Il nuovo sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha preso una posizione chiara sulla Ztl di Mestre: “Ha già ucciso troppi negozi, va tolta. Senza il Passante aveva un senso, ora no. Non vogliamo fare campagna elettorale tutti i giorni, perché io non sarò schiavo dei partiti”. Un’altra posizione netta presa dal sindaco è quella sugli scavi in riviera XX Settembre: “Nonostante lo chiedessero i cittadini sono andatai avanti. La gente non viene ascoltata, poi si perdono le elezioni”.
Per quanto riguarda le navi in laguna, il nuovo sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha ribadito la centralità della Marittima, puntanto sulla soluzione del canale Vittorio Emanuele: “Basta col dire che verrebbero messi in circolo veleni per trent’anni – ha attaccato – questa città deve smettere di avere paura. Abbiamo fatto scappare Cardin, abbiamo perso grandi occasioni. Tutto per colpa di soloni che si svegliano la mattina e scrivono lettere ai giornali. Tutto basato sul pressapochismo, noi invece vogliamo ascoltare chi sa. Il Mose è un’opera di ingegneria, quindi chiederemo agli ingegneri. Basta dire no a tutto. Questa città ha bisogno di progettazione a medio termine, ha bisogno che ci si prenda delle responsabilità”.
Il nuovo sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro affermato di essere aperto alle “buone idee”, anche se arriveranno dal fronte opposto: “Se qualche renziano si dimostrerà di buona volontà – ha dichiarato domenica sera in calle del Sale – noi non chiudiamo la porta”. Prendendo possesso ufficialmente di Ca’ Fossetti, Brugnaro ha però deciso di non fare nomi: “Voi volete parlare di nomi e magari metterci uno contro l’altro – ha dichiarato – ma noi vogliamo agire a un altro livello. Non ho intenzione di far altro che rendere Venezia una città normale”.
Il verdetto che arriva da Venezia è abbastanza sorprendente. Il ballottaggio che doveva assegnare la carica di sindaco e designare il successore di Giorgio Orsoni, è stato infatti appannaggio di Luigi Brugnaro, che ha ottenuto il 53,21% dei consensi, sconfiggendo il candidato uscito dalle primarie del centrosinistra, l’ex magistrato Felice Casson. Il nuovo sindaco del capoluogo lagunare è nato a Mirano, nel 1961, figlio di un sindacalista della Montefibre e di una maestra elementare. Dopo aver passato l’infanzia facendo la spola con Spinea, ha ottenuto il diploma al liceo Ettore Majorana, per poi coronare gli studi con la laurea riportata allo Iuav, in architettura. All’età di venticinque anni ha deciso di intraprendere la carriera di imprenditore, fondando una azienda specializzata nel varo di reti commerciali, la Everap. La sua notorietà è stata però notevolmente incrementata dalla creazione di Umana, azienda sorta nel 1997 che si occupa di lavoro interinale. Un colosso che in pochi anni ha cominciato a fatturare utili, attestandosi ad oltre 300 milioni di fatturato annuo. Attualmente Umana fornisce lavoro ad oltre seicento dipendenti e può vantare più di cento filiali dislocate lungo tutto il territorio nazionale. Nel 2006 ha anche deciso di regalarsi la proprietà della storica squadra veneziana di basket, la Reyer, che proprio pochi giorni fa ha giocato la semifinale della massima serie, perdendo alla settima gara contro Reggio Emilia. Una squadra che sotto la sua guida ha saputo risorgere a grandi livelli e che si propone ormai come una delle corazzate dello sport cestistico nazionale. Con Charlie Recalcati in panchina e un roster in cui spiccano atleti come Viggiano, Ress, Goss e Peric, l’Umana ha sfidato la crema del basket nazionale dopo un lungo periodo di crisi che l’aveva vista scomparire dalla scena professionistica. Ora i tifosi veneziani attendono la costruzione del nuovo palazzetto, confidando anche nella proclamazione di Brugnaro a sindaco. I successi sportivi si sono peraltro affiancati a quelli professionali e ai riconoscimenti che Brugnaro ha ottenuto da parte del tessuto economico non solo cittadino. Nel 2009, infatti, è stato eletto presidente della Confidustria di Venezia, mentre tre anni più tardi è stato cooptato nel nuovo direttivo dell’organizzazione che riunisce gli imprenditori, presieduto da Giorgio Squinzi. La sua campagna elettorale è stata caratterizzata da grande efficacia e anche favorita dagli scandali che hanno travolto la precedente giunta, quella capitanata da Orsoni. A partire dalle vicende del Mose, che hanno portato in carcere il primo cittadino e aperto la strada al ritorno alle urne in quella che è sempre stata considerata una enclave della sinistra nel Veneto prima bianco e ora leghista. In soli tre mesi è riuscito a catalizzare tutte le forze del centrodestra intorno alla sua figura, pur continuando ad affermare di non essere assolutamente un conservatore. Ha anzi ripetutamente affermato di essere un ammiratore di Massimo Cacciari e di averlo sempre votato. Nel corso della sua campagna ha peraltro cercato di accreditarsi come uomo al di sopra delle parti, riuscendo ad aggregare consensi trasversali. Fatto sta che le forze che si contrappongono al Partito Democratico si sono accodate al suo carro e ora possono tornare alla guida di una città che pure al primo turno aveva dimostrato di costituire un’anomalia per la regione. Con l’arrivo di Brugnaro a Ca’ Farsetti, sembra già aprirsi la resa dei conti all’interno del partito di Matteo Renzi. Il Premier si è subito affrettato a scaricare ogni responsabilità sulla sinistra, affermando che proprio la mancata unità della coalizione avrebbe dato agli avversari l’opportunità di vincere ad un solo anno di distanza dal grave tonfo delle Europee. Dal canto suo, anche Massimo Cacciari è voluto intervenire nella discussione, ricordando che ormai da mesi si sgolava a indicare in Casson l’uomo meno adatto per vincere a Venezia. Una guerra, quella tra l’ex magistrato e il filosofo che va ormai avanti da anni, ovvero dal 2005, quando proprio Cacciari scese in campo contro il candidato ufficiale del centrosinistra, battendolo al ballottaggio. Al termine di quella tornata, Casson liquidò in maniera sprezzante l’avversario, bollando la sua vittoria come un trionfo delle forze reazionarie della città lagunare. Cacciari si è probabilmente ricordato di quel giudizio e anche stavolta non ha mancato di scendere in campo contro Casson, dando inizio a quella che è stata definita dagli osservatori esterni come una faida. Prima ha sostenuto Nicola Pellicani e poi ha continuato a battere sul tasto della inadeguatezza del candidato uscito dalle primarie. Lo stesso ex sindaco ha poi aggiunto che ora non resta che dare spazio ad un nuovo ceto politico non compromesso con gli scandali che hanno contrassegnato la vicenda veneziana negli ultimi anni. Va peraltro ricordato che anche il capoluogo lagunare ha visto una larga astensione, probabilmente rafforzata anche dall’inchiesta sul comune di Roma, che ha riportato in auge il problema della corruzione politica. Una astensione che ha colpito soprattutto le zone di Venezia Centro e Marghera, i tradizionali serbatoi della sinistra. Brugnaro, dal canto suo, ha ricordato a caldo che il suo sforzo elettorale è stato fatto per ridare lustro ad una città colpita al cuore dalle ultime vicende. Inoltre ha affermato di voler collaborare anche con gli sconfitti, perlomeno coloro che avranno voglia di non contrapporsi in maniera acritica a quello che si prospetta come un nuovo corso.