A poche ore dal voto di fiducia sulla manovra finanziaria del governo Monti rimangono sul tappeto alcuni temi importanti. Nonostante infatti i numerosi emendamenti proposti dalle forze politiche e inseriti in manovra, temi legati fra di loro come giovani e famiglia sono apparsi trascurati ai più. Secondo l’ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, a questa manovra manca completamente l’aspetto che riguarda lo sviluppo del mondo del lavoro. Un tema che per forza di cose è legato ai giovani. Così, come ha detto nel corso di una conversazione con IlSussidiario.net, trascurato è anche il discorso relativo alla natalità: “Dispiace che l’esecutivo non abbia fatto passare un nostro provvedimento sulla riduzione dell’Iva sui prodotti di prima infanzia”. Secondo la Meloni, “avrebbe dato un segnale di attenzione verso quel grande problema che è la criticità data dal fatto che i figli oggi sono considerati un bene di lusso”.
Onorevole Meloni, cosa sta facendo il suo partito sul tema giovani e famiglie in questa fase della vita politica?
Ci sono una serie di norme che noi abbiamo contribuito a correggere, durante il lavoro parlamentare. Un lavoro che a differenza di quanto sostiene qualche forza politica, è molto attivo. Il ruolo dei partiti in questa fase non può essere un restare lì e schiacciare un bottone per votare dei provvedimenti che calano dall’alto perché la politica ha ancora molte cose da dire.
Se ci sono stati adeguamenti in tema di equità e di sostegno alle famiglie quei provvedimenti si devono soprattutto al lavoro fatto in Parlamento.
Ci faccia qualche esempio.
Penso al tema dell’Imu con la detrazione dei figli dall’imposta sulla prima casa. Penso al fatto che è stata alzata la soglia sopra la quale non si può applicare l’indicizzazione delle pensioni e di contro è stato messo un contributo di solidarietà significativo sulle pensioni d’oro, che curiosamente non erano state toccate dal governo cosiddetto dell’equità.
C’è invece un tema, un punto, di quelli proposti dal governo che apprezzate senza bisogno di nuovi interventi?
Credo ci sia un provvedimento sicuramente interessante da sostenere, quello cioè che riguarda l’Irap la possibilità di sostenere chi assume giovani e donne perché questo può aiutare nei confronti delle giovani generazioni. Ma sicuramente nella manovra del governo manca del tutto l’aspetto che riguarda lo sviluppo.
Quali sono i punti in questo senso che il governo dovrebbe invece affrontare?
Lo stesso Monti ha dichiarato che questa parte di interventi sarà figlia della fase due del governo, ma sicuramente va affrontato tutto il problema del mercato del lavoro. Finora provvedimenti diretti non ne abbiamo visti. Penso alla questione pensionistica: abbiamo senz’altro bisogno di riequilibrare i diritti fra generazioni diverse, ma lo abbiamo anche davanti alla sfida di investire le risorse che si risparmiano in politiche attive che possano arrivare alle giovani generazioni.
Giovani generazioni che sembra siano state trascurate.
Si tratta di spostare la spesa improduttiva a spesa produttiva perché noi spendiamo di più della media europea in spesa previdenziale in rapporto alla spesa complessiva cosiddetta sociale. Sono tutte spese che togliamo alla politica attiva nei confronti dei giovani e delle famiglie specie nell’inserimento nel mondo del lavoro e nel campo della natalità.
In questo senso, c’è qualche provvedimento da voi proposto che il governo non ha preso in considerazione?
A me dispiace molto che il governo abbia dato parere contrario e quindi non sia passato l’emendamento che avevamo preparato nel quale ero tra i primi firmatari, e che chiedeva che nel momento in cui si aumenta l’iva al 23% di dare invece un segno di attenzione sul tema della maternità e della natalità.
In che modo?
Portando l’iva al 4% sui prodotti della prima infanzia: avrebbe avuto bisogno di una copertura non particolarmente esorbitante e avrebbe dato un segnale di attenzione verso quel grande problema che è la criticità data dal fatto che oggi i figli sono un bene di lusso.
Di quanto da lei fatto come ministro della gioventù, c’è qualcosa che lei rivendica e che secondo lei andrebbe recuperato?
Due cose che io spero che questo governo intenda mandare avanti. Una è il pacchetto Diritto al futuro nel il quale il ministero della gioventù, un ministero senza portafoglio, ha investito oltre 300 milioni di euro. Si è dato vita a strumenti che prima non esistevano, cito ad esempio il fondo con il quale lo Stato elargisce mutui alle coppie che hanno più di metà del reddito da lavoro precario. Un mutuo cioè per le coppie di precari. In questo senso abbiamo istituito il prestito di onore e gli incentivi a famiglie e giovani, e anche un incentivo per chi assume giovani disoccupati sposati a tempo indeterminato.
La seconda cosa?
Attualmente c’è al Senato la legge istituzionale varata dal precedente governo che era stata approvata alla Camera con il sostegno di tutte le forze politiche. Questa legge faceva due cose: poneva l’adeguamento dell’età per si può essere eleggibili all’età in cui si vota per Camera e Senato. Ma soprattutto l’introduzione nella Costituzione del principio dell’equità fra le generazioni che è elemento estremamente importante. Se l’avessimo sin dall’inizio nella nostra Costituzione non avremmo ad esempio oggi il terzo debito pubblico al mondo.