Si allarga ulteriormente il solco tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi quando il traguardo di un governo tra Lega e Movimento 5 Stelle sembra essere ormai vicinissimo, come hanno confermato sia il segretario del Carroccio che il capo politico dei grillini Luigi Di Maio. Intercettato dai cronisti nell’atto di votare il contratto di governo con il M5s in un gazebo di Milano, Salvini ha precisato:”Conto di dare risposte non solo agli elettori della Lega ma anche di centrodestra”, rispondendo di fatto alle critiche che ieri gli aveva mosso Berlusconi, parlando di un programma lontano dai valori della coalizione. E proprio al leader di Forza Italia, Salvini ha riservato una stoccata non da poco:”Berlusconi premier? In democrazia decidono gli italiani”, sottolineando una volta di più che la guida adesso spetta alla Lega. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “ANCHE I MINISTRI VANNO CONDIVISI CON M5S”
Si procede a grandi passi (non possiamo dire spediti visto che la trattativa va avanti da quasi 3 mesi!) verso la nascita di un governo M5s-Lega. La conferma arriva direttamente da Matteo Salvini, nonostante l’appello a “tornare a casa” nel centrodestra lanciato nelle ultime ore da Silvio Berlusconi. Come riportato dalle agenzie, il leader del Carroccio sul nodo premier ha dichiarato:”Né io né Di Maio premier, è chiaro fin dall’inizio”, precisando che il Presidente del Consiglio deve essere “una figura che vada bene a entrambi, con una esperienza professionale incontestabile”. Il segretario leghista ha annunciato che domani incontrerà Di Maio per l’ultima volta prima di salire al Quirinale insieme al capo politico del M5s:”Le idee sul nome ce l’abbiamo ma per rispetto lo facciamo prima al presidente della Repubblica. Lunedì saliremo al Colle con un nome solo”. Tutto fatto dunque? Non proprio. Salvini infatti ai cronisti ha specificato che “chi darà una mano a portare avanti il progetto deve andare bene a tutti e due, deve essere condiviso, perché rappresentiamo milioni di italiani, questo vale anche per i ministri”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO, “TORINO-LIONE NON SERVE PIU’. LO DIREMO ALLA FRANCIA”
Il governo M5s-Lega che sta per nascere sarà NoTav: lo ha di fatto annunciato da Ivrea il leader dei penstatellati Luigi Di Maio. Come riportato da La Repubblica, il capo politico dei grillini ha dichiarato:”La Torino-Lione non serve più, poteva servire trent’anni fa, ora è inutile. Andremo a parlare con la Francia”. Di Maio ha rivendicato il convincimento di una scelta che è stata tanto avversata dagli altri partiti, ma che di fatto costituisce una delle bandiere del MoVimento:”Stiamo facendo la riforma dei diritti sociali. E li dentro ci sono le nostre battaglie, come quella contro la Tav in valle di Susa. Noi abbiamo riportato sotto i riflettori i temi che dovevamo essere discussi in campagna elettorale e il 94 per cento degli elettori cinque stelle hanno votato a favore. Ci sono stati momenti in cui pensavo di non farcela, adesso sono ottimista”. Ma come prenderà l’elettorato della Lega – e in generale del centrodestra – questa svolta NoTav? (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO, “PREMIER SARA’ AMICO DEL POPOLO”
Il premier del governo M5s-Lega sarà «amico del popolo». Lo ha annunciato Luigi Di Maio, che stasera o domani svelerà il nome del presidente del Consiglio. L’ultimo ostacolo da superare è proprio questo. «Approvato il contratto di governo, nelle prossime ore, entro questo fine settimana scioglieremo anche la riserva, il nodo sul premier e poi ci dedicheremo alla formazione della squadra di governo», ha detto il capo politico del MoVimento 5 Stelle ai grillini. Per Davide Casaleggio comunque il premier ideale resta Di Maio. A chi gli chiedeva se sarà proprio Di Maio ad andare a Palazzo Chigi, Casaleggio ha però replicato: «Non lo so, non mi sto occupando di questo tema». C’è soddisfazione comunque tra i pentastellati: «Noi ci stiamo impegnando a siglare un contratto di governo, lo abbiamo sottoposto ai nostri iscritti che lo hanno votato, adesso la vera sfida è realizzarlo. Il contratto recepisce tutti i venti punti per la qualità della vita che erano nel nostro programma», ha dichiarato il deputato M5s Adriano Varrica a Palermo. Dal canto suo Matteo Salvini ha rispolverato su Twitter l’hashtag #andiamoagovernare. (agg. di Silvana Palazzo)
MATTARELLA E IL TOTO PREMIER: “PARLERÒ SOLO CON LUI”
