Secondo il quotidiano La Repubblica, le spiegazioni del governo italiano non bastano a spazzare i dubbi dell’Unione europea sulla legalità del prestito ponte da 300 milioni di euro concesso ad Alitalia. E così mercoledì 11 giugno la Commissione Ue, su proposta del suo vicepresidente e responsabile per i Trasporti, Antonio Tajani, aprirà una procedura per aiuti di Stato a carico dell’Italia e chiederà formalmente di sospendere il prestito. Un’interpretazione scrupolosa delle regole Ue che, comunque, lascerà al governo circa quattro mesi per trovare la famosa cordata in grado di rilevare la compagnia di bandiera, unico modo per evitare una condanna Ue e il suo tracollo finanziario.
Salvo clamorose sorprese il collegio guidato da Josè Manuel Barroso tra dieci giorni darà il via libera “all’investigazione” comunitaria. Ieri, infatti, il commissario italiano ha lanciato la cosiddetta “procedura interservizi”, quella che serve ad ottenere il via libera dagli altri gabinetti della Commissione. E fonti concordanti hanno rivelato a Repubblica che Bruxelles «nutre dubbi sulla compatibilità della misura» con le regole europee sugli aiuti di Stato.
Una procedura che prevederà l’obbligo di sospendere il prestito, visto che sbloccandolo prima dell’autorizzazione comunitaria «l’Italia ha agito in modo illegale». Ed entro 15 giorni Roma dovrà indicare a Bruxelles le misure prese per adempiere a questa richiesta, mentre entro un mese dovrà recapitare le sue osservazioni generali sul dossier. Il tutto tenendo presente che in caso di condanna «gli aiuti illegali potrebbero essere recuperati». In parole povere, i 300 milioni dovrebbero essere restituiti.
Non chiedendo subito la restituzione del prestito, procedura mai utilizzata nella storia della Ue, Tajani dà respiro al governo, che avrà tempo fino a metà ottobre – termine orientativo previsto per il giudizio definitivo – per trovare una cordata pronta a rilevare Alitalia.
Unico modo per ottenere il via libera al prestito, a meno che nel corso dei negoziati tra Roma e Bruxelles aperti dalla procedura non si trovi un accordo su come modificare il prestito in modo da renderlo compatibile con le regole Ue. Proprio ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha sottolineato che «il Trattato Ue non vieta tutti i tipi di aiuti, in certi casi sono ammessi: un conto, infatti, sono gli aiuti a freddo e un conto sono quelli per favorire le privatizzazioni». Come dire, troveremo la cordata e otterremo il via libera Ue.