Nuovo banco di prova per il governo Letta, chiamato oggi a resistere a quanto accadrà durante la prima riunione della Giunta parlamentare per le immunità e le elezioni del Senato, prevista per questo pomeriggio. Il primo punto da affrontare sarà quello dell’elezione del presidente, a cui seguirà il deposito della preannunciata proposta del Movimento 5 Stelle per l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Per la presidenza della giunta (dove il centrodestra può contare su 8 senatori, altri 8 il Pd, 4 il M5S e 1 Sel), sembra che al momento sia in pole position l’esponente della Lega, il senatore Raffaele Volpi, su cui Pd e Pdl avrebbero già trovato un accordo, ma potrebbero rivelarsi determinanti eventuali spaccature interne da entrambe le parti che andrebbero quindi a cambiare le carte in tavola: infatti, se una parte del Pd (almeno 4 senatori) si dirà contraria a votare un leghista presidente, allora a capo della giunta potrebbe arrivare un personaggio con posizioni ostili a Silvio Berlusconi, il quale potrebbe essere dichiarato ineleggibile. Dure le parole del presidente Pdl della commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma: “In questi venti anni Berlusconi é stato alternativamente leader politico e presidente del Consiglio. Nel 1996 la maggioranza di centrosinistra non ha ritenuto di dichiararne l’ineleggibilità. Sono passati da allora 17 anni. Mi chiedo come si possa solo pensare di far valere ora quella norma”. Nitto Palma attacca quindi il Partito Democratico, che “ieri ha tentato di non far eleggere i grillini. Oggi potrebbe sostenerli nel dichiarare ineleggibile Berlusconi. Evidentemente vogliono vincere correndo da soli. In ogni caso, se il segnale politico che viene dalla giunta propende per l’ineleggibilità di Berlusconi, non c’é molto da aggiungere”, sottolineando che in questo caso il governo sarebbe da considerare finito.