C’è grande attesa per conoscere il nome del Premier, il Presidente del Consiglio che avrà l’onore di guidare l’Italia riunendo la formazione del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord. Il contratto è già stato stilato e sottoscritto dai due schieramenti, e l’ultima stesura verrà letta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, solamente nella giornata di lunedì, quando i due leader politici Luigi Di Maio e Matteo Salvini, saliranno appunto al Colle per chiedere la fiducia. Come sottolineato dal Quotidiano.net, il Capo dello Stato ha spiegato che parlerà di Ministri solamente con il nuovo presidente del consiglio, che tra l’altro spetta proprio allo stesso Mattarella incaricare. A questo punto sorge spontanea la domanda: chi sarà il politico che rappresenterà la nostra nazione? Nelle ultime ore si sono fatte diverse ipotesi, con la Lega che spingerebbe per una figura “terza”, non necessariamente proposta dallo stesso Carroccio. «Una figura terza – ha detto Salvini – di alto profilo e con un cursus politico, promossa dai 5 Stelle e condivisa». Non ci resta quindi che attendere questa fatidica fumata bianca. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TOTO PREMIER
Tutto in discesa il percorso che dovrà affrontare nelle prossime ore il nuovo governo composto da Movimento 5 Stelle e Lega. Dopo che è stato ufficializzato il contratto, sottoscritto da entrambi gli schieramenti, resta “solo” da decidere chi sarà il prossimo Presidente del Consiglio. Matteo Salvini ha fatto recentemente capire che la figura del Premier non sarà poi così “fondamentale” «Se la rotta è ben impostata – ha detto – non importa chi guida», ma è logico che qualcuno andrà scelto per rappresentare l’Italia. Stando a quanto scrive stamane il quotidiano Il Corriere della Sera, il nome potrebbe essere proposto dai pentastellati, che avrebbero messo sul piatto Andrea Roventini, già indicato per il ministero dell’Economica, e Giuseppe Conte, docente di diritto privato a Firenze e a Roma. La fumata bianca potrebbe arrivare forse già nella giornata odierna, dopo una nuova riunione fiume a Roma fra i due schieramenti: sono attese importanti novità nelle prossime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL 94% DEL M5S HA VOTATO IL CONTRATTO
Oltre il 94% del MoVimento 5 Stelle ha votato sì alla ratifica del contratto di governo con la Lega, uno step fondamentale per procedere nelle tappe verso l’accordo. Il contratto però continua a far discutere: il Wall Street Journal parla di partiti «in rotta di collisione con l’Europa». Critico il Financial Times con i minibot, mentre il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia si mostra scettico. In questa giornata così importante Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno deciso di non vedersi, ma di limitarsi a contatti telefonici. Lo showdown sulla premiership è stato rinviato a domani, ultimo giorno utile prima della salite al Colle di lunedì. Le incognite non mancano, ma c’è un accordo di massima che prevederebbe la scelta del capo del governo su indicazione del M5S, a patto che non sia Di Maio. «Su Luigi il segretario della Lega ha imposto un veto, perché il ruolo di premier gli darebbe troppa visibilità», confidano dallo staff del capo politico del Movimento. Come riportato dall’Avvenire, nelle ultime ore avanza la candidatura di Giuseppe Conte, un profilo che dovrebbe risultare anche gradito al Quirinale. Sullo sfondo resta l’alternativa politica di Riccardo Fraccaro. La scelta di tenere le carte coperte fino all’ultimo sarebbe dettata dalla volontà di non infastidire il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. (agg. di Silvana Palazzo)
DI MAIO, PRESSING A SALVINI: “MANCANO SOLO LE FIRME”
Dopo aver annunciato in diretta Facebook l’esito del voto online della base M5S al contratto di governo preparato con la Lega, Luigi Di Maio ha pubblicato un lungo post sul Blog delle Stelle. «Adesso mancano solo le firme e poi sarà il governo del cambiamento perché ora c’è nero su bianco quello che abbiamo detto in campagna elettorale», ha annunciato il capo politico del MoVimento 5 Stelle. Il “sogno” di Di Maio sta per realizzarsi: «Con questo governo l’Italia cambia davvero». A chi è contro al contratto con la Lega risponde: «La paura ti fa restare immobile, il coraggio ti dà la forza per cambiare tutto. È il momento del coraggio. Andiamo avanti insieme per l’Italia!». Di Maio ha ottenuto quel che sperava: una indiscutibile legittimazione da parte del suo popolo, peraltro in tempi utili per “bruciare” l’alleato-rivale Matteo Salvini. Nel pomeriggio c’era chi prospettava uno slittamento della chiusura della votazione a sabato, ma alla fine si è fatto di tutto per chiudere in serata. (agg. di Silvana Palazzo)
