La candidata di M5s, Virginia Raggi, è in grado di battere i principali candidati di centrodestra e di centrosinistra. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato da Tecnè, la società presieduta da Carlo Buttaroni. In un eventuale ballottaggio, la Raggi distanzierebbe Guido Bertolaso del 4%, Giorgia Meloni del 6% e Roberto Giachetti del 10%. Secondo il sondaggio di Tecnè, inoltre, con il centrodestra diviso al primo turno si piazzerebbe in testa la Raggi con il 25%, secondo Giachetti con il 24% e terzo Bertolaso con il 14%.
Buttaroni, secondo i suoi sondaggi quanto valgono i candidati delle comunali a Roma?
Se si candidassero sia Bertolaso sia la Meloni, la Raggi prenderebbe il 25%, Giachetti il 24%, Bertolaso il 15%, Meloni il 14%, Marchini il 10%, Fassina l’8%, Storace il 2% e altri il 2%. In questo caso i non votanti sarebbero pari al 55%.
E se alla fine la Meloni si ritirasse dalla corsa?
Se a candidarsi fosse solo Bertolaso ma non la Meloni, la Raggi prenderebbe il 25%, Bertolaso il 25%, Giachetti il 24%, Marchini l’11%, Fassina l’8%, Storace il 5% e altri il 2%. Ma soprattutto il 53% degli intervistati risponde che non intende andare a votare.
Che cosa si aspetta invece dal secondo turno?
Abbiamo simulato tre casi nei quali comunque Virginia Raggi si piazza al ballottaggio: con Giachetti vincerebbe con il 55% contro il 45%, contro Bertolaso finirebbe 52% a 48%, contro la Meloni 53% contro 47%.
Riepilogando, la Raggi vince comunque ma se si candida la Meloni il centrodestra non arriva neanche al ballottaggio?
Al momento sì. Poi però con quattro candidati in campo per il centrodestra e, se si presenta anche Ignazio Marino, tre del centrosinistra, gli scenari sarebbero completamente aperti anche perché il numero di incerti è molto elevato. Gli elettori spesso non fanno una scelta definitiva e per sempre, non a caso si chiamano sondaggi d’opinione. L’obiettivo non è prevedere che cosa accadrà ma fotografare quello che sta avvenendo.
Quali sono i margini di incertezza?
Adesso la situazione è questa, ma da qui a un mese gli scenari possono essere anche molto diversi. Teniamo conto del fatto che soltanto pochi anni fa l’80-85% dei voti si concentrava sui primi due partiti. Adesso alle comunali di Roma per arrivare all’80% bisogna sommare i voti di cinque candidati.
Chi ha meno chance nel centrodestra?
Quello che ha meno chance nel centrodestra è sicuramente Marchini, in quanto probabilmente è quello che paga di più il prezzo della competizione all’interno dello schieramento.
La Meloni ha detto che se non passa al secondo turno, voterà per la Raggi. E’ solidarietà femminile o perché la Raggi è di destra?
La Raggi non è di destra. E’ difficile collocare l’M5s in un ambito di classificazioni politiche tipiche del ’900. Sotto questo punto di vista l’M5s è il partito più post-novecentesco sul piano della classificazione politica, tanto è vero che non ha nemmeno un Pantheon. Probabilmente la Meloni ha detto così perché al ballottaggio, anziché votare contro il candidato più affine, si vota contro quello più lontano. E da questo punto di vista per la Meloni il più lontano è Giachetti e non la Raggi.
Marino invece quanto prenderebbe?
Se si candidasse anche Ignazio Marino, prenderebbe tra il 3 e il 5%. In uno scenario in cui i consensi sono distribuiti fra più candidati, la percentuale che andrebbe a Marino sarebbe molto influente.
In che senso?
La distanza tra i vari candidati è limitata e il raggio entro cui si trovano i primi quattro candidati è veramente breve, pari a circa il 10%. Una differenza del 3% quindi cambierebbe molte cose in uno scenario come questo. Siamo però ancora in una fase in cui le previsioni sono molto aleatorie, mentre è più facile ragionare su quelli che possono essere i grandi flussi di consenso. Per esempio come si possono muovere gli elettori e quali candidati hanno le maggiori chance di costruire il consenso.
(Pietro Vernizzi)