Dopo l’hashtag #enricostaisereno coniato da Renzi appena prima di spedire a casa l’allora premier Letta, il timore di Berlusconi è quello di leggere su Twitter #silviostaisereno, magari appena prima di andare a elezioni anticipate. E’ la battuta di Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Garantista, secondo cui “con Renzi non si può mai stare troppo tranquilli, il precedente di Letta dimostra quanto il premier sia poco affidabile e i timori di Berlusconi nascono da questa constatazione”. Ieri Renzi ha lanciato la nuova parola d’ordine su Twitter, trasformato in moderno Agit-Prop: “Il tempo dei rinvii, dei tavoli tecnici, dei gruppi di lavoro è finito. Ora è tempo di decidere #lavoltabuona”.
Perché il Patto del Nazareno sembra sul punto di dissolversi?
E’ un fatto che si spiega da un lato con l’incertezza di Renzi sulle alleanze da fare e dall’altra con il timore di Berlusconi delle elezioni anticipate. Fare un patto con Renzi comunque è complicato, e con lui uno non sta mai troppo sereno. Berlusconi ha l’impressione non del tutto infondata che una volta approvata la legge elettorale, Renzi andrà alle elezioni. Come minimo a quel punto inizierà a minacciarle, anche se la minaccia del voto anticipato è molto spuntata, perché tutti sanno che non ci si potrà andare con questa legge elettorale.
Perché lei ritiene che fare un patto con Renzi sia complicato?
Perché c’è un precedente clamoroso in cui Renzi si è dimostrato inaffidabile: quello di Letta. Prima si è presentato alle Primarie del Pd dicendo che voleva fare il segretario del partito e non il capo del governo. Appena ha vinto ha lanciato l’hashtag su Twitter #enricostaisereno, e subito dopo ha mandato a casa Letta. Non mi sembra quindi che Renzi sia molto affidabile.
Per Brunetta, “se Renzi con la sua maggioranza ha deciso di cambiare tutto e di buttare il testo dell’Italicum e di scriverne un altro non c’è più il patto del Nazareno”. Lei che cosa ne pensa?
In questo momento Berlusconi ha una certa forza, perché è difficile fare la riforma costituzionale senza di lui e senza Grillo. E’ però estremamente improbabile che il M5S accetti di fare la legge elettorale e la riforma del Senato insieme a Renzi. Senza il Cavaliere quindi non si può abolire il Senato e se rimane il bicameralismo, a Palazzo Madama non ci potrà essere il premio di maggioranza. Non si deve quindi pensare che Berlusconi sia rimasto senza carte da giocare in questa partita.
Per la Serracchiani, quanto sta avvenendo è la conseguenza del fatto che Berlusconi non tiene più Forza Italia. E’ davvero così?
Non ci sono dubbi sul fatto che Berlusconi ha problemi in Forza Italia, il Patto però non lo ha fatto saltare lui. Il Cavaliere ha detto di essere pronto a votare l’Italicum, è Renzi che lo vuole modificare. I problemi interni a Forza Italia non c’entrano quindi con la battuta d’arresto sulla legge elettorale.
Fitto ha detto che Berlusconi deve ascoltare il partito. Lei come vede il ruolo dell’ex governatore in Forza Italia?
Il problema della successione a Berlusconi si pone, e in ogni caso esiste un’area di centrodestra molto forte che non ha leader. Salvini sta tentando di candidarsi come nuovo leader di centrodestra e copia anche un po’ Renzi. Ma come dimostra anche l’incidente di Bologna, la Lega nord non può scendere sotto la linea gotica, e quindi Salvini non sarà mai un leader nazionale. Alfano ci ha provato ma si è bruciato. E’ chiaro però che un successore di Berlusconi deve esserci, qualcuno che a un certo punto unificherà il centrodestra e andrà alla sfida con il centrosinistra. Fitto si sta giocando questa carta, ma ho l’impressione che se la sia giocata troppo presto e finirà per bruciarsi anche lui.
Su articolo 18 e preferenze Alfano però ha dimostrato di riuscire a ottenere quello che vuole lui…
Alfano può essere l’asse portante della legge elettorale e può essere anche un personaggio molto importante della politica italiana, ma non diventerà mai il capo carismatico della destra al posto di Berlusconi. Ci può essere un asse di riforma costituzionale basata anche su Alfano. Senza Berlusconi e Grillo però non ci sono i numeri ed è molto difficile avere una maggioranza consistente, e in ogni caso bisognerà andare a una trattativa fortissima con la sinistra Pd. Senza Berlusconi quindi Renzi è molto più debole sulle riforme.
Renzi può andare al voto appena approvata la legge elettorale?
No. La Costituzione prevede che il Senato non possa avere il premio di maggioranza, ed è questo il motivo per cui non è stato inserito il premio di maggioranza nel Porcellum. Finché non si abolisce il Senato, qualsiasi legge elettorale non darà mai quindi la maggioranza assoluta. La debolezza di Renzi è tutta qui, finché non abolisce il Senato non può fare niente.
(Pietro Vernizzi)