa giornata comunque decisiva per poter arrivare ad una scelta: non è escluso ancora che l’ipotesi Governo del Presidente rimanga in secondo piano e le possibili quotazioni salgono ogni ora che passa e ogni accordo che non viene raggiunto tra Di Maio e Salvini.
CONSULTAZIONI SEPARATE SENZA IL NOME DEL PREMIER?
Quando sembrava tutto in via di definizione arriva la novità che non ti aspetti e che potrebbe di nuovo ribaltare tutto: il Quirinale ha comunicato nuove consultazioni per la formazione del 65esimo Governo di questo Paese. Mattarella la ha fatte immediate, oggi pomeriggio, ma con Lega e M5s di nuovo separati il che non promette benissimo e fa intuire come vi siano ancora profonde differenze tra i due gruppi che andrebbero a formare una maggioranza. Alle ore 16.30 entrerà nel Salone della Vetrata il Movimento 5 Stelle con formazione al completo – Toninelli, Giulia Grillo e Di Maio – mentre alle ore 18 sarà la volta della Lega di Matteo Salvini, Gianmarco Centinaio e Giancarlo Giorgetti. Al momento, i due leader salgono al Quirinale senza ancora avere ancora un nome definito per il ruolo di Premier: Salvini e Di Maio continuano a promettere che sarà un solo nome e politico, ma saranno forse le prossime ore che potranno dare novità in questo senso. Vi è però il rischio che Di Maio possa riproporre la candidatura personale e non è detto che Salvini, stremato dalla situazione, non possa alla fine accettare rendendo però assai più complesso il ruolo di Forza Italia e FdI che un Governo a guida Di Maio farebbero molta, ma molta più fatica ad “astenerlo” o “votarlo” a seconda dei provvedimenti. Tutto ancora in gioco, questa sera (forse) se ne saprà di più..
IPOTESI VAGO O TREMONTI
È finito in piena notte l’ultimo vertice tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini a Milano. I leader di MoVimento 5 Stelle e Lega si sono ritrovati all’hotel President di Largo Augusto. L’incontro è durato tre ore, del resto aveva sul tavolo l’ultimo fondamentale dettaglio della trattativa: il nome del futuro premier. Non è ancora trapelato, ma è ancora avvolto da dubbi. L’identità del nuovo presidente del Consiglio non è stata rivelata neppure nella telefonata fatta ieri dal capo politico del M5s al Quirinale. Il primo a lasciare l’albergo è stato Salvini. Nella hall c’era la delegazione pentastellata: Vincenzo Spadafora, Stefano Buffagni, Pietro Dettori, oltre allo stesso Di Maio. Il gruppo è andato via a tarda notte tra dichiarazioni intrise di ottimismo. Da oggi la trattativa si sposta a Roma: alle 14.30 è previsto l’incontro negli uffici della Lega a Montecitorio per continuare a discutere del contratto di governo. Le ipotesi sul premier non mancano: il Corriere della Sera pala di Gianluca Vago, patologo, apprezzato rettore uscente dell’Università Statale. Alessandro Di Battista invece non avrebbe trovato gradimento in Lega, mentre Giulio Tremonti avrebbe smentito la sua candidatura. (agg. di Silvana Palazzo)
VERTICE NOTTURNO TRA DI MAIO E SALVINI
Mentre si apre una settimana decisiva per l’Italia dal punto di vista politico, continuano in maniera serrata i lavori tra MoVimento 5 Stelle e Lega. È andato in scena un nuovo vertice in tarda serata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Lo rivela Tgcom24, che fa riferimento a fonti che seguono la trattativa di governo. Si tratta del terzo incontro a Milano dopo quello al Pirellone e nello studio di commercialisti del deputato Stefano Buffagni. Sul tavolo c’è il nome del premier del governo giallo-verde. Più particolari sono stati forniti da RaiNews24, secondo cui il vertice notturno è in corso in un albergo del centro di Milano. Secondo alcune fonti, all’incontro è presente anche il vicesegretario della Lega, Giorgetti. E sarebbe presente anche colui che sarà indicato come premier del governo M5s-Lega. Un’altra svolta importante, decisiva, è dunque vicina. (agg. di Silvana Palazzo)
LEGA-M5S AL COLLE CON NOME PREMIER E CONTRATTO?
