Si fa sempre più serrata la battaglia tra il fronte del Si al Referendum Costituzionale ovviamente capeggiato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e quello del No che vede diversi partiti dell’opposizione schierati in prima linea. Mentre si discute ancora all’interno del Partito Democratico per trovare convergenza, il fronte del No si mobilita organizzando diversi appuntamenti come quello di Lecco previsto per il prossimo 14 settembre a Lecco. Appuntamento nel quale verranno dibattuti tutti i motivi per i quali occorre votare No al Referendum Costituzionale e nel quale sarà presente il magistrato Armando Spataro intorno alle ore 21,00 della Sala Ticozzi. Tanti appuntamenti sono previsti in questi giorni anche nell’hinterland di Lecco tra cu Merate, Cernusco, Olgiate e Osnago con banchetti presenti nelle principali piazze.
Il referendum costituzionale è l’appuntamento politico con la A maiuscola e non tanto per il destino del governo Renzi – si voterà, comunque sia, nel 2018, effetto tenuto dallo stesso Premier che non rischia “il posto” nonostante una vittoria del No. È decisivo per capire come si proiettano i cittadini rispetto a questi due anni e mezzo anomali di governo Renzi e di politica “leopoldiana” sulla Cosa Pubblica. È decisivo per capire se in questo Paese una riforma costituzionale possa davvero funzionare ed avvenire a pieno regime; è decisivo per capire se ci saranno conseguenze a livello europeo dopo il voto. L’effetto Brexit, se dovesse vincere il No, ci sembra tutto sommato esagerato ma di certo nei piani alti di Bruxelles si spinge molto per l’arrivo con i festoni del Sì al pacchetto di riforme Boschi-Renzi. Davanti ad alcune di quelle facce a sfondo Ue ha parlato ieri il premier-segretario del Pd, al Forum Ambrosetti di Cernobbio: «se al referendum dovesse vincere il No non c’è l’invasione della cavallette, non cade il mondo. Rimane tutto come adesso. Se vincerà il sì, e ne sono molto convinto, ci sarà una semplificazione che non tocca nessuno dei pesi e contrappesi pure ampiamente toccati da riforme precedenti, poi non approvate». I dubbi però restano con le fratture politiche interne alla maggioranza ma non solo: non solo i contenuti del No sono spesso alquanto oscuri, quelli del Sì infatti non sono da meno e il rischio di una enorme nube grigia che copre il voto del referendum è assai probabile. Renzi ci prova, “resterebbe un bicameralismo paritario che non volevano nemmeno i costituenti, una riforma del Titolo V sbagliata, enti inutili come il Cnel. Se vince il Sì c’è un’Italia più semplice, con meno poltrone. E nel mondo della velocità un bicameralismo barocco è un elemento di debolezza: un Paese meno agile è un Paese meno forte, in questo momento”. Siamo sempre più convinti che il rebus Italicum sia al momento il vero nodo della discordia che rischia di far saltare il banco della partita… (Niccolò Magnani)