DI MAIO: “DA BASE M5S 94% SÌ AL CONTRATTO”
Un «plebiscito»: ha definito così Luigi Di Maio l’esito del voto online del MoVimento 5 Stelle al contratto di governo preparato con la Lega. Hanno partecipato 44.796 persone al voto, di cui 42.274 hanno espresso parere favorevole. Quindi oltre il 94% degli iscritti al M5s ha detto sì all’accordo con Matteo Salvini. Lo ha annunciato il capo politico pentastellato in una diretta Facebook: «È un grandissimo risultato, un plebiscito di fiducia e di entusiasmo che ci mette sulla strada giusta per questo governo, perché così diamo il via alla firma del contratto di governo». Di Maio ha spiegato che ora si passa al terzo stop, dopo la stesura del contratto e la votazione online, cioè la «» formazione della squadra di governo, visto che anche dalla Lega è arrivato il via libera. «Non so se sarà il presidente del Consiglio», ha precisato Di Maio, che nel filmato ha ripercorso i punti più importanti del contratto. «Sono molto fiducioso», ha concluso. Clicca qui per vedere il video dell’annuncio di Di Maio. (agg. di Silvana Palazzo)
SALVINI: “BERLUSCONI SCONCERTANTE”
Se da un lato il Movimento 5 Stelle continua a provare nelle difficili trattative con la Lega sul fronte premier, con Luigi Di Maio intervenuto poco fa proprio a proposito, nel Centrodestra si assiste allo scontro oggi fortissimo tra Lega e Forza Italia, a due giorni dal voto in Valle d’Aosta che li vede di fatto staccati anche nelle liste candidate nella più piccola regione d’Italia. Ma andiamo con ordine e iniziamo con l’ultima dichiarazione del leader M5s, giunto anche lui ad Aosta per la chiusura della campagna elettorale: «Sono stati sciolti tutti i nodi sul contratto e nei prossimi giorni scioglieremo quello sul premier. Se sono io il problema, sono disponibile a non fare il Presidente del Consiglio», aprendo così di fatto ad una impennata di possibilità su eventuali “premier terzi”. Mentre però Di Maio tenta di trovare con Salvini la quadra definitiva, il leader leghista vede giungere l’attacco interno alla coalizione del presidente di Forza Italia: lo scontro e le accuse giunte con ferocia politica da Berlusconi, Salvini replica con un netto «sono parole sconcertanti quelle dette dal presidente Berlusconi», sia per quanto riguarda la “proposta” di fare lui il premier in un governo di Centrodestra e sia sule “programma eversivo” definito dal leader azzurro. La giornata volge al termine, novità sul premier non ve ne sono ma scossoni in una delle due compagini protagoniste si scorgono neanche tanto difficilmente..
VIA LIBERA DEL CONSIGLIO FEDERALE LEGA AL CONTRATTO
Meno 4 ore dalla chiusura delle votazioni per il Contatto di Governo sulla piattaforma Rousseau (qui una sintesi di tutti i punti) e – a parte qualche critica per le lunghe tempistiche – sembra funzionare per ora il voto su quel Rousseau che non è riuscito a convincere il Garante della Privacy, tanto da far uscire una nota ieri con tutte le perplessità sulla sicurezza della votazione. Entro il 30 settembre le misure segnalate dal Garante dovranno essere sistemate, ma al momento viene considerato valido il voto sul programma condiviso tra Lega e M5s, passo necessario per poter proseguire verso la definizione della maggioranza. Intanto il Consiglio Federale della Lega ha dato il via libera al contratto scritto a 4 mani con Di Maio e si appresta a presentarlo ai gazebo in piazza domani e domenica. Quanto resta evidente dopo la lettura del testo è che, rispetto alle prime bozze, si tratta di un programma di governo notevolmente più “soft”, frutto molto probabilmente di quelle (tante) critiche piovute in poco tempo da Ue, Bce e forse anche Quirinale. Oltre ai punti economici “restylizzati”, dal testo è sparito quel Comitato di Conciliazione che da molti era stato paragonato al Gran Consiglio del Fascismo; scompare tal testo e viene rimandato il “controllo” sul programma ad un generale «accordo fra le parti». Resta solo, rispetto all’idea iniziale di un organo che “controllasse” l’azione del Consiglio dei Ministri, evidentemente incostituzionale, «la funzione di dirimere le controversie, come quella di suggerire soluzioni. Viene meno però la centralità dell’organo nella fase deliberante e allentata la morsa di un’intesa di largo respiro per sbrigliare gli affari più ostici e divisivi», spiega Huffington Post.
