«La crisi indotta in Italia nel 2011 è stata un “olocausto” che dal punto di vista economico ha prodotto due milioni di “morti”. Per avere giustizia sarebbe necessaria una Norimberga 2 che veda Angela Merkel come principale imputato». Ne è certo Carlo Pelanda, professore di Politica ed Economia internazionale nell’Università della Georgia. Il Financial Times ha pubblicato una lunga ricostruzione delle fasi salienti della crisi politica ed economica avvenuta tre anni fa in Europa, e che portò al commissariamento della Grecia e alla caduta del governo Berlusconi. Episodi significativi come quando il capo del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, parlando di fronte alla Merkel, al capo dell’Eurogruppo Juncker, a Barroso e Van Rumpuy, esordì dicendo: “L’Italia non ha credibilità”.
Professore, che cosa c’è dietro alle ricostruzioni del Financial Times?
L’Italia è andata in olocausto economico senza alcun motivo, e lo stesso è avvenuto per Grecia e Spagna. La Spagna aveva la bolla immobiliare, la Grecia i conti truccati, però l’Italia ha rappresentato un caso molto specifico. Si sono intersecati un complotto interno per sostituire Berlusconi con una forte aggressione esterna. Ciò ha fatto due milioni di “morti” economici, e quindi è stato un genocidio. La sensibilità inglese di fronte ai genocidi è quella di denunciarli, andare a trovare i responsabili e processarli. Da un punto di vista culturale, l’opinione pubblica britannica è l’unica ad avere ancora fiducia nella giustizia e in sanzioni adeguate nei confronti dei delitti contro l’umanità. Il cuore dell’operazione del Financial Times è quella di dire: “Attenzione perché dovremmo fare una Norimberga 2”.
È sicuro che la parola “olocausto” non sia esagerata?
Quando l’Italia uscirà da questa crisi, resterà un quarto della popolazione a cui è stata stravolta la vita e uccisa la speranza. Mi riferisco soprattutto a molti anziani, che non hanno voce e che almeno dovrebbero avere giustizia, e a molti giovani che hanno meno opportunità di ciò che il sistema potrebbe offrire loro. Per questo parlo di “olocausto”.
In virtù di quale diritto e davanti a quale tribunale può essere organizzata una Norimberga 2?
Il vero problema è che questo diritto e questo tribunale non esistono, se non di fronte al giudizio morale delle persone. Sono la stampa e gli intellettuali che scrivono libri che dovrebbero mettere i colpevoli sotto accusa. Nel mondo non esiste più una potenza vincitrice che possa creare un nuovo tribunale di Norimberga. Pur in solitudine, organi di stampa liberi come il Financial Times ci invitano a non dimenticare.
A non dimenticare che cosa?
Così come non bisogna dimenticare l’olocausto degli ebrei uccisi dai Nazisti, allo stesso modo non bisogna dimenticare l’olocausto economico iniziato nel 2011 e che ha portato alla morte economica di milioni di persone nell’Europa meridionale. Da parte mia va quindi pieno sostegno al Financial Times che ha ancora persone che la pensano così. Mentre vanno condannati moralmente quanti, come il nostro ministro degli Esteri, Federica Mogherini, invitano a dimenticarsi il passato.
Chi sarebbe l’imputato di una nuova Norimberga?
Come a Norimberga 1, ci sarebbero tanti imputati e diversi livelli di responsabilità. Il principale imputato è Angela Merkel, che senza dubbio dovrebbe andare sotto processo. La vera domanda è se a muovere il Cancelliere tedesco sia stata la stupidità o un eccesso di cinismo. Gli indizi però vanno purtroppo per l’eccesso di cinismo. Ma anche in Italia dovrebbe esserci un processo a parte, e l’ipotesi di reato è che alcune élite italiane abbiano condotto un gioco di potere interno, che ha poi amplificato la confusione.
Quali altri responsabili ci sono oltre alla Merkel?
Per quanto è avvenuto in Italia, abbiamo imputati sistemici come la Germania e la Francia, ma anche imputati italiani. Nel nostro Paese si è verificata una serie di complotti paralleli. Da un lato non ci sono le condizioni per creare un tribunale di Norimberga 2, dall’altra però i crimini compiuti renderebbero necessario farlo. Non so come finirà, ma sto dalla parte di chi non rinuncia a punire crimini che colpiscono milioni di cittadini inermi.
(Pietro Vernizzi)