Ancora non ha parlato ufficialmente, ma parlano per lui gli atti pubblicati da Messaggero e Repubblica: sul caso Virginia Raggi-Salvatore Romeo, l’ex capo della segreteria avrebbe fatto sapere ai pm che lo interrogavano lo scorso febbraio sul contenuto della terza polizza a vita con beneficiaria il sindaco, che i motivi sarebbero i medesimi delle prime due polizze. Come i primi due contratti assicurativi stipulati nei primi mesi del 2016 per un importo complessivo di 33mila euro, anche il terzo investimento (per 8mila euro) e’ stato acceso da Romeo con la causale ‘motivi di affetto’. «Non sono sposato, non ho figli, non ho parenti, indico come beneficiari coloro a cui voglio bene e per i quali ho stima», si e’ giustificato Romeo con gli inquirenti. Resta aperto il motivo assai misterioso per il quale Romeo abbia aperto queste polizze verso la sindaca Raggi, che al momento si dichiara del tutto ignara per tute e tre le polizze e che oggi ha deciso di querelare il suo ex assistito.
Sul fronte Virginia Raggi e guai all’interno del Campidoglio, sono elementi strani, per ora non inseriti in particolari accuse, quelli nuovi usciti oggi contro Salvatore Romeo al momento ancora al silenzio dopo la nuova ondata. Elementi strani come quella terza polizza dedicata alla sindaca Raggi e strani come quel “giallo” ella cassetta di sicurezza intestata a Romeo. Salvatore Romeo era titolare di una cassetta di sicurezza che venne completamente svuotata il 19 dicembre, un lunedì. Primo giorno utile dopo l’arresto di Raffaele Marra, entrato a Regina Coeli con l’accusa di corruzione il venerdì precedente, il 16 dicembre”, riporta sempre Bonini su Repubblica. È stato contestato proprio questo fatto a Romeo nell’interrogatorio del 8 febbraio scorso (quando venne indagato per abuso di ufficio) e la riposta, che perviene tramite il Messaggero, fu la seguente: «”Nella cassetta, per quanto ne so, c’erano gioielli di famiglia dell’amica che usava la cassetta”, avrebbe detto agli inquirenti, in sintesi, Romeo. La cassetta di sicurezza, a detta del funzionario del campidoglio, pur essendo collegata al suo conto corrente, era utilizzata da una sua amica a titolo di «favore»».
Virginia Raggi prende formale distanze da Salvatore Romeo dopo che è spuntata anche una terza polizza a vita con beneficiaria la sindaca M5s di Roma: dopo le ultime novità confermate dalla stessa prima cittadina della Capitale, ora arriva la denuncia contro quello che fino a poche settimane fa era uno dei massimi collaboratori della Raggi, assieme a Frongia e Marra. «Ora spunta anche una terza polizza intestata dal dott. Romeo a mio nome. Questa stipulata addirittura due giorni dopo che ho annunciato di aver ricevuto un invito a comparire dalla procura di Roma. E’ inaccettabile che il dott. Romeo abbia fatto una cosa del genere. Ne prendo totalmente le distanze. A questo punto con i miei avvocati presenterò un esposto in Procura per tutelare la mia persona», fa sapere in una nota diffusa poco fa.
Dopo l’ennesimo “filone” aperto sulle polizze a vita intestate a Virginia Raggi dal suo ex collaboratore Salvatore Romeo, arriva la replica immediata del sindaco della Capitale che si vede ancora una volta estranea all’intera vicenda, nonostante questa terza polizza spuntata sarebbe stata stipulata da Romeo due giorni dopo l’avviso di garanzia ricevuto dalla Raggi. «Ho letto anche stamattina di questa polizza. Chiaramente sono io la prima a voler capire che sta succedendo. È Una vicenda che mi vede del tutto estranea», risponde l’avvocatessa M5s davanti al Campidoglio. Alla domanda sulla possibilità di querelare Romeo, Virginia replica ancora «stiamo lavorando con gli avvocati per capire cosa fare». Altro mistero, altro giallo e una giunta sempre più in bilico e con gli attacchi che provengono da ogni fronte.