Dopo giorni di incontri e trattative è arrivata la fatidica svolta: questo governo giallo-verde s’ha da fare. Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno informato stasera il Colle, attraverso una telefonata al segretario generale Ugo Zampetti, che sono pronti a riferire. Decisiva la giornata di domani, o al massimo quella di martedì se il Quirinale volesse concedere più tempo, quando i leader di MoVimento 5 Stelle e Lega dovrebbero essere convocati per un nuovo giro di consultazioni dal presidente Sergio Mattarella per consegnare la proposta del premier e la prima bozza del contratto di governo. Le pagine sono diventate 36 con un indice composto di 23 punti. Il Sole 24 Ore ha parlato anche dei papabili ministri: ci sono i pentastellati Alfonso Bonafede (Giustizia), Vincenzo Spadafora (Rapporti con il Parlamento), Stefano Buffagni o Laura Castelli (Sviluppo economico), Giulia Grillo (Sanità) e i leghisti Armando Siri (anche lui per lo Sviluppo economico), Roberto Calderoli e Nicola Molteni. Ma tutto dipende dalla premiership. (agg. di Silvana Palazzo)
“PRONTI A RIFERIRE CONTRATTO LEGA-M5S”
Il vertice è concluso e la chiamata è stata fatta: Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno telefonato al Quirinale per avvisare Mattarella che non occorre altro tempo e che sono pronti a riferire sul “contratto di governo” stilato tra Lega e Movimento 5 Stelle. Così svelano fonti M5s e del Carroccio alla Camera, dopo che l’ultimo vertice tra i due leader pare si sia rivelato molto positivo chiarendo quasi tutti i punti “nodosi”. Su tutti il nome del premier, che al netto dei tatticismi, pare sia stato individuato e verrà presentato al Colle già nelle prossime ore (se non già comunicato nella recente telefonata, ndr): Di Maio ha ribadito che «sarà un politico e mai un tecnico. A momenti chiamiamo il Quirinale e diamo tutte le informazioni. È stata una giornata molto produttiva», ha detto Di Maio poco prima di telefonare direttamente al Capo dello Stato assieme al collega, ormai, di governo Matteo Salvini. Secondo il segretario del Carroccio – anche lui intercettato prima della telefonata più importante degli ultimi due mesi e mezzo ormai post-Elezioni – «Si lavora su tutto, giorno e notte, e poi vediamo di arrivarne a una conclusione. Mattarella? Verrà chiamato entro stasera». Non sarà una “rosa di nomi” ma uno e uno solo, «e che portiamo una squadra di calcio?» ironizza ancora Salvini. Curiosità attorno al nome: se dunque sarà un politico come dicono i due giovani leader, sarà interessante vedere verso quale “sponda politica” verterà il nome di Palazzo Chigi, se più assimilabile alla Lega o al M5s, a meno di sorprese “clamorose” che vedono nomi con più ampia “esplorazione” sia verso il centrodestra che il centrosinistra.
ULTIMO INCONTRO DI MAIO-SALVINI
L’ultimo incontro previsto per queste trattative, estenuanti, di Governo Lega-M5s è in corso in questi minuti: presenti solo Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che al termine dovrebbero comunicare al Quirinale l’esito finale di questa settimana di lavori e tavoli costanti. Qui trovate tutte le informazioni sul contenuto del contratto di Governo stilato dal lavoro delle ultime 48 ore, mentre la vera grande attesa ora è per il nome/i nomi del premier da presentare al Mattarella entro sera. Una linea di pensiero ritiene che sarà presentata una “terna” di nomi “tecnici” che possano garantire l’equidistanza tra M5s e Lega, mentre lo stesso Movimento 5 Stelle ha fatto sapere che verrà fatto tutto il possibile per un presidente del Consiglio «di alto profilo politico», spiegano le fonti alla Camera. Mentre ci si interroga su chi possa essere quella “figura”, il nuovo incontro a Milano tra i due leader potrebbero finalmente porre fine a questo infinito tempo post-Elezioni per arrivare in settimana al giuramento del nuovo governo “giallo-verde”. Attenzione però, non è detto che questa sera si esauriscano i tavoli: se non usciranno sostanziali novità tra Di Maio e Salvini, già domani mattina è probabile un nuovo tavolo tecnico negli uffici della Lega alla Camera dei Deputati per “limare” gli accordi sul contratto di Governo fatto a 22 punti
IL REDDITO DI CITTADINANZA NEL CONTRATTO
Tra questi svariati punti dell’intesa ci sarebbe il reddito di cittadinanza: lo ha spiegato questo pomeriggio Laura Castelli presente nelle ultime 48 ore nel tavolo ristretto di lavoro tra Lega e M5s: «ci sarà il nostro reddito di cittadinanza per intero, senza alcuna limatura, non si parla di reddito a tempo. […] Non ci sono punti difficili, ci sono temi che interessano i cittadini su cui si discute e si va avanti. Oggi abbiamo parlato di lavoro, superamento della Fornero, quota 100, categorie usuranti. Abbiamo fissato dei punti, è un lavoro laborioso, ci vuole tempo. Non ci sono punti su cui non c’è accordo». All’uscita dal Pirellone, il capogruppo al Senato Gianmarco Centinaio ha spiegato che «non ci sono punti che ci dividono, anzi ci avvicinano perchè vogliamo presentare il migliore programma possibile per questo Paese». Il Partito Democratico intanto, nelle parole del segretario reggente Maurizio Martina, ha commentato le parole del primo pomeriggio di Luigi Di Maio: «Leggo che Lega e Cinque Stelle avrebbero chiesto pazienza perché stanno ‘facendo la storia’. Consiglierei di rimanere con i piedi per terra nonostante da giorni abbiano preso in ostaggio il 23esimo piano del Pirellone. Di Maio e Salvini risparmino agli italiani altre sceneggiate inutili».