Gianmarco Centinaio, capogruppo al Senato della Lega e uomo fidato di Matteo Salvini, è intervenuto ai microfono di Porta a Porta ed ha fatto il punto della situazione sulla formazione del Governo. Tema caldo il Ministero dell’Interno: “La proposta che stiamo facendo è quella di avere un ministero di alto livello ed è quello che vorremmo proporre al Presidente della Repubblica”. Molto chiacchierato, soprattutto all’Economia, Giancarlo Giorgetti: “L’autorevolezza gli permette di poter fare qualsiasi cosa, è tra le persone più autorevoli del Parlamento”. Centinaio ha poi commentato i rumors sul suo possibile ruolo di Governo: “Io in questo momento faccio il capo-gruppo di 58 senatori dopo che l’ho fatto di 12: è molto impegnativo. Sono un uomo di partito: ciò che mi chiederà la Lega, lo farò”. Conclude poi l’esponente del Carroccio: “Siamo in un punto in cui bisogna rendersi conto che l’Italia ha bisogno di un Governo e noi ci siamo presi la responsabilità, andando anche contro parte dell’opinione pubblica, di provarci. Oggi come oggi penso che il fatto di voler dare un governo a questo Paese deve andare oltre le ambizioni personali”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LAURA CASTELLI SULLA TAV
Continuano le discussioni sul contratto di Governo M5s-Lega. I lavori proseguono senza sosta alla ricerca della fumata bianca definitiva, restano ancora diversi i nodi da sciogliere. L’accordo ha subito delle mutazioni negli ultimi giorni e tra i punti più interessanti riguarda la Tav e l’asse con la Francia. La deputata pentastella Laura Castelli ha commentato così tramite la propria pagina ufficiale di Facebook: “”Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”. Questa frase, cosi come scritta rende più forte la nostra lotta perché appellarsi all’accordo tra Italia e Francia è modo concreto per evidenziare l’inesistenza del presupposto alla realizzazione dell’opera. E’ scritto all’art. 1 dell’accordo che richiede la saturazione (traffico minimo per giustificare l’opera)”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALVINI: “O SI CHIUDE LUNEDI’ O DECIDE MATTARELLA”
Nuove dichiarazioni da Aosta di Matteo Salvini, impegnato in campagna elettorale per le elezioni regionali in programma il prossimo 20 maggio 2018. Dopo le belle parole spese sul lavoro fin qui svolto dalla sua Lega e dal Movimento 5 Stelle per la stesura del contratto di Governo, il segretario del Carroccio ha analizzato con chiarezza la situazione sul nuovo esecutivo, lasciando spazio ad un possibile mancato accordo: “O si chiude lunedì oppure abbiamo fatto in pochissimo tempo un lavoro enorme del quale qualcuno ci sarà grato”. Un ultimatum lanciato a Luigi Di Maio? Il nodo premier ancora da sciogliere oppure delle distanze da limare su alcuni punti del contratto del cambiamento? Continua Matteo Salvini: “Noi ce l’abbiamo messa tutta, se non si chiude la parola tornerà al presidente Sergio Mattarella: non vogliamo portare via altro tempo. Io sono ottimista per natura, ma a volte bisogna essere anche realisti: ci sono scelte che dipendono da noi, altre che dipendono da altri”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“PREMIER? SARA’ PERSONA SERIA, SE CI SARA’…”
Ad Aosta per il lancio finale della campagna elettorale delle Regionali di domenica prossima, Matteo Salvini commenta positivamente l’esito del contratto di Governo (che ora chiama anche lui “del Cambiamento”, le magie della politica, ndr) siglato e quasi terminato con i Cinque Stelle. «Per la prima volta nella storia in Italia per la fase di formazione di un Governo non ci si sta scannando su chi fa il ministro o il viceministro, anzi non ne abbiamo sostanzialmente parlato, ma il confronto è solo e soltanto, sull’ambiente, sulla scuola, sulla legittima difesa, sul jobs act, sulla riforma della giustizia, sulle legge Fornero. E siamo arrivati ad un punto di lavoro molto positivo», ha spiegato il Capo della Lega. Resta una forte distanza ancora sul premier e non vi sono novità sui nomi: sia per non “bruciarli” e sia perché Salvini e Di Maio stanno cercando di trovare una sintesi che possa farsi garante di quel Contratto che questa sera verrà ultimato (si spera). «Un identikit del premier? Una persona seria. Il premier, se ci sarà, sarà il garante dell’attuazione di questo programma. Quindi non diamo pacchetti chiusi a nessuno. Il premier, chiunque sia, ovviamente sarà protagonista, o magari è già protagonista della stesura di questo programma», annuncia ancora Salvini, che poi lancia un sibillino “avviso ai naviganti”. «Spero che non vi siano opposizioni o veti interni in Italia alla nascita di questo Governo, non vorrei che qualcuno non voglia far partire il Cambiamento..». Che si riferisca ancora al Colle?