SALVINI, “PROGRAMMA NEL SOLCO DEL CENTRODESTRA”
Matteo Salvini, prima dell’attacco a testa bassa fatto da Berlusconi, aveva spiegato su Facebook che dopo «giorni e notti di lavoro, tanti punti del programma della Lega e del Centrodestra in questo contratto di Governo». Così però non la pensa il leder di Forza Italia, che potrebbe anche aver provato una “tattica” in modo poi da giustificare il non voto su molti punti del programma all’interno del piano di “astensione critica”. Salvini ne è invece convinto che il “Contratto per il cambiamento” rappresenta un punto di incontro con i 5Stelle, questo sì, ma anche numerose iniziative presenti nel programma di Centrodestra: «Dalla sicurezza alle pensioni, dall’immigrazione al lavoro, dalla legittima difesa alla flat tax, dalla chiusura dei campi rom agli asili gratis per le famiglie italiane, dall’autonomia delle regioni alla chiusura delle cartelle di Equitalia», spiega il leader della Lega e di quella coalizione che ora rischia di implodere. «Una preoccupazione molto forte, c’è anche una delusione profonda, perché ci sono troppi punti opposti al contratto Centrodestra, in alcuni punti sulla giustizia siamo nella direzione più giustizialista possibile e ci danno forti motivi di preoccupazione», ha invece contro risposto Berlusconi.
BERLUSCONI ATTACCA SALVINI: “IO PRONTO A GOVERNO CDX”
«In questo momento c’è molta distanza tra me e Salvini, gli ho consigliato di tornare a casa»: Silvio Berlusconi a ruota libera poco fa ad Aosta, per la campagna elettorale Regionali, dopo aver letto e osservato da vicino il contratto di Governo tra Lega e M5s. Se i principali analisti politici ritengono che quel contratto sia molto più “verde” che “giallo”, vedendo un’impronta decisamente leghista nelle 40 pagine di programma, il leader di Forza Italia non accetta che Salvini possa aver marcato una “netta distanza” a quanto promesso in campagna elettorale nel programma unitario con FdI e FI. È evidente che una distanza doveva esserci anche perché Berlusconi non fa parte del Governo e proprio su questo punto si è discusso per mesi prima di trovare la quadra: ma Silvio fa un passo in più e “prefigura” una rottura nella coalizione, «Salvini non ha mai parlato a nome della coalizione di centrodestra, ha sempre e solo parlato a nome proprio o a nome della Lega. La coalizione con un programma comune è assolutamente un’altra cosa e non ha nulla a che vedere con il Movimento 5 Stelle». Non solo, Berlusconi si candida eventuale premier di un governo di Centrodestra, qualora l’affaire Salvini-Di Maio non decollasse: «Al momento non c’è nessuno con l’esperienza necessaria per fare il premier, io sono disponibile se Mattarella mi darà l’incarico. Sono sicuro che il Centrodestra troverebbe il consenso per far partire il governo», conclude uno scatenato (e utopico) ex Cavaliere.
INIZIATO IL VOTO ONLINE SU ROUSSEAU
Alle ore 10 e fino alle ore 20 sarà possibile per gli iscritti del Movimento 5 Stelle votare il Contratto di Governo sulla piattaforma Rousseau, il Sistema Operativo del M5s diretto da Davide Casaleggio. Lo ha spiegato questa mattina con un post sul Blog delle Stelle Luigi Di Maio, presentando l’apertura del voto – come spesso accade, va detto, senza alcun preavviso – e la chiusura prevista per questa sera. «Sono davvero felice. Sono stati 70 giorni molto intensi, sono accadute tantissime cose, ma alla fine siamo riusciti a realizzare quanto avevamo annunciato in campagna elettorale. Un contratto di governo che vincola due forze politiche, che sono e rimangono alternative, a rispettare e fare quanto hanno promesso ai cittadini. Sono davvero felice perchè in questo contratto non ci sono solo delle proposte, non c’è solo un’idea di Paese, non ci sono solo le nostre battaglie storiche. In questo contratto ci sono le persone che ho incontrato in campagna elettorale». scrive il leader politico del M5s. Di Maio spiega che se gli iscritti decideranno che quella è la strada giusta da percorrere, «nonostante quello che dicono tutti i giornaloni italiani e stranieri, nonostante qualche burocrate a Bruxelles, nonostante lo spread, allora come capo politico del MoVimento 5 Stelle firmerò questo contratto per far finalmente partire il governo del cambiamento. Adesso è il vostro momento». Annuncia poi che nel weekend saranno disponibili gli attivisti grillini nelle piazze e nei gazebo per poter spiegare al meglio i contenuti del contratto. Salvini farò lo stesso con i suoi elettori per la Lega e in vista di lunedì, se tutto andrà bene, ci sarà la decisiva salita al Colle. Assieme al voto su Rousseau, è stato messo disponibile e consultabile il Contratto stesso: eccolo qui in un nostro approfondimento che ne spiega tutte le tappe di elaborazione.
