La Corte costituzionale non ha graziato i partiti, benché in un primo momento sembrasse intenzionata a farlo. Oggi, quindi, si esprimerà sul Porcellum. Nel primo pomeriggio di ieri era circolata la notizia secondo cui la Consulta avrebbe rinviato il pronunciamento sulla legge elettorale previsto per il 3 dicembre al 14 gennaio. Così facendo, avrebbe dato qualche settimana di respiro in più alle forze politiche che, ormai da anni, parlano di cambiare il Porcellum. Ma ne parlano soltanto, nonostante la materia sia di loro esclusiva competenza e nonostante l’abolizione dell’attuale sistema fosse la condizione necessaria posta da Napolitano per la sua rielezione. Salta, quindi, verosimilmente qualsivoglia ipotesi di accordo: ovvero, sul ritorno al Mattarellum corretto con la trasformazione del residuo 25% in senso maggioritario (magari, trasformandolo in premio di maggioranza); su un sistema a le liste bloccate, ma collegi molti piccoli; sull’introduzione del doppio turno di lista, laddove nessuno raggiunga la soglia stabilita per ottenere il premio di maggioranza. Angelo Panebianco, editorialista de Il Corriere della Sera, ci spiega che piega potrebbero assumere gli eventi.
Secondo lei, come potrebbe pronunciarsi la Corte?
Verosimilmente, potrebbe essere orientata a intervenire.
Potrebbe entrare nel merito?
Sì. D’altro canto, la politica ha dimostrato sin qui di non essere in grado di agire.
Perché no?
Perché fino ad oggi, i veti incrociati sono stati potentissimi. Qualunque proposta avanzata ha sempre trovato una maggioranza pronta a osteggiarla. Va anche detto che i parlamentari preferiscono l’attuale sistema. I più fedeli sanno che è il modo migliore per garantirsi la rielezione.
Se la Corte dovesse realmente pronunciarsi nel merito (bocciando il premio di maggioranza e le liste bloccate), il Parlamento che è stato eletto con la legge attuale potrebbe risultare illegittimo?
La situazione è complessa. La Corte, in un primo momento, aveva bocciato i referendum che chiedevano di abrogare parzialmente o completamente il Porcellum, sostenendo che si sarebbe determinato il rischio di un vuoto normativo, dal momento che la cancellazione dell’attuale sistema non avrebbe indotto l’automatico ripristino di quello precedente. Ora, invece, pare possibile il contrario: la decisione della Corte, a differenza del referendum, potrebbe riattivare il Mattarellum.
La politica, non essendo riuscita a riformare, perderà a questo punto definitivamente la faccia agli occhi dei cittadini?
Perdere la faccia mi pare l’ultimo dei problemi della politica. Ai cittadini, mediamente, della legge elettorale non gliene importa nulla. Il problema sarà, caso mai, capire con che legge ci ritroveremo.
Quante opzioni ci sono?
Oltre al già citato Mattarellum, la Consulta, bocciando il premio di maggioranza, potrebbe riconsegnarci un proporzionale puro.
La soluzione, tutto sommato, ai partiti potrebbe andare pilatescamente bene
Diciamo che il sistema proporzionale potrebbe interessare ai partiti minori. Ovvero, a quasi tutti tranne Renzi; e, forse, tranne Berlusconi. Il Mattarellum, infatti, incoraggiando la formazione di coalizioni, indurrebbe il Nuovo centrodestra ad allearsi con lui.
(Paolo Nessi)