Voteman ha avuto vita breve. Il protagonista del mini cartone inventato dal Parlamento danese – e lanciato sui social – per combattere l’astensionismo e portare i cittadini elettori di tutt’Europa alle urne tra il 22 e il 25 maggio, è stato oscurato. Un uomo in missione: il rozzo supereroe dai modi quanto mai rudi e osceni, con il nobile intento di convincere (seppur a suo modo) i cittadini-elettori a recarsi a seggi non poteva avere, obbiettivamente, vita troppo lunga. A suon di calci, pugni e servendosi delle stelle della bandiera europea come shuriken (le lame rotanti dei ninja) vaga per il vecchio Ccontinente alla ricerca di gente da convincere (riuscendoci) a non rimanere a casa nei giorni del voto. Ma i suoi modi spicci, volgari e violenti non possono essere veicolati da un mezzo che vuole promuovere l’esercizio democratico del diritto di voto. Dopo 24 ore dalla sua pubblicazione sui canali Youtube e Facebook del Parlamento di Copenhagen, sono arrivate (insieme ad oltre 200 mila visualizzazioni) diverse critiche che hanno indotto il presidente del Parlamento danese, Mogens Lykketoft, a ritirare il progetto e a chiedere scusa ai suoi concittadini.
Forza Italia è “assolutamente all’opposizione” perché Renzi è “il presidente del Consiglio di un governo non eletto dai cittadini, un governo di sinistra che fa una politica di sinistra”. Lo ha detto Silvio Berlusconi durante “La telefonata” di Belpietro su Canale 5. “Infatti in 100 giorni l’unica cosa concreta che ha fatto è dare un bonus di 80 a una parte dei cittadini, escludendone altri, aumentando le tasse sulla casa e le imposte sui risparmi. Si tratta di una mancia elettorale inaccettabile”. L’ex premier entra quindi nel dettaglio e dice: “Tuttavia anche questa mossa é stata fatta contro l’equità: Renzi dà 80 euro – anche se a conti fatti saranno 56 – a chi guadagna 25.000 euro all’anno, importo che via via scende a 27 euro per coloro che prendono fino a 8.000 euro l’anno. Le persone che sono sotto gli 8.000 e che ne avrebbero maggior bisogno, non prendono nulla. Insomma tutto il contrario di quello che una persona con il senso della giustizia avrebbe fatto”. Infine un commento su Beppe Grillo: “Un autorevole esponente europeo mi ha confidato ’stiamo allargando i cessi’, perché è lì che finiranno…”.
“Votate come volete ma partecipate alla vita politica del Continente”. Così Laura Boldrini, si è rivolta a tutti i giovani in vista delle elezioni europee di domenica 25 maggio. In occasione del suo intervento in un centro congressi nel quartiere Testaccio (Roma), nel corso della presentazione del progetto “Youth Guarante”, con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, il presidente della Camera dei deputati ha rivolto un accorato appello alle nuove generazioni, che devono “in prima persona sfidare la crisi” con “la propria creatività, partecipando direttamente” e prendendo così “nelle proprie mani il destino di questo Paese”. Questa, dunque, la chiosa finale: “Impegnatevi sempre di più nella politica, non lasciatela nelle mani di chi la usa per scopi personali anziché per il bene comune. Fatene una cosa pulita, aperta, partecipata, com’è giusto che sia e come è scritto nella nostra Costituzione”.
La legge elettorale per le elezioni europee, rinviata alla Consulta nei giorni scorsi dal tribunale di Venezia, “lede gli interessi dei sardi ed è palesemente illegittima”. Lo scrive l’associazione dei Cento amministratori locali dei Riformatori sardi che in queste ore sta presentando un ricorso d’urgenza al Tribunale di Cagliari per chiedere “la temporanea sospensione degli atti viziati dalla denunciata illegittimità, cioè dei i suddetti provvedimenti ministeriali con i quali è stato dato l’avvio al complesso procedimento delle operazioni elettorali”, fino alla pronuncia della Corte Costituzionale. Diversi i motivi che hanno portato al ricorso: innanzitutto, si legge sulla pagina Facebook dei Riformatori Sardi, “la discriminazione nei confronti della Sardegna, con l’evidente quasi certa impossibilità da parte dei sardi di eleggere un proprio rappresentante al Parlamento europeo, causata dalla decisione di confermare il collegio unico Sardegna-Sicilia”. I Cento amministratori locali dei Riformatori nel ricorso ricordano che “l’insularità è una tematica non confinabile alla sola disciplina costituzionale nazionale, ma forma oggetto di statuizioni di diritto internazionale, in specie pattizio, e comunitario”. Insomma, si legge ancora, “la Sardegna ha diritto, per conseguenza, ad essere rappresentata nell’ambito delle Istituzioni Europee, mentre, viceversa, tale diritto viene negato da una legge elettorale discriminante che viola le più elementari regole poste a fondamento della Costituzione della Repubblica Italiana e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (giuridicamente vincolante con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona) che riunisce in un unico testo tutti i diritti personali, civici, politici, economici e sociali di cui godono le persone nell’UE”.
“Il pericolo non è l’euro, ma l’accordo con gli Usa”. Parola di José Bové, candidato dei Verdi (insieme a Ska Keller) alla presidenza della Commissione Europea. In vista delle elezioni che si terranno dal 22 al 25 maggio, il francese è stato intervistato da La Repubblica e, da no global ma sostenitore della moneta unica qual è, ha delineato la sua Europa ideale. Un Europa unita è anzitutto “L’unica strada per combattere contro la globalizzazione in mano alle multinazionali. Dobbiamo avere una dimensione politica abbastanza forte da poter fronteggiare le grandi corporations. Se non riusciamo a organizzare politicamente 500 milioni di persone, le multinazionali prenderanno il potere al posto nostro, ci governeranno”. Nel mirino di Keller c’è il trattato di libero scambio che l’Europa sta negoziando con gli Usa: “Se non abbiamo abbastanza potere, le multinazionali avranno il sopravvento in tanti ambiti, non solo quello ambientale: anche sul piano della nostra stessa salute, e dei diritti sociali”. Si rischia, parole sue, “la fine della democrazia”. Infine, c’è tempo per parlare anche di alleanze futuro con Juncker o Schulz, senza però sbilanciarsi: “Se i due più grandi gruppi politici dovessero avere all’incirca lo stesso numero di voti, certo i voti dei verdi avranno un ruolo importante. A quel punto per noi bisognerà mettere in chiaro le posizioni: colui che si propone di guidare la Commissione, cosa intende fare? Che tipo di politiche? Che tipo di democrazia, e come rafforzarla? È qui che si gioca quel che faremo”.