In attesa di capire se il Congresso riuscirà effettivamente a rimettere insieme i pezzi di un Pd sempre più in crisi, Beppe Grillo continua a ballare sulle macerie democratiche. Il leader 5 Stelle, invitando gli iscritti del Pd a strappare le proprie tessere, propone un “percorso” ai delusi elettori del centrosinistra che in futuro “si vergogneranno a votare Pd”, scatenando però le dure reazioni di Epifani e Renzi. Il primo, dopo aver chiarito che “non ci faremo abbagliare da Grillo”, spiega che “ogni qualvolta si contrappone la piazza al Parlamento lì comincia la notte della democrazia. Guai a contrapporre una forma di democrazia all’altra”. Secondo il sindaco di Firenze, invece, Grillo “ha posizioni ideologiche quando si tratta di andare dietro alla linea del leader, ma poi si spacca quando si parla di soldi e diaria”. “Grillo che dice ‘Vaffa’ ai soldi dall’alto della sua dichiarazione dei redditi di 4 milioni di euro è ridicolo – aggiunge Renzi -. E’ ridicolo che si siano votati 150 parlamentari il cui unico impegno oggi è discutere dello scontrino. Prendetevi ‘sti soldi e governate il Paese”. Abbiamo commentato gli ultimi episodi insieme a Furio Colombo.
Come giudica innanzitutto la strategia politica di Grillo?
Quelle di Grillo sono le normali intenzioni di qualunque politico, vale a dire allargare la propria area e diminuire, tentando anche di eliminare, quelle avversarie. Se l’attuale momento politico può essere in qualche modo essere considerato “originale”, nel senso che ciò che sta accadendo adesso non si era mai verificato, purtroppo non c’è assolutamente niente di nuovo in ciò che dice Grillo.
Renzi, rispondendo proprio a Grillo, si dice convinto che in Parlamento i 5 Stelle si spaccheranno. Cosa ne pensa?
Potrei fare più o meno la stessa osservazione, visto che anche Renzi non fa altro che predire il declino dell’avversario e che, una volta diviso, parte delle sue forze si disperderanno verso destra ma anche verso sinistra. Siamo dunque nuovamente di fronte alla tradizione del duello politico, in cui ognuna delle due parti valuta se stesso come il fattore positivo che prima o poi riuscirà a eliminare l’avversario. In questo modo, però, sia Renzi che Grillo non fanno altro che confermare che la vita politica langue in termini di novità e che, se dovessero effettivamente esserci cambiamenti, non proverranno da loro.
Cosa pensa di questo scontro sempre più acceso tra grillini e democratici? Si poteva immaginare uno scenario diverso?
Un eventuale dialogo tra le due forze poteva essere aperto qualche settimana fa, quando per il Quirinale venne indicato Stefano Rodotà. In questo modo i 5 Stelle avrebbero dovuto dare prova di consistenza e solidità, unire le loro forze a quelle del Pd e creare anche un nuovo governo. Purtroppo questo non è avvenuto, eppure la responsabilità non è del Movimento 5 Stelle, ma di un Pd che ora deve riflettere su una svista di immensa portata.
Invece Renzi cosa potrebbe fare adesso per il proprio partito?
E’ indubbio che il Partito Democratico stia vivendo una fase drammatica. Da adesso al Congresso dovrà necessariamente emergere la figura di un vero leader, ma francamente credo sia alquanto bizzarro che Renzi scelga di tenersi alla larga in questo modo. Dal momento che c’è un vuoto di questo tipo, infatti, non capisco perché non decida di inserirsi e risolvere la critica situazione che si è venuta a creare. Il problema risiede quindi esclusivamente all’interno del Partito Democratico, un problema che caratterizzerà ciò che accadrà all’Italia da qui alla fine dell’anno, anche perché al momento le tante novità portate dal Movimento 5 Stelle non sono quelle di cui ha bisogno il Paese.
Come mai crede crede che il futuro del Pd sia così cruciale?
Perché il Movimento 5 Stelle continua ad andare bene, ma non è un trionfo, mentre il Pdl, pur proseguendo in positivo, è guidato da un uomo che sta per essere raggiunto da diverse condanne che prevedono anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il Pd, invece, che rappresenta il naturale destinatario di tutti coloro che vorrebbero liberarsi di Berlusconi, sembra voler continuare a offrire ai propri elettori un partito che fa di tutto per preservare il futuro di Berlusconi, al punto da non voler nemmeno dire se un uomo con un passato e una reputazione del genere possa o meno diventare senatore a vita.
Renzi, lanciato anche da Veltroni, ha ribadito di non voler candidarsi alla segreteria del Pd, probabilmente puntando direttamente alla presidenza del Consiglio. Cosa ne pensa?
Credo sia tutto un gioco. Veltroni poteva risparmiarsi quelle dichiarazioni e Renzi non può pensare di poter saltare il problema della guida del Pd e candidarsi immediatamente a premier, come se ciò potesse avvenire nel vuoto. E’ allarmante vedere una persona del genere, che potrebbe avere un ruolo molto importante nella vita degli italiani, continuare a “giocare” alla politica come fosse un hobby. Qui la faccenda è estremamente seria: se il Pd non troverà una soluzione attraverso il Congresso per comunicare ai propri elettori cosa è diventato, con chi andrà avanti e soprattutto per chi andrà avanti, allora non ci sarà nessun candidato premier da prendere in considerazione e non ci sarà nessun futuro che non sia berlusconiano.
Cosa pensa invece dell’ipotesi Chiamparino e, riguardo a Torino, al movimento “Occupy Pd” che continua a generare una forte instabilità interna?
Anche in questo caso credo che non ci sia niente di serio. Chiamparino si candida alla guida dell’unico partito che dovrebbe avere a cuore le sorti del lavoro, ma lo fa rilanciando le “innovazioni” di Ichino, cioè quelle che il mondo del lavoro detesta. Ovviamente è libero di farlo, ma allora dovrebbe probabilmente cercarsi un altro partito: se invece ha intenzione di restare nel Pd con queste idee, allora non solo si perderanno definitivamente tutti gli “Occupy”, ma anche altri milioni di elettori che non sapranno davvero più a chi rivolgersi.
(Claudio Perlini)