Telefonata De Benedetti-Renzi, tra la leicità professata da Renzi e i dubbi sul possibile “aiutino” dato dall’ex Premier nell’ambito Banche Popolari. Berlusconi ha commentato con ironia la vicenda che implica De Benedetti e il leader del Partito Democratico, mentre è più duro il giudizio espresso dal Movimento Cinque Stelle per bocca di Alessandro Di Battista, tra gli esponenti di spicco dei grillini. Ecco le parole del deputato in una nota: “Renzi è in difficoltà ed è evidente che, sull’ennesimo scandalo bancario che questa volta lo coinvolge personalmente, mente spudoratamente. Qui la verità è che un imprenditore privato del Pd, finanziatore del partito ed editore del giornale di propaganda politica sempre dello stesso partito, come De Benedetti, è stato informato personalmente da Matteo Renzi, sia nei termini, nei modi, nella forma che nella sostanza, dell’imminente approvazione del suo governo del decreto, con effetti immediati, salva Etruria e salva banche popolari”. (Agg. Massimo Balsamo)
POPOLARI, TELEFONATA DE BENEDETTI-RENZI
Informazioni privilegiate sul contenuto del decreto di riforma delle banche Popolari sono state diffuse prima della sua presentazione ufficiale? Gli atti di Consob hanno sollevato nuovi retroscena e dubbi. Il materiale è contenuto in un procedimento della procura di Roma, per il quale peraltro pende una richiesta di archiviazione. Ma nelle pieghe di quel dossier c’è il nome dell’ex premier Matteo Renzi, come soggetto che avrebbe direttamente informato l’imprenditore Carlo De Benedetti. E questo è un particolare di non poco conto, perché inizialmente si era ipotizzato un coinvolgimento di ambienti Bankitalia nella rivelazione della riforma. Nell’informativa della Guardia di Finanza c’è la trascrizione della telefonata del 16 gennaio 2015 tra l’ingegnere De Benedetti e l’amministratore delegato di IntermonteSim, Gianluca Bolengo, suo investitore finanziario. Dalla conversazione emerge che l’imprenditore vuole comprare azioni delle Popolari, perché Renzi in persona gli ha detto dell’imminente emanazione del decreto. Dai documenti Consob risulta l’acquisto delle azioni. Il 20 gennaio successivo, a mercati chiusi, Renzi annuncia la riforma delle banche Popolari in società per azioni. In questa fase IntermonteSim rivende le azioni, quindi Carlo De Benedetti ottiene plusvalenze per circa 600mila euro.
Tutti questi atti – come riportato da Il Sole 24 Ore – sono finiti all’attenzione della procura di Roma, che ha aperto un’indagine. Matteo Renzi, che aveva negato di aver rivelato particolari della riforma prima della conferenza stampa e aveva ricordato che le anticipazioni erano state pubblicate dai giornali, era stato ascoltato dai pm. La stessa linea è stata adottata da De Benedetti. Nel registro degli indagati era stato iscritto il nome di Gianluca Bolengo con l’accusa di insider trading, ma a fine giugno 2016 i magistrati hanno avanzato la richiesta di archiviazione al giudice per le indagini preliminari, perché non ci sarebbe stata alcuna diffusione di informazioni privilegiate. Il documento è stato depositato alla Commissione bicamerale presieduta da Pier Ferdinando Casini.
POPOLARI, “AIUTINO” DI RENZI A DE BENEDETTI? LA REPLICA
La replica di Matteo Renzi sul caso “dell’aiutino” a Carlo De Benedetti è arrivata a Porta a Porta. «Tutto quello che ho fatto sulle popolari è pubblico e nelle mani della procura della Repubblica di Roma dove sono stato sentito da testimone. Quello che abbiamo fatto è perfettamente lecito. Perfino su Repubblica il giorno prima si parlava di quel provvedimento», ha dichiarato l’ex premier ai microfoni di Bruno Vespa. Renzi ribadisce dunque la sua «assoluta trasparenza» e aggiunto che quello che è stato fatto è «perfettamente lecito», lasciando alla procura di Roma le valutazioni. Per De Benedetti ha parlato, invece, un portavoce, come riportato da Il Giornale: «Non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata. L’approvazione della norma era ampiamente nota, al punto che Ubs aveva tenuto una conferenza stampa sul tema due settimane prima, presso la Borsa di Milano, consigliando di acquistare azioni delle banche popolari». Il commento di Silvio Berlusconi sulla vicenda è invece ironico: «De Benedetti è stato preso con le mani nella marmellata. Se fosse capitato a me sarei già in croce, in confronto il mio conflitto di interessi fa sorridere».