Parlare di Terza Guerra Mondiale non sempre può essere corretto per descrivere i possibili futuri scenari geopolitici in un periodo davvero così complesso come questo: eppure in questo caso, con le parole del fondatore di “Stratfor”, ci sentiamo quantomeno di prendere in considerazione l’avviso allarmistico. Per George Friedman, il celebre politologo americano, ha lanciato la “bomba” che in molti immaginano ma non esprimono: «non c’è stato ancora un secolo, dove non c’è stata una guerra rilevante, nel senso che l’intero sistema mondiale si scuote. Credete che questo secolo sarà l’unico senza un conflitto tale? Sono pronto a questa scommessa». Dal 13 novembre scorso, con gli attentati di Parigi, il livello di scontro mondiale si è di nuovo improvvisamente acceso, con Siria e Libia diventati campi di guerra, se non mondiale, di certo strategica. Secondo Friedman ogni periodo stabile ha gradatamente portato col tempo ad un sanguinoso tributo e le due guerre mondiali sono state la prova dell’inefficacia delle istituzioni europee. «La vecchia Europa non è riuscita a far fronte a queste crisi e ancora rischiamo in questo secolo»; sempre secondo il noto politologo, intervistato da Business Insider, riporta di come le guerre globali iniziano quanto entrano in rovina i Paesi solidi di un tempo come Germania, Cina e Russia. E vengono sostituiti da altri: «Per il fatto che gli altri Paesi non fanno in tempo a trovare un equilibrio di forze, la situazione diventa molto pericolosa. All’inizio del XX secolo si espandeva il Giappone e poi c’è stato il caos. Ora stiamo assistendo ad un imminente cambiamento globale». Ma dove avverrebbe questo cambio di potere? Medio Oriente, Giappone e Europa dell’est sono in maggiori indiziati, ha osservato Friedman: gli Stati Uniti in tutto questo come risponderanno? L’impressione, ma potremmo sbagliarci, che molto dipenderà da chi uscirà vincente dalle Primarie americane più incerte degli ultimi anni.