Pare incredibile, ma su Virginia Raggi e la giunta M5s in Campidoglio rischia di scoppiare un nuovo caso, o meglio, un aggiornamento importante per no dei casi più intricati di questi ultimi mesi in comune di Roma. L’inchuesta per abuso di ufficio che inguaia la sindaca grillina e il suo ex capo della Segreteria, Salvatore Romeo, vede una importante novità rivelata da Carlo Bonini (uno dei giornalisti individuati da Grillo e Di Maio come responsabili nel “giornalismo killer” nei confronti del Movimento, ndr) sulla Repubblica di oggi. «Le polizze sulla vita accese da Salvatore Romeo “a beneficio e insaputa” di Virginia Raggi sono tre. Non due, come noto sin qui. E la terza, di 8 mila euro, è stata accesa da Romeo il 26 gennaio scorso, quarantotto ore dopo la notifica dell’avviso a comparire alla Raggi». Pare che la polizza abbia le stesse modalità delle altre due ma con un tempismo irragionevole e inspiegabile, se fosse verificata la veridicità di questa fonte; “Ho acceso la terza polizza per affetto verso Virginia Raggi. E lo volevo fare in un momento per lei particolare”, ha risposto lo stesso Romeo davanti alla Procura, ma il collega di Repubblica avanza una ipotesi più “raffinata”. «Che la mossa di Romeo, in quell’ultima settimana del gennaio scorso, sia studiata. E lo sia per precostituirsi la spiegazione che lui stesso si prepara a dare ai pm, secondo la quale quell’accendere assicurazioni a beneficio di ignari “amici” e “persone stimate” sia una prassi così innocua e “seriale” che aveva ritenuto di doverla e poterla proseguire anche nel pieno di un’inchiesta che lo coinvolgeva insieme alla beneficiaria (la Raggi)». Rischiosa quanto interessante, tutto sta se questa ipotesi venisse verificata e soprattutto a che cosa vorrebbe portare una mossa del genere nel complesso scacchiere della giunta Raggi in Campidoglio.
Ieri sera Virginia Raggi è tornata a parlare sul blog di Beppe Grillo per spiegare la sua posizione sulla questione dello stadio Roma e sulle ultime polemiche sui vari fronti pro e contro la nuova struttura sportiva per la squadra giallorossa. «Sullo stadio di Tor di Valle questa amministrazione non ha alcun accordo con la società. Stiamo lavorando, alacremente e con grande serietà, attraverso una delicata trattativa – tutt’ora in corso – con gli attori in campo. E, in ossequio agli impegni presi, manteniamo il massimo riserbo su questa trattativa proprio per evitare speculazioni esterne: immaginate quali siano gli interessi che si muovo attorno a quest’opera». Il sindaco Raggi prosegue poi indicando le motivazioni per cui non è possibile fare passi indietro rispetto a quanto già avviato dalle amministrazioni precedenti. «il progetto dello stadio a Tor di Valle lo ereditiamo dal sindaco Marino e dalla maggioranza Pd che, nel loro stile, hanno pensato più agli interessi particolari che a quelli generali, cioè di tutti i cittadini romani. Così, al nostro insediamento, ci siamo trovati con un progetto con una eccedenza di edificazione solamente del 70 per cento in più rispetto a quanto previsto dal piano regolatore generale. E, chiaramente, essendo entrati in corsa, ci siamo trovati un iter già avanzato e quasi a conclusione che, in altre parole, significa: causa multimilionaria all’orizzonte che la società potrebbe intentare contro il Comune di Roma, per via degli atti amministrativi compiuti dalla giunta Marino in accordo col Pd che hanno creato i presupposti per il mancato guadagno».