DI MAIO, “DOMANI IL VOTO ONLINE SUL CONTRATTO”
Il contratto è (quasi) ok ma rimane il nodo del premier: le ultime che arrivano dal Parlamento ci dicono quanto finora immaginato nelle ultime 48 ore. Il contratto per il cambiamento si avrà e sarà stipulato entro sera dai gruppi di Lega e M5s, ma sul premier ancora nulla è stato deciso: «Sono stati sciolti tutti i nodi sul contratto e nei prossimi giorni scioglieremo quello sul premier», ha confermato il leader del M5s dopo pranzo vicino a Montecitorio. In quella bozza che stasera sarà poi presumibilmente inviata al Colle – in attesa dell’incontro vero e proprio da lunedì in poi – sarà presente la norma sul conflitto d’interessi che i grillini vogliano utilizzare per porre fine al monopolio di Berlusconi sulla tv generalista: la Lega frena, anche per non rompere il Centrodestra, ma Berlusconi lascia intendere che il rischio di strappare per andare al voto rimane, «Difficile fare previsioni: mi auguro che duri se potrà fare qualcosa di buono per il Paese, in caso contrario meglio ridare la parola agli italiani al più presto», ha fatto sapere il leader di Forza Italia questo pomeriggio. Intanto, sempre sul fronte premier, a Tg Com24 è intervenuto uno dei colonnelli della Lega e vice di Salvini, Gianmarco Centinaio che spiazzando un po’ tutti ha rivelato che «si va verso un premier terzo», smentendo quanto viene detto da ore, ovvero che un membro M5s (Carelli, Bonafede o lo stesso Di Maio) salirà a Palazzo Chigi. Intanto domani, o al massimo sabato, si terrà il voto online sulla piattaforma Rousseau per tutti gli iscritti M5s sull’agognato contratto di Governo: «Credo che domani il contratto sarà messo al voto online degli iscritti».
LA RUSSIA PLAUDE AL GOVERNO M5S-LEGA
Fa felice la Russia il nuovo governo che sta nascendo in questi giorni, composto da esponenti del Movimento 5 Stelle e della Lega. Come sottolineato da Quotidiano.net, la nazione di Putin sarebbe soddisfatta, come fa sapere una fonte vicina al Cremlino, visto che il nuovo esecutivo vorrebbe ritirare le sanzione Ue alla Russia, come incluso appunto nel nuovo contratto di Governo. Si tratterà senza dubbio di “un buon segno”, fanno sapere dall’est dell’Europa, una scelta accolta con il sorriso che l’Italia potrebbe sfruttare in futuro in caso di necessità. Nel frattempo proseguono le consultazioni fra Di Maio e Salvini per la ricerca di un nuovo Premier. La sensazione circolante è che la luce in fondo al tunnel sembra intravedersi, e che la prossima settimana sia realmente il momento buono per la nascita del nuovo esecutivo. Molto probabilmente ai 5 Stelle toccherà scegliere il nome del Presidente del Consiglio, lasciando “qualcosa” alla Lega, come ad esempio il Ministro degli interni: staremo a vedere gli sviluppi delle prossime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
REDDITO DI CITTADINANZA PER DUE ANNI
Proseguono i lavori riguardanti il nuovo governo giallo-verde costituito da esponenti del Movimento 5 Stelle e della Lega. Di Maio e Salvini si sono incontrati nuovamente quest’oggi, e ogni giorno che passa è un giorno in meno dalla fumata bianca. Il nuovo esecutivo non dovrebbe vedere la luce entro questo fine settimana, ma lunedì potrebbe essere il giorno indicato per la fumata bianca e quindi per la conseguente salita al Colle e la richiesta della fiducia al presidente Mattarella. Resta il grande nodo relativo al candidato Premier, e a cascata, a tutti i ministri che comporranno il nuovo governo, che dovrebbe comunque essere snello, con poche figure al