DI MAIO-SALVINI, “NOI NON SAREMO PREMIER”
Per la partita sul premier gli accordi sono ancora in alto mare tra Di Maio e Salvini: per tutto il resto, il contratto chiuso ieri sera dovrebbe essere stato definitivamente chiuso: le bozze che circolano ancora in giro tra i vari organi di stampa sul contratto sono in parte “vecchie” e in parte ottengono i nuovi temi “limati” dai tavoli tecnici di Lega e Movimento 5 Stelle chiusisi ieri in maniera definitiva. Lo stallo sembra, questa volta, vicino all’addio con un Governo che potrebbe entro lunedì essere presentato “ufficiosamente” a Mattarella per poter poi dare atto formale nella prossima settimana. «Né io né Di Maio saremo premier», ha tagliato cortissimo ieri sera ad Aosta Matteo Salvini, facendo intendere che i toni dell’accordo sono ancora tesi su quel punto. Oggi dovrebbero vedersi di nuovo a Milano e l’impressione è che si stia cercando un nome tra i grillini che possa piacere anche al Carroccio, o ancor più difficile un “nome terzo” che possa fungere da sintesi per entrambi gli azionisti di governo. Lunedì si va tutti al Colle per proporre la squadra, ma le fumate nere continuano e ieri Salvini si è detto sibillino sulla possibilità che non per forze si arriverà ad un accordo, se non ci sono le condizioni. «Senza un accordo, spiega Salvini, «la parola tornerà al presidente Mattarella. Altro tempo non ne vogliamo portare via»; Di Maio è invece molto più possibilista (anche perché parte dalla forza di avere più voti e seggi e di poter fare la “voce grossa”), «Adesso stiamo ragionando sul nome del premier. È la cosa che dobbiamo ancora dirimere, ma sono sicuro che troveremo una soluzione. Vi dico che sono molto fiducioso perché, creata la base del governo, il premier non sarà un problema».
LA NUOVA BOZZA DEL CONTRATTO
Si chiama “Contratto per il Governo del cambiamento”, vede la firma di Lega e Movimento 5 Stelle ma non è ancora ben chiaro quale “bozza” circoli sui giornali che possa essere quella giusta. Molto semplicemente si può risolvere il tutto partendo dall’assunto che l’ultimissima versione del Contratto messa a punto dai tavoli tecnici di Giorgetti e Spadafora è un sostanziale “maxi-ammorbidimento” dei punti principali d’attrito fra le due forze del prossimo Governo. Ci sarà la flat tax e il reddito di cittadinanza, ma bisognerà capire con quali coperture e con quali tempistiche; ci saranno i vaccini con la ridiscussione sul decreto Lorenzin, ancora senza sapere bene se per toglierlo o per modificarlo; non vi sarà il referendum sull’Euro e il piano Ue verrà ridimensionato rispetto agli accordi con i partner europei. All’ultimo spuntano provvedimenti per il Sud (dopo le polemiche contro il M5s per non aver inserito il piano del Contratto iniziale, ndr) e sulla legittima difesa per il piano Giustizia («si prevede la riforma e l’estensione della legittima difesa domiciliare, eliminando gli elementi di incertezza interpretativa (con riferimento in particolare alla valutazione della proporzionalità tra difesa e offesa), che pregiudicano la piena tutela della persona che ha subito un’intrusione nella propria abitazione e nel proprio luogo di lavoro», si legge nella bozza). Importante, anche qui modificata dopo la prima versione uscita, il cambio netto sulla questione Alta Velocità: niente stop ai lavori, passando dal No Tav al Sì Tav. E poi tanti altri punti ancora, con una bozza che è pronta a divenire carta ufficiale da portare al Quirinale con un unico, grande punto di domanda che prende dentro tutti gli altri: e le coperture?