Insomma, niente colata di cemento come ha garantito Virginia Raggi ma anche una certa “impossibilità” a stralciare l’intero progetto del nuovo stadio capitolino. Intanto sul Campidoglio e sul sindaco piove una possibile altra “grana” che riguarda una figura spesso presente in tutti gli ultimi casi della giunta M5s, da Marra a Muraro, fino allo stesso stadio della Roma. Solleva tutto una nota della capogruppo in Campidoglio per il Pd, Michela Di Biase: «”Dall’intervista odierna che l’ex assessore Paola Muraro ha rilasciato al quotidiano ‘La Stampa’ abbiamo appreso che la nomina del direttore generale di Ama ‘fu fatta da Casaleggio attraverso tale avvocato Luca Lanzalone’. Alle trattative con l’A.S. Roma e ai tavoli tecnici per la rimodulazione del progetto dello stadio della Roma lo stesso avvocato genovese rappresenta l’amministrazione. All’avv. Luca Lanzalone il Campidoglio, sempre secondo notizie di stampa, sembra aver affidato il compito di passare al setaccio tutti gli atti dell’ex vice capo di gabinetto e capo del personale Raffaele Marra». Insomma, come continua poi la nota diffusa nella giornata di ieri, il nome di Lanzalone sembra tornare e spesso nelle vicende romane; «Siamo in presenza di una sorta di eminenza grigia cui appare essere stato affidato il compito di tutore del Sindaco o la sua rappresentanza in contesti decisionali particolarmente rilevanti per la città. Peraltro a tutt’oggi non risulta che all’avvocato Lanzalone sia stato assegnato un incarico di consulenza o che con il suo studio sia stato stipulato un contratto di assistenza alla prima cittadina da parte dell’amministrazione capitolina. E’ per i suddetti motivi che oggi stesso abbiamo presentato una interrogazione urgente al Sindaco per conoscere le modalità di pubblica rilevanza con i quali sono stati assegnati incarichi o attività di consulenza all’avvocato Luca Lanzalone e l’entità dei compensi, qualora siano previsti, riconosciuti per lo svolgimento di tale attività». Cosa risponderà Virginia Raggi? Si tratta di quel legame di raccordo che la stessa Muraro ha fatto intendere esserci tra il Campidoglio e la Casaleggio Associati? Il “caso” Lanzalone è destinato a durare e probabilmente sarà lo stesso gruppo M5s che proverà a replicare dalle accuse e critiche ricevute dal Pd.
Paola Taverna non è certamente la migliore amica in senso politico di Virginia Raggi: come con Roberta Lombardi, non hanno mai lesinato attacchi e critiche alla sindaca a Cinque Stelle, accusata spesso di non essersi scelta collaboratori più fidati. Ma oggi arriva una difesa sperticata, nata dagli ultimi giorni di profondi attacchi mediatici contro la sindaca per i casi Marra, Romeo e Berdini. «Io sono perfettamente cosciente che c’è uno scandalo impressionate che coinvolge Lotti, che coinvolge una delle truffe più grandi che esistono, e sulla stampa non c’è scritto nulla, io di leggere cose su Virginia Raggi non ne posso più, basta, veramente a questa donna hanno contato anche i tre capelli bianchi in più che le sono venuti da quando è stata eletta», racconta la pasionaria M5s a Radio Cusano Campus. Per la Lombardia è vomitevole e spregevole quanto scritto in questi giorni sulla collega di Movimento: «ci sono stati degli errori, lo ha ammesso, stiamo cercando di andare avanti, ci hanno lasciato una città che fa schifo, se la sono spolpata, non c’è una cosa che è stata fatta a norma di legge e ogni giorno si scrive sulla Raggi? Ma basta, è palese che è un accanimento senza confronti, io non ho mai visto una cosa del genere. Anche oggi, apri il giornale e Berdini, e la chat, e la Raggi, e che palle! Basta. Libero di venerdì? Non solo il titolo, anche l’articolo era vomitevole. Ma si può fare una prima pagina del genere?». (Niccolò Magnani)