Sono giornate importanti per la politica italiana. Sotto tutti gli aspetti. Per la maggioranza, alle prese con una crisi economica e finanziaria senza precedenti. E per l’opposizione, che forse si prepara a risolvere i propri conflitti interni. Siamo alla fase del regolamento dei conti, come ha chiesto Nicola Latorre.
Che ci sia una “faida” tra correnti e correntine è ormai chiaro; più incerto è invece il panorama per il futuro prossimo venturo, la risposta cioè alla domanda: come trovare una nuova compattezza? E con chi?
Veltroni è ormai alle strette, anche se nelle ultime ore ha dimostrato di non essere proprio a corto di cartucce. La fronda dalemiana è ormai uscita allo scoperto, dopo mesi di certosina campagna di organizzazione. Ha scatenato il fuoco di fila e le conseguenze non si fanno attendere. I circoli di RED, la creatura dalemiana, sono ormai più numerosi di quelli del PD e solo il vituperato “pizzino” dello stesso Latorre ha stoppato per un attimo la gioiosa macchina da guerra. Al centro delle polemiche c’è, come noto, la questione della Vigilanza RAI, alla cui presidenza è stato eletto il PD Villari, che non ha alcuna intenzione di dimettersi. E come dargli torto? L’alternativa sarebbe quella, gradita ai due schieramenti, di Sergio Zavoli; ma la posta in palio è troppo alta per rinunciare in virtù solo della disciplina di partito. Il PD deciderà quale altro provvedimento assumere, dopo l’espulsione dello stesso Villari. C’è poi la questione della collocazione europea, che opportunamente, a pochi mesi dalle elezioni per il Parlamento di Strasburgo, Rutelli ha posto con forza. Nessuno ha voglia di morire socialista, almeno nell’ala più moderata del partito.
Non dimentichiamoci, poi, degli ex prodiani, che in questi giorni si arroccano nella difesa di un passato che – per fortuna – non torna.
Temi ad argomenti che è bene affrontare al più presto. In dubbio restano la data del chiarimento e le sue modalità. I dalemiani premono per un congresso straordinario da convocare già nelle prossime settimane, e comunque prima del voto per le europee. La fronda veltroniana crede di poter assestare un colpo mortale a questi regolamenti di conti con un buon successo elettorale proprio in quella circostanza. E tra pettegolezzi, rumors politici, attacchi incrociati, il governo fa ciò che vuole, senza avere un’opposizione credibile.
Berlusconi potrà continuare a giocare al gatto e il topo indisturbato, almeno fino a quando tutte le anime di questo sgangherato PD non si saranno acquietate.