“Mentre all’Italia è stato imposto un percorso forte e rapido di riduzione del deficit sul Pil, ciò non è accaduto per la Spagna e non accadrà per la Francia. Paesi che per i deficit vanno ben peggio di noi già oggi e nelle previsioni al 2015”. E’ la denuncia di Alberto Quadrio Curzio in un articolo pubblicato ieri su Il Sole 24 Ore con il titolo “Sul deficit urgente una parità di trattamento”, in cui si chiede che anche l’Italia ottenga di “scorporare dai deficit le spese per investimenti in infrastrutture e in tecnoscienza”. Ilsussidiario.net ha intervistato sul tema Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison.
Professor Fortis, fino a che punto l’Italia ha dovuto subire una disparità di trattamento rispetto a Spagna e Francia?
L’analisi di Quadrio Curzio è senz’altro appropriata, in quanto mette in evidenza la scarsa capacità negoziale italiana nel corso degli anni, che in alcuni momenti è stata tale anche perché ci trovavamo con le spalle al muro. Nel 2011 l’Ue ha assegnato al nostro Paese una serie di “compiti a casa”, altrimenti sarebbe stato molto difficile sopravvivere agli attacchi della speculazione internazionale. Sempre nel 2011 ci è stato addirittura imposto il pareggio di bilancio anticipato. C’è quindi un divario quasi doppio tra quanto è stato ordinato all’Italia e ad altri Paesi: non solo a Spagna e Francia non è stato chiesto di anticipare il pareggio di bilancio, ma addirittura si prevede una dilazione.
Quali sono gli obiettivi che l’Italia dovrà raggiungere nel 2013?
Dovrà raggiungere un pareggio di bilancio aggiustato per il ciclo, e non assoluto, ma questi erano i patti concordati e noi li stiamo rispettando in pieno. L’Italia sta assumendo una dose di austerità nettamente più elevata di quella di altri paesi. L’austerità è una medicina molto forte, ma in dosi eccessive rischia di trasformarsi in un veleno mortale.
Quali sono invece le richieste dell’Ue a Spagna e Francia per l’anno in corso?
La Spagna ha ricevuto aiuti per le banche, in parte finanziati dalla stessa Italia, e potrebbe arrivare a chiedere fino a 100 miliardi di euro. Madrid non sta rispettando nessun obiettivo di bilancio, perché ha ancora un deficit molto alto, e tuttavia incassa i fondi Ue. La Francia non ha ancora incominciato a mettere in atto l’austerità, ha solo detto che l’avrebbe fatto nel 2013, ma poi ha messo le mani avanti. A meno di 24 ore dalla lettera del Commissario Olli Rehn, è arrivata subito la dichiarazione francese da cui si evince chiaramente che nel 2013 Parigi non riuscirà a centrare l’obiettivo del pareggio di bilancio. I cugini transalpini non riescono neppure a scendere al di sotto dei parametri di Maastricht, che prevedevano un divario deficit/Pil del 3%. E’ una situazione complessivamente stridente, perché da un lato ci sono i paesi privilegiati, come Francia e Spagna, dall’altro Stati veramente alle strette come Grecia, Italia, Irlanda e Portogallo, che hanno dovuto attuare aggiustamenti particolarmente gravosi.
Per Quadrio Curzio, “il prossimo Governo italiano deve trattare duramente con le istituzioni della Ue”. Quali dei tre candidati alle elezioni politiche ha il profilo per farlo?
La questione da tenere presente è che trattare non significa “ribaltare il tavolo”, bensì argomentare la propria posizione in modo razionale con dati e cifre. In prima battuta bisogna essere credibili, e solo a quel punto si può alzare un minimo la voce. Nell’ultimo anno Monti ha già lavorato in questa direzione, riuscendo a ottenere lo scudo anti-spread.
Se fosse eletto premier, Bersani riuscirebbe a fare altrettanto?
Lo stesso Bersani ha tranquillizzato con una serie di viaggi la Comunità internazionale sul fatto che l’Italia non intende trasformarsi in un Paese dove si ritorni a sperperare le risorse pubbliche. Il rigore è un punto di riferimento imprescindibile, ma va declinato in una modalità tale da evitare di provocare disastri. La capacità negoziale di Monti e Bersani è quindi una dote sicuramente importante.
Il centrodestra è però lo schieramento che ha preso le posizioni più dure contro l’austerità europea…
Nel campo del centrodestra l’unico ad avere qualità personali assimilabili a quelle di Monti e Bersani è Giulio Tremonti, che fino al luglio 2011 aveva tenuto i conti in ordine e si era guadagnato il plauso della comunità europea e dei media anglosassoni. Oggi, però, Tremonti è schierato con una forza molto critica nei confronti dell’euro. E’ molto difficile che il centrodestra possa trattare una revisione del rigore, senza subito scadere in una contestazione a 360 gradi delle richieste europee che porterebbe a uno scontro immediato. Le posizioni di Lega Nord e Pdl vanno bene nella campagna elettorale, poi bisognerebbe vedere se una volta conquistato il potere queste forze sarebbero in grado di non fare ritornare il Paese alla situazione in cui lo hanno lasciato nel novembre 2011.
(Pietro Vernizzi)