C’è grande attesa per le “considerazioni finali” che il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, pronuncerà oggi all’Assemblea dei partecipanti. In molti finora hanno cercato di individuare i punti che toccherà in base agli avvenimenti degli ultimi anni: il consolidamento del sistema bancario italiano e la necessità od opportunità di nuovi modelli di governance, la crisi seguita al crollo dei mutui subprime e la funzione di chi deve esercitare la vigilanza, la grande fuga dal risparmio gestito con il conseguente obbligo di una più marcata divisione di ruoli fra chi gestisce e chi distribuisce prodotti finanziari legati al risparmio. E altro ancora.
Come suggerisce Graziano Tarantini, Presidente di Banca Akros, vi sono, nel mondo bancario, finanziario ed economico, molti problemi aperti, in attesa di risposta: le grandi fusioni si sono tradotte in benefici per la clientela? I modelli di governance sono più confacenti alla conservazione di posti di potere o a una maggiore efficienza? Il conflitto di interessi si è attenuato o è rimasto invariato oppure si è addirittura acuito? La fuga dal risparmio gestito è stata dovuta all’immissione sul mercato di altri prodotti solo apparentemente più redditizi, o è avvenuta anche per la scarsa capacità e la non indipendenza dei gestori? Di chi sono le responsabilità se le imprese faticano a fare un salto dimensionale?