Con un decreto legge il governo Letta ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti (che in teoria sarebbe stato eliminato con un referendum popolare, fortemente voluto dai Radicali, nel 1993). Il premier, su Twitter, esulta: “Avevo promesso ad aprile abolizione finanziamento pubblico partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Ora in consiglio dei ministri manteniamo la promessa”. Soddisfatto anche il vicepremier Angelino Alfano: “Abbiamo mantenuto la promessa, il decreto serve per far entrare immediatamente in vigore la legge”. E il ministro Quagliariello (Ncd) alza l’asticella: “E una è andata: abolito finanziamento pubblico dei partiti! Ora avanti con la riduzione del numero dei parlamentari #eccoifatti”. Ma per Grillo si tratta della solita buffonata: “Basta con le chiacchere enricoletta. Restituisci ora 45 milioni di euro di rimborsi elettorali del Pd a iniziare da quelli di luglio. #Bastaunafirma”. Il leader penta stellato continua: “Per rinunciare ai finanziamenti pubblici è sufficiente non prenderli come ha fatto il M5S. Il decreto legge di Letta è l’ennesima presa per il c…”. Abbiamo chiesto un commento a Marco Pannella, leader dei Radicali, che da anni, insieme al suo partito, si batte per abolire i rimborsi ai partiti.
Con un decreto legge il governo Letta abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Era ora?
Allora, bisogna partire subito chiarendo una cosa. Noi ritenevamo, già da tempo, che era gravissima la statizzazione – che diventa necessariamente burocratizzazione – dei partiti. I partiti a finanziamento pubblico sono assolutamente di tipo parastatale.
Voi dei Radicali vi siete sempre battuti moltissimo…
Io ci tengo a ricordare una presenza referendaria e parlamentare unica da parte nostra. Voglio riportare alla memoria anche il fatto di aver distribuito, ai cittadini per le strade con tanto di notai, il denaro del finanziamento pubblico assegnatoci. La legge faceva sì che se noi non avessimo ritirato i rimborsi, ci sarebbero stati “ladri di Stato e di para-Stato” che avrebbero preso e suddiviso tra di loro la nostra quota.
Si può considerare anche una vostra vittoria.
E non è la sola cosa sulla quale, almeno da mezzo secolo, noi Radicali abbiamo indicato ante tempo quello che la storia adesso dimostra. Una sorta di preveggenza dovuta a una cultura dello Stato di diritto. Oggi il nostro Stato è continuamente sotto ultimatum in quanto è tecnicamente criminale rispetto alla sua propria legalità nazionale e a quella del diritto positivo contemporaneo.
Il primo tentativo di abolirli risale a circa 40 anni fa e poi nel 1993…
Allora si diceva che era necessario avere finanziamenti per tutelare l’autonomia dei partiti, ma noi dicevamo come, semmai, l’autonomia era garantita in una situazione “liberista”.
Finalmente è arrivato lo stop ai rimborsi.
Con decenni di ritardo prendiamo atto che, a misfatto compiuto e con il proliferare della corruzione della politica, viene fuori un decretino per abolire i finanziamenti. Attenzione: non dico che si tratta di un atto infelice. No, è semplicemente tardivo e non basta. Ormai siamo un corpo morto…
Un provvedimento insufficiente dunque?
Il problema è a monte. Queste strutture politiche sono parassitarie e colpose. Adesso registro questa loro decisione, ma dico anche che potremo vedere molto presto quale altra fonte illegale verrà trovata da questo sistema corrotto di partiti. Non c’è nulla di chiaro. Voglio vedere come continueranno, visto che lo hanno fatti per decenni, distruggendo uno Stato nella sua virtualità liberale, per farne un Paese partitocratico e dunque non democratico. Non solo.
Dica.
La stessa Corte costituzionale ha gravi responsabilità anche in questo settore perché ha operato per decenni come la suprema cupola della mafiosità partitocratica. La stessa Corte adesso, e in che misura, ha facilitato, con una della sue ultime riunioni, questi apparenti ripensamenti. Ecco: non sono ripensamenti, sono vie d’uscita improvvisate…
Quindi, in sostanza, non cambierà nulla?
Siamo in putrefazione. Il Papa ha sottolineato – e sono d’accordo con lui – che dietro al termine corruzione c’è la corruzione materiale. Il corpo (morto) istituzionale italiano è in cancrena. E noi già da 50 anni lo abbiamo denunciato come “peste italiana”. La situazione attuale è l’espressione di questa putrefazione…
Come commenta la reazione di Grillo: “chiacchiere”, il quale ha aggiunto che si tratta della solita presa in giro? Lo ha detto in modo più colorito…
Grillo nei suoi monologhi esprime molto spesso anche la realtà paranoide di chi non è capace di dialogare. Quando lui dice alla polizia di non proteggere i rappresentanti dell’ordine costituito, ma di unirsi a quelli che praticano il disordine costituto, dimostra che i suoi monologhi sono attribuibili tecnicamente a una condizione di “demenza”.
(Fabio Franchini)