suo interno. Intanto, come sottolineato dai colleghi del quotidiano La Repubblica, si continua a lavorare sui punti del programma, e fra quelli cruciali vi è senza dubbio il reddito di cittadinanza, questione che forse più delle altre ha fatto ottenere voti ai 5 Stelle durante le recenti elezioni. La Lega si è sempre detta un po’ scettica su questo fronte, ma stando alle ultime indiscrezioni pare che il governo che sta nascendo si sarebbe dato un limite temporale per erogarlo, ovvero, al massimo per due anni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONTRATTO CHIUSO, ANZI NO…
Il contratto è chiuso. Anzi no. Anzi sì. Oppure forse… la schizofrenia non abbandona la trattativa infinita per il Governo e dopo la conclusione del vertice di questa mattina tra Di Maio e Salvini non tutto ancora è stato deciso. Ad esempio, “dettaglio”, il nome del premier: «Io e Salvini abbiamo finito il lavoro, il contratto sarà chiuso entro stasera. Ci sono punti da limare ma non sono dirimenti. Sul premier stiamo ancora ragionando, c’è qualche passo avanti»: specie per quest’ultima parte detta da Di Maio davanti alla Camera si profilano le più ampie interpretazioni. Si va dal nome già deciso ma non divulgabile, dalle fratture ancora presenti tra Lega e M5s fino ad una rosa di nomi approvata e sottoposta al Quirinale per un “consiglio” ultimo. Intanto il leader leghista ha fatto sapere che «il vertice con Di Maio è andato bene», sebbene fonti del Carroccio spiegano come non ancora tutto è concluso né contratto né nome premier. Intanto lunedì dovrebbe essere la data giusta per vedere Di Maio e Salvini al Colle da Mattarella a fine di quasi tre mesi di tempo dopo le elezioni del 4 marzo: «E’ una data realistica quella di lunedì prossimo», spiegano i Cinque Stelle dopo che nel weekend sia i grillini che i leghisti presenteranno il contratto di Governo nei gazebo in piazza.
TRATTATIVA IN CORSO, BECCHI “C’È IL NOME DEL PREMIER”
Secondo il professore Paolo Becchi, ex collaboratore M5s e molto vicino ancora ad alcuni parlamentari grillini, il nome del premier è cosa fatta. «Il nome è stato trovato, c’è la fumata bianca, M5s e Lega hanno trovato accordo sul nome e oggi riferiranno al presidente Mattarella», spiega il docente ai microfoni di “6 su Radio”. L’impressione, al netto delle indiscrezioni, è che manchi davvero poco per poter far partire il Governo Lega-M5s. Col contratto chiuso in 39 pagine e 29 capitoli principali, i due giovani leader stanno provando a mediare sul nome del premier con i più che danno ormai per cosa fatta la divisione delle cariche: alla Lega il Viminale e al M5s Palazzo Chigi, ora però si tratta sui nomi specifici. L’ipotesi Di Maio ancora non è stata abbandonata, ma probabilmente al rush finale si proverà a trovare un nome che non sia “troppo divisivo” con l’alleato leghista, Spatafora e Fraccaro su tutti. Mariastella Gelmini a Radio Anch’io tiene il punto su quanto sia stata Forza Italia a permettere tutto ciò: «Se questo tentativo tra Lega e Movimento 5 Stelle è stato possibile lo si deve al presidente Berlusconi che, con un gesto di responsabilità, ha consentito che non si rompa il centrodestra, da un lato, e, dall’altro, che avesse luogo questa possibilità di dare un governo al Paese dopo 70 giorni di stallo. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Adesso si tratta di capire se questo governo nasce e per fare che cosa». Si attende dunque l’annuncio ufficiale anche per capire come e chi andrà al Quirinale per riferire il tutto, contratto di Governo compreso.
NUOVO VERTICE DI MAIO-SALVINI ALLA CAMERA
È in corso l’ennesimo vertice tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini dopo la lunga giornata (per molti campale) di ieri dove si è arrivati a chiudere il contratto per il Governo del cambiamento tra Lega e Movimento 5 Stelle (qui tutti i dettagli del contratto e le trattative politiche). Alla Camera i due giovani leader stanno provando a siglare definitivamente l’accordo di Governo, con tutti i punti nodosi ancora in campo (pensioni, migranti, rapporti Ue, lavoro e giustizia) ma soprattuto provano a trovare la quadra per il nome del premier condiviso da presentare al Quirinale nelle prossime ore/giorni. Stando a quanto conosciuto fin ora, l’intesa tra i due verte su circa 40 pagine con 29 punti di contrato in cui l’intesa è stata raggiunta sul fronte Euro (nessun referendum per l’uscita, linea condivisa di volta in volta con i partner europei), sul reddito di cittadinanza, sulla flat tax e sul taglio ai costi della politica. Sparisce la richiesta di cancellazione del debito, riduzione parlamentari e tema vaccini (di cui ancora bisogna capire se sarà confermata l’obbligatorietà scolastica o se invece verrà rivisto il decreto Lorenzin). Secondo le ultimissime novità, tanto Di Maio quanto Matteo Salvini non dovrebbero entrare nella squadra di governo – che avrà solo nomi politici, affermano i due gruppi parlamentari – ma fare quel passo di lato “decisivo” per poter evitare al prossimo Presidente del Consiglio l’imbarazzo di avere nel CdM i due principali azionisti di Governo, «Io mi auguro che ci siamo, sarebbe un modo anche per metterci alla prova, ma se per arrivare a far partire un governo è utile che il segretario della Lega e il capo politico del Movimento 5 stelle stiano fuori staremo fuori», spiegava ieri Di Maio.
LA ROSA DEI NOMI
Come detto anche ieri da Di Maio e Salvini, la trattativa andrà ad oltranza fino a che non si arriverà a ridurre la rosa ad uno, massimo due nomi da verificare poi con Mattarella per l’effettiva validità della scelta. Dovrà essere un nome condiviso, politico e non è detto che possa essere “terzo”: dopo le trattative della notte e prima di entrare a Montecitorio questa mattina, pare che le carte siano leggermente cambiate e un Cinque Stelle potrebbe essere provato come primo ministro. Stando alle indiscrezioni di stampa, i nomi in campo sono quelli di Bonafede, Fraccaro, Spadafora o Vito Crimi, oltre allo stesso Di Maio che come ipotesi rimane in piedi. Pare sia tramontata l’idea di una staffetta con Salvini, con la Lega che invece avrebbe richiesto (e ottenuto) la guida del Ministero degli Interni, come fortemente voluto dal Carroccio. Stando a quanto scrive Repubblica poco fa, Massolo (presidente del Cda di Fincantieri) potrebbe essere il nuovo ministro degli Esteri, Bonafede alla Giustizia se non farà il premier e Giorgetti potrebbe essere il nuovo sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi. Per la Lega anche Turismo e Agricoltura mentre Politiche Ue ed Economia, pare, possano essere affidate ai tecnici (torna di attualità Sapelli?). Tutto è ancora in gioco e fino a che non si sbloccherà la trattativa personale tra i due leader non si saprà la tempistica e l’effettiva realizzazione finale del “contratto per il Governo del cambiamento”, come recita la bozza